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SENIGALLIA / Il freddo e la solitudine, problemi che la Caritas cerca di risolvere

SENIGALLIA / Il freddo e la solitudine, problemi che la Caritas cerca di risolvere

SENIGALLIA – Stiamo vivendo giornate e nottate gelide, la morsa del freddo ci attanaglia, qui come nel resto del Paese, ma noi abbiamo una casa dove tornare, un termosifone che ci aspetta e il calore di una famiglia che ci avvolge. Non è così per tutti.

Giovedì scorso, i primi giorni dell’anno, ha fatto il suo ingresso al Centro di solidarietà Palazzolo, in piazza Vittoria, un uomo solo che ha commosso gli operatori. M. (nome di fantasia) quest’anno compirà 60 anni. Vive da qualche tempo in un garage, ha una storia complicata e dolorosa alle spalle, una famiglia andata a rotoli e tanta sofferenza nel cuore. La parrocchia del suo quartiere si è allertata per il suo stato di salute, è entrato al Centro tremando, con i geloni nelle mani e tanta amarezza, perché nessuno sceglie di vivere in garage, al gelo, in solitudine e senza affetti. Caritas si è subito attivata per trovargli una sistemazione duratura, è stato quindi accolto al Centro, insieme a tanti altri senzatetto o persone indigenti che solitamente trovano riparo in giro per la città ma che con il freddo pungente di questi giorni sanno che sopravvivere a una notte all’aperto è pericoloso. Abbiamo letto fin troppe brutte notizie a riguardo, nei quotidiani nazionali. Come M. anche un altro signore, senza casa da un anno, vedovo e abbandonato dalla propria famiglia, ha trovato accoglienza al Centro di solidarietà del Portone: è rimasto fino a stamattina, arrivato poco prima di Natale. Non ha voluto spiegare dove andrà.

Come ogni anno, nei giorni più freddi dell’anno, Caritas apre ancora di più le porte del Centro, allestendo alloggi temporanei, con materassi appoggiati a terra, un pasto caldo, la colazione, per dare calore a chi rischia la vita stando fuori. È il volto della Chiesa che ci fa sentire l’affetto e la comprensione, sono le braccia che si aprono per accogliere e scaldare, di un calore che non è fisico ma anche e soprattutto emotivo. Perché la solitudine di alcuni è il freddo più difficile da mandare via.

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