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SENIGALLIA / Per La Città Futura votare no al referendum è un atto di saggezza

SENIGALLIA / Per La Città Futura votare no al referendum è un atto di saggezza

SENIGALLIA / Per la Città Futura votare no al referendum è un atto di saggezza SENIGALLIA / Per la Città Futura votare no al referendum è un atto di saggezza SENIGALLIA / Per la Città Futura votare no al referendum è un atto di saggezza

SENIGALLIA – Dalla Lista La Città Futura di Senigallia riceviamo e pubblichiamo: “Chi ha fissato la data del 4 dicembre per lo svolgimento del Referendum Costituzionale non aveva di certo previsto che sabato scorso una piazza Saffi, calda ed accogliente, avrebbe ospitato un seguitissimo comizio delle onorevoli Lara Ricciatti di Sinistra Italiana e di Beatrice Brignone di Possibile, accolte da Simone Ceresoni, a nome di Città Futura, e dalla chitarra e la voce di Gabriele Carbonari, affiancato da Guglielmo Marcheselli, con la partecipazione di tanti senigalliesi che sono giunti appositamente o si sono fermati, attirati dalla musica e dalle argomentazioni per il NO.

A questo link i video degli interventi: https://goo.gl/h7UKEk

Cersoni, Ricciatti e Brignone hanno ribadito le ragioni contenute nell’appello per il No già firmato da numerosi cittadini, che stanno continuando ad aggiungersi.

Cambiare per avere una costituzione peggiore è sbagliato. L’attuale Costituzione, ha permesso all’Italia di essere tra le maggiori potenze industriali del mondo. Nessuna Nazione può permettersi una costituzione malfatta. Questi sono i giorni decisivi e molti elettori indecisi sono frastornati dalla propaganda di generico “cambiamento” ripetuta alla nausea.

E’ meglio votare NO a una riforma pasticciata, messa insieme con superficialità, che ben undici ex presidenti della Corte costituzionale (trasversalmente di centrodestra e di centrosinistra) hanno giudicato cattiva, sottolineando che indebolisce anche il potere di controllo del Parlamento.

Votare No è un atto di saggezza:

  1. Il Senato non viene abolito ma sarà composto da consiglieri regionali e sindaci, che sono stati eletti nei loro territori e sono quotidianamente impegnati per tutt’altre funzioni diverse da quella di comporre il Senato.
  1. Con un Senato non eletto dal popolo si restringono gli spazi di democrazia e di partecipazione, non è neanche un Senato delle Autonomie, come ad esempio in Germania dove nel Senato siedono i governatori delle regioni.
  1. Non è affatto abolito il bicameralismo perfetto: la “navetta”, che una legge compie tra Camera e Senato, rimane per almeno dieci diversi procedimenti legislativi. Aumenta in tal modo la confusione di funzioni tra le due camere, con un sicuro incremento di lavoro per la Corte Costituzionale, che viene impegnata grandemente per dirimere la conflittualità e le controversie tra Camera e Senato.
  1. Il nuovo Senato non fa affatto risparmiare 500 milioni di euro. Se ne risparmiano solo poco più di 50. E bisognerà pagare spese di viaggio e soggiorno romano ai senatori oltre a corposi staff per collaborazioni volte ad aiutarli a svolgere le loro funzioni dai rispettivi territori.
  1. La riforma costituzionale è strettamente legata alla legge elettorale, che nell’attuale scenario politico permette ad un partito che rappresenta solo una minoranza degli italiani di avere una maggioranza spropositata alla Camera, eleggersi i giudici costituzionali, imporre il presidente della Repubblica e mettere i propri uomini alla Rai.
  1. Con l’attuale legge elettorale i capilista sono eletti obbligatoriamente a prescindere dalla volontà degli elettori a cui viene sottratto il diritto di esprimere preferenze dentro la lista di riferimento. E’ già stato calcolato che due terzi della Camera dei Deputati saranno in tal modo imposti dalle segreterie dei partiti.

Sono già pronti progetti di legge che nell’arco di un anno possono cambiare il bicameralismo paritario in maniera pulita e razionale. Il Cnel si può abolire con una rapida legge costituzionale e lo stesso vale per altre modifiche tecniche su cui tutti sono d’accordo.

 

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