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Elena Morbidelli: “Trecastelli è diventato il paese dei misteri”

Elena Morbidelli: “Trecastelli è diventato il paese dei misteri”

Elena Morbidelli: “Trecastelli è diventato il paese dei misteri” Elena Morbidelli: “Trecastelli è diventato il paese dei misteri”

di ELENA MORBIDELLI*

TRECASTELLI – Da quest’anno portare avanti le attività dell’associazione “Il paese dei mestieri”, sarà un po’ più difficile, infatti non abbiamo più a disposizione la storica sede presso piazza Leopardi, che per anni è stato un punto di riferimento di cittadini e turisti.

Le diverse amministrazioni che si sono alternate hanno garantito per anni la possibilità di fruire di uno spazio, aperto al pubblico, utilizzato per attività di volontariato legate alla promozione degli antichi mestieri del territorio, anche in chiave turistica. E’ la famosa “bottega dei mestieri”, meta di residenti e turisti, presso la scuola femminile di arti e mestieri. Da quest’anno non ci sarà più. E’ stato, bisogna ammetterlo, un vero dispiacere per i soci e per i frequentatori.

Ringrazio le diverse amministrazioni che si sono alternate negli anni per l’appoggio dimostrato e colgo l’occasione per condividere una riflessione, più come cittadina che come presidente della suddetta associazione. Ci è stata proposta una nuova sede, in posizione più defilata, di proprietà comunale, che però presenta qualche controindicazione:  in una lettera che ci è stata inviata dal sindaco leggiamo, con stupore, che nella nuova sede non sarà possibile svolgere laboratori ludico – creativi ispirati al lavoro artigiano rivolti a bambini o ragazzi.

Ci chiediamo come fa una associazione come la nostra a realizzare i suoi scopi, che consistono proprio nel tramandare le tradizioni del lavoro artigiano, parte importante dell’identità culturale del nostro territorio, se non si coinvolgono bambini e ragazzi? Mistero. La motivazione sarebbe che il nostro statuto non prevede esplicitamente e prioritariamente tali attività nei confronti dei minori. Ma noi ci rivolgiamo a tutti, bambini compresi, famiglie, adulti, residenti, turisti: che senso avrebbe escludere proprio quella fascia d’età che dovrebbe raccogliere la preziosa eredità di un sapere pratico? Inoltre l’amministrazione, qualche anno fa, ci propose la stipula di una convenzione, che abbiamo sottoscritto, nella quale si prevedevano anche attività rivolte a bambini, sia residenti che turisti. Ieri ci ha chiesto ciò che oggi di fatto ci preclude? Per quale motivo? Mistero.

La nostra associazione svolge attività di volontariato sul territorio e nelle scuole, grazie alla disponibilità che gratuitamente i nostri soci devolvono. Col tempo alcuni soci si sono allontanati, ma è normale, la partecipazione ad ogni associazione è libera. Alcuni hanno manifestato l’esigenza di avere un compenso, legittima, per questo si sono allontanati e rispetto la loro scelta, in dissenso con la nostra linea che è improntata allo spirito del volontariato. Ciò non ci impedisce di svolgere, anche quest’anno, laboratori nei confronti di circa 200 bambini delle scuole di Trecastelli, mettendo in atto, coi fatti, il nostro attaccamento al territorio. Abbiamo anche deciso di aprirci, andando anche fuori comune, per tanti motivi.

Da un lato vecchi campanilismi sono ormai anacronistici, dall’altro la cultura del lavoro è un tratto identitario di tutta la nostra regione, non solo di un piccolo comune, inoltre questo può avere anche ricadute positive in termini di promozione turistica di Trecastelli, che, oggettivamente, rispetto anche ad altre realtà a noi vicine, sembra non brillare. Per questo sarebbe necessario unire le forze. E’ stata anche respinta la nostra proposta di svolgere, con tempi da decidere, alcuni laboratori gratuiti presso il centro giovanile. Sembra una contraddizione poiché il comune promuove e paga coinvolgendo altri soggetti, un laboratorio denominato proprio “artigiani del domani”, senza coinvolgerci. Ma il motto della fusione non era “L’unione fa la forza?”. In passato i nostri soci hanno svolto centinaia di ore di volontariato a Trecastelli, speriamo di continuare a farlo, anche se questo atteggiamento sembra più un boicottaggio che un sostegno ad una associazione, che, come altre, si prodiga per il bene comune. A rimetterci non sono i nostri soci, che fanno appunto volontariato, ma la nostra comunità alla quale vengono precluse delle possibilità di aggregazione e di crescita culturale. Più che il paese dei mestieri sembra proprio il paese dei misteri.

*Presidente dell’associazione “Il paese dei mestieri”

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