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SENIGALLIA / Vittorio Sgarbi incanta il pubblico del Teatro La Fenice con il suo Caravaggio

SENIGALLIA / Vittorio Sgarbi incanta il pubblico del Teatro La Fenice con il suo Caravaggio

SENIGALLIA / Vittorio Sgarbi incanta il pubblico del Teatro La Fenice con il suo Caravaggio

di PAOLO MONTANARI

SENIGALLIA – Bisogna riconoscere che Vittorio Sgarbi oltre ad essere un bravo critico d’arte, da ultimo il volume scritto sul Parmigianino, in mostra a Roma, è anche un grande show man. La dimostrazione che il suo tour come se fosse Renato Zero o i Pooh, che è iniziato quest’estate in arene, teatri di tutt’Italia, per far conoscere il più amato pittore Caravaggio, sta riscuotendo un gran consenso di pubblico e di critica. Presentandosi al Teatro La Fenice di Senigallia, gremito come non mai, Sgarbi ha definito Caravaggio, “primo pittore della realtà, un tema che diventa poi importante anche per il cinema del ‘900, nel neorealismo.” E’ lui, Vittorio Sgarbi della serata spettacolo anche se gli sono accanto dei bravi artisti come Valentino Corvino, al violino e elettronica, Tommaso Arosio scenografia e video e Angelo Generali per la regia e luci. Abbiamo incontrato Vittorio Sgarbi, che presto porterà a Urbino un’altra operazione meta teatrale, al teatro Raffaello Sanzio, dedicata a Giotto.

SENIGALLIA / Vittorio Sgarbi incanta il pubblico del Teatro La Fenice con il suo CaravaggioPerché uno spettacolo di questo genere ha successo e si diffonde anche ad un pubblico che non si intende di arte?

“Perché io racconto la vita di Caravaggio senza recitare e preferisco far proiettare immagini molto grandi delle sue opere per illustrare il suo itinerario artistico che creano molte emozioni fra il pubblico. E’ un percorso che ho voluto intraprendere portando avanti in parallelo la vita di un altro grande intellettuale e artista,Pier Paolo Pasolini. Fra i due vi sono delle somiglianze: entrambi vengono considerati degli artisti maledetti, che si trovano in contrasto con le istituzioni del tempo. Entrambi frequentano le periferie urbane. Caravaggio le osterie e le prostitute. Pasolini i ragazzi di vita, che poi lo tradiranno preferendo la televisione,al suo messaggio anti mediatico e improntato sulla poesia e l’immagine nel cinema e la drammaticità teatrale. Due storie vive quelle di Caravaggio e Pasolini”.

Dunque potremmo definire Caravaggio un artista del ‘900?

“Certo le sue tematiche e le emozioni che trasmettono i suoi quadri sono moderni. Se pensiamo che la sua opera è stata dimenticata fino al 1915 e che grazie a Roberto Longhi, ormai il mondo di Caravaggio è conosciuto in tutto il mondo, possiamo comprendere come spesso l’oblio nasconda il genio artistico. I suoi dipinti come il Ragazzo morso da un ramarro, I musici, Suonatore di liuto, le sue prime opere,utilizza dei femminielli, che poi sono la personificazione dei personaggi di Pasolini in Mamma Roma, Accattone. Quando si parla di Caravaggio , come dell’artista più contemporaneo, intendiamo dire che è l’artista più attuale nella dimensione dei contenuti. Descrive il mondo gay, e chi prima di lui o dopo, lo ha descritto in maniera così profonda e drammatica? La figura della Madonna ne La Morte della Vergine, rompe ogni schema iconografico pittorico e Caravaggio prende una prostituta appena annegata, per  rappresentare la Madonna”.

Poi la frecciatina polemica finale tipica di Sgarbi: “Il Ragazzo morso da un ramarro esposto in questi giorni nella Pinacoteca di Ancona è solo una copia di quello esposto a Londra”.

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