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Legambiente dice ancora no alle pale eoliche

Legambiente dice ancora no alle pale eoliche

Legambiente dice ancora no alle pale eoliche

Il Circolo di Legambiente di Urbino non solo ha sempre condiviso le argomentazioni di Vittorio Emiliani e del “Comitato della Bellezza” sul danno ambientale dell’installazione del maxi eolico sulle colline e montagne, ma si è sempre schierato contro la loro diffusione sul territorio, come dimostra l’impegno ad Urbania. Ed ora prende posizione sulle installazioni ad Apecchio

Legambiente dice ancora no alle pale eoliche

URBINO – Il Circolo di Legambiente di Urbino non solo ha sempre condiviso le argomentazioni di Vittorio Emiliani e del “Comitato della Bellezza” sul danno ambientale dell’installazione del maxi eolico sulle colline e montagne, ma si è sempre schierato contro la loro diffusione sul territorio, come dimostra l’impegno contro il maxi eolico ad Urbania. Anche sull’eolico di Apecchio il Circolo è prontamente intervenuto. Le denunce e gli allarmi, espressi, il più delle volte, non sono stati accolti dalle istituzioni né hanno suscitato le mobilitazioni della cittadinanza, che, pur apprezzando le argomentazioni, rimane passiva.

“La notizia dell’installazione di pale eoliche sui nostri cari monti dell’Appennino nel comune di Apecchio – scrive in una nota Legambiente – hanno riaperto le polemiche sul rispetto ambientale e paesaggistico del nostro entroterra.  Pur battendoci da sempre contro i cambiamenti climatici, i gas serra e a favore delle energie rinnovabili, ci sorgono spontanee alcune considerazioni: queste colonne da 120 metri, con una gettata di migliaia di tonnellate di cemento, riescono poi a produrre tanta energia da coprire i costi e compensare i danni ricevuti? Il nostro entroterra – continua la nota – che negli ultimi 40 anni ha subito spoliazioni e rapine di risorse di vario genere, di strutture e infrastrutture, tutto a beneficio dei centri costieri, si merita questa ulteriore ferita e la rovina di paesaggi naturalistici e artistici di incomparabile bellezza? Possibile che le bellezze paesaggistiche, nelle scelte dei nostri amministratori – persevera Legambiente – tutti presi dai quantum economici, non vengano mai valorizzate quanto meritano? E’ poi giusto che certe scelte di così forte impatto siano dettate per far quadrare i conti di bilancio di un piccolo comune a scapito di una storia, di una natura, di un’arte che appartengono all’intera umanità e che noi abitanti di queste colline siamo chiamati a conservare, preservare e tutelare? Ministri, esponenti politici, ed economisti di continuo nei convegni e talk show televisivi – insiste l’associazione – dicono che il nostro patrimonio culturale e naturalistico costituisce una fonte di inesauribile ricchezza e poi alla prova dei fatti queste frasi vengono puntualmente tradite e disattese Noi di Legambiente – conclude la nota – chiediamo, pertanto, che quando si vogliono fare interventi di impatto così pesante, si formino dei tavoli di lavoro con la presenza di ambientalisti e studiosi di arte, architettura e del paesaggio, per evitare che scelte, indubbiamente difficili, siano demandate solo a politici e amministratori incolti, in balia di burocrati e tecnici fossilizzati e ancorati  a calcoli e studi ragionieristici”. (eg)

 

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