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Un’attenta analisi dell’economista Mariangela Paradisi: “La fusione tra Senigallia e Morro d’Alba serve forse alla politica, non certo ai cittadini”

Un’attenta analisi dell’economista Mariangela Paradisi: “La fusione tra Senigallia e Morro d’Alba serve forse alla politica, non certo ai cittadini”

SENIGALLIA – Domenica a Senigallia e a Morro d’Alba i cittadini saranno chiamati ad esprimersi sulla fusione, per incorporazione. Il dibattito, soprattutto in questi ultimissimi giorni, si è acceso, tra favorevoli e contrari a questo accorpamento. Ma non tutti sono ancora riusciti a comprendere con precisione chi ha voluto questa fusione e, soprattutto, a chi serve.
Ci sembra quindi opportuno continuare ad offrire tutte le informazioni possibili. Lo facciamo, in questa occasione, riprendendo, dalla sua pagina Facebook, un’attenta – e circostanziata – riflessione dell’economista Mariangela Paradisi.
Sotto un titolo incisivo: “Fusione di Senigallia e Morro d’Alba. Una lacrima sul viso dei cittadini”, la professore Paradisi sintetizza la sua (documentatissima) analisi:
“1) Sui cittadini di Morro d’Alba, imposte, tasse e altri tributi comunali pesano per 558,36 euro pro capite, neonati inclusi (Fonte: Openbilanci.it; bilanci 2014). Sui cittadini si Senigallia, pesano per 734,64 euro (si veda Allegato 1).
Non mi pare che ai morresi, in prospettiva, convenga fondersi. O sì? Magari amano il sado-maso…
2) Oltre alle imposte e tasse, le casse comunali sono rimpinguate anche grazie alle entrate extra-tributarie, vale a dire gli esborsi a carico dei cittadini per usufruire dei servizi offerti dal comune. Come si evince dall’Allegato 2:
i morresi spendono pro-capite per i servizi – Sociali a parte, di cui si dirà in seguito – molto meno di quanto spendano i cittadini di Senigallia. Per esempio, l’istruzione costa ai cittadini di Morro circa 15 euro pro-capite, contro i 17 euro dei senigalliesi; per la viabilità e i trasporti i morresi spendono 0,90 euro pro-capite, contro i 19 euro circa pro-capite spesi dai senigalliesi; per la polizia locale (multe per infrazioni stradali comprese),i morresi spendo zero, i senigalliesi 19 euro pro-capite annui in media. Si dirà: evidentemente i cittadini di Morro usufruiscono in misura minore di quei servizi e/o i servizi sono di minore qualità. Giusta obiezione, ma resta il fatto che – a bocce ferme – nessuna convenienza per i morresi sembra esserci. Se le cose cambieranno spenderanno di più, non di meno.
E veniamo alle spese dei comuni che –si dice – “grazie” alla fusione dovrebbero diminuire, liberando così risorse per altri scopi.
Sintetizzo:
3) Salvo la voce “amministrazione” – il che è scontato – e la voce “Sociale” di cui si dirà, la spesa pro-capite per TUTTE le funzioni comunali è SUPERIORE nel comune di Senigallia rispetto al comune di Morro d’Alba (si veda Allegato 3).
Ma se TUTTE le spese sono superiori, mi fate capire perché mai l’annessione di 1900 anime potrebbe farle diminuire? Direi anzi che, ragionevolmente, succederà il contrario: se Morro d’Alba entrerà a tutti gli effetti nella programmazione di Senigallia, saranno gli standard senigalliesi – più costosi – ad essere applicati a quella località. Dunque, la spesa aumenterà. Non solo, data la distanza tra le due località, il costo di più di un servizio comunale di certo crescerà, e crescerà per tutti, vecchi e nuovi cittadini.
4) e arriviamo al Sociale (si veda Allegato 4).
Sempre che nel frattempo Morro d’Alba non abbia ceduto a terzi la residenza per gli anziani o abbia provveduto a sopprimere gli ospiti, trasformando la struttura in un B&B (nello Studio di Fattibilità presentato dai due Comuni non ce n’è traccia), la notevole differenza di spesa pro capite per il sociale a Senigallia (236 euro pro-capite) e Morro d’Alba (391 euro) si deve prevalentemente ai 653mila euro di spesa per la residenza per gli anziani costantemente contabilizzata a Morro d’Alba (si veda grafico), voce che a Senigallia registra uno zero.
Dunque, mi chiedo: se la struttura è ancora in capo al Comune, mi pare ovvio che la spesa relativa dovrà accollarsela Senigallia. Alla faccia del risparmio!
5) Dice: sì va bene… ma le spese di amministrazione si ridurranno! Beh… qualcuno mi deve spiegare a quanto ammonterà il risparmio: 10, 20, 100 euro? Perché, vivaddio, i dipendenti comunali di certo non saranno licenziati e la Municipalità e i servizi decentrati faranno il resto. Nel non ridurre i costi, intendo.
Resta aperta la questione della mancetta e delle assunzioni per cinque anni per i Comuni che si fondono. Come detto altrove, il contributo è legato a un plafond nazionale che pesca dal Fondo di Solidarietà alimentato dall’Imu. A cosa serve, il Fondo? Con il federalismo fiscale, serve a redistribuire le entrate fiscali tra comuni “ricchi” e comuni che, a causa delle scarse entrate fiscali, non possono provvedere ai servizi ritenuti indispensabili per i cittadini. Nelle Marche c’è stato – ahimé – il terremoto. Dove dite che – se dio vuole – andrà la solidarietà? E anche se così non fosse, il plafond è talmente esiguo che la previsione di due milioni per 10 anni è quantomeno azzardata. Per quanto riguarda le assunzioni, poi, vale forse ricordare – e poi chiudo – che gli organici comunali sono ancora tarati su Comuni che offrivano tutti i servizi, e su “lavorazioni” manuali delle pratiche. Oggi i servizi sono quasi tutti esternalizzati, vale a dire acquistati all’esterno, e i computer sostituiscono i vecchi faldoni. Dunque…
In sintesi, la fusione serve forse alla politica, con la “p” minuscola, ché la “Politica” è altra cosa, non certo ai cittadini!
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