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“A Trecastelli occorre ritrovare la voglia di confrontarsi e progettare insieme”

“A Trecastelli occorre ritrovare la voglia di confrontarsi e progettare insieme”

"A Trecastelli occorre ritrovare la voglia di confrontarsi e progettare insieme"di ELENA MORBIDELLI

TRECASTELLI – Valorizzare il territorio, creare una rete, abbiamo sentito così tante volte queste parole che ormai sembrano svuotate di senso, eppure è proprio da qui che bisogna ripartire se vogliamo creare un luogo dove vivere bene. Valorizzare non è solo investire denaro in qualcosa, pur importante, ma è soprattutto “cogliere le sfumature e valorizzarle, comunicare secondo un progetto, definire strategie secondo un filo logico”. Quanto siamo lontani da questo traguardo!

Io ricordo che a Ripe, prima della fusione che diede luogo a Trecastelli, si svolgeva in municipio, ogni primavera, la riunione per elaborare il calendario delle manifestazioni estive. La sala era piena, tante proposte, niente di fantasmagorico, per carità, ma normali buone proposte di un calendario eventi di un piccolo comune. Sorprendentemente, analoghe riunioni nel nuovo comune di Trecastelli sono quasi deserte, eppure dovrebbero coinvolgere un numero maggiore di soggetti, in quanto adesso ci sono le associazioni che prima erano di tre comuni: Ripe, Castel Colonna e Monterado, dovrebbe esserci più partecipazione, non meno. Certo, non è con una riunione che si risolve chissà cosa, ma la sensazione è che stiamo regredendo. E non è solo responsabilità dell’amministrazione comunale. Evidentemente non si percepisce fino in fondo, da parte di noi cittadini, l’importanza di incontrarsi, di mettersi attorno ad un tavolo per immaginare qualcosa di bello per il nostro comune.

Concretamente, ciò che servirebbe è creare gruppi operativi, associazioni e semplici cittadini che hanno finalità omogenee, penso grosso modo alla distinzione tra associazioni sportive, culturali e ricreative, che possono lavorare per sottogruppi, salvo poi ritrovarsi insieme per le iniziative maggiori.

Però è evidente che manca un collante, manca un racconto del nostro territorio. La nostra storia, la nostra memoria locale, che non è locale in quanto limitata, ma in quanto è la radice della vita dei nostri luoghi, viene relegata a poche iniziative in date canoniche, non è il motore di una strategia complessiva.

Chi persegue questi obiettivi si trova spesso a lavorare in pochi, con le istituzioni che sembrano indifferenti. Inoltre, lo affermo molto pacatamente e senza il minimo intento polemico, sembra che ci sia un difforme trattamento tra le varie associazioni, eppure ogni associazione è importante, anche la più piccola, anche quella che sembra portare avanti iniziative giudicate troppo frettolosamente non più alla moda. La fusione, cui anch’io ho creduto, sotto l’aspetto delle attività culturali e del rapporto con le associazioni del territorio, sembra aver prodotto più una sommatoria che una sintesi. E tutti gli investimenti sembrano concentrati attorno ad un unico progetto, che da solo non può bastare se non si apre ad un territorio che è ricco e vitale.

Eppure basterebbe poco, a cominciare dalla voglia, da parte di ognuno, di sedersi attorno ad un tavolo e parlare, non tanto di progetti; certo, anche quelli ci vogliono. Ed è evidente che manca, a livello culturale, una capacità progettuale a Trecastelli, coordinata da un’amministrazione cosciente di tutto ciò che di positivo si ha. Ma prima ancora dei progetti ci deve essere un diverso sguardo verso noi stessi, la nostra terra, i campi di grano, le grandi querce, i palazzi signorili, le case mezzadrili, tornare a voler bene alle nostre colline.

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