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Al Ridotto delle Muse un commovente convegno su “Vincenzo Pirani e la sua Ancona” / VIDEO

Reso un doveroso omaggio ad un grande anconetano

di MASSIMO CORTESE

ANCONA – Ricordare l’architetto Vincenzo Pirani, nato e vissuto ad Ancona tra il 1920 e il 1994, significa avvicinarsi alla vita di uno studioso che è rimasto nel cuore non solo di coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerlo, ma anche di tutte quelle persone che intendono conoscere la storia di Ancona. Tutti i relatori intervenuti hanno sostenuto che Pirani era una enciclopedia vivente: una volta il noto pittore anconetano (e non solo) Camillo Caglini, ebbe a dire a Michele Polverari: “Ma lo senti quando parla? Sembra un libro stampato!”.

Ma entriamo nel vivo del convegno, provando a sintetizzare quanto hanno detto i singoli relatori.

Va detto innanzitutto che ha coordinato i lavori la giornalista Lucilla Niccolini. Prima delle relazioni hanno portato i saluti Giuseppe Conte, presidente dell’Accademia Marchigiana di Scienze, Lettere ed Arti, di cui era socio Pirani, che ha comunicato che Anna Falcioni, presidente della Deputazione di Storia Patria per le Marche, non sarebbe potuta venire, l’Assessore alla Cultura del Comune di Ancona Marta Paraventi e Stefano Finocchi, in rappresentanza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio Marche Nord.

L’Arcivescovo Mons. Angelo Spina ha ringraziato per il dono delle carte e dei libri che gli eredi hanno fatto alla Diocesi di Ancona. Ricordiamo che Pirani era stato componente anche della Deputazione di Storia Patria per le Marche. Prima degli interventi, è stato proiettato un breve video, curato da Fabio Manini, che riportava dei frammenti delle non poche Passeggiate condotte da Pirani, che appunto illustrava le vie, i monumenti e ogni angolo del centro di Ancona. Ho notato che queste Passeggiate erano affollate in modo impressionante, tanta era la stima e la risonanza che questi eventi facevano presa tra la gente. Non vi erano i cellulari, Internet era sconosciuto ai più, ma il passa-parola era il toccasana consueto per richiamare le persone. Nelle fotografie e nei documenti filmati gli anconetani di una certa età avranno riconosciuto tante persone, da tempo scomparse, come don Vincenzo Di Renzo, parroco per tanti anni presso la chiesa dei santi Cosma e Damiano.

Primo relatore è stato Maurizio Sebastiani, vicepresidente nazionale dell’associazione Italia Nostra, alla quale Pirani aveva aderito fin dai primi anni Ottanta. Sebastiani ha ricordato l’impegno appassionato di Pirani per la partecipazione a numerose iniziative, tanto da essere stato nominato Presidente Onorario della sezione anconetana di Italia Nostra. Nel delineare i tratti della personalità di Vincenzo, ne risulta un commovente ritratto, pieno di gratitudine e stima: sempre disponibile ad organizzare visite guidate in giro per l’Italia, con la sua casa piena di libri, dove incontrava i componenti dell’associazione per programmare la varie iniziative, sempre educato, gentile, rispettoso degli altri, e soprattutto molto religioso. Sebastiani ha ricordato che a Pirani è stata intitolata la Sezione anconetana di Italia nostra, che fin dal 6 ottobre 1994 ha chiesto agli Amministratori Dorici di intitolargli una via nel centro di Ancona, dentro quelle mura che lui conosceva molto bene, come ha avuto modo di esporre nei suoi scritti e quando prendeva la parola. Vincenzo era scomparso il 15 settembre di quell’anno, in quanto si era ricoverato per dei problemi di salute che non erano parsi gravi e che invece lo hanno portato alla morte.

Nella sua relazione “Un uomo d’altri tempi, il ricordo di un collega”, Pierluigi Salvati, Funzionario alla Sovrintendenza Archeologica, (così si chiamava all’epoca), ha delineato il Pirani funzionario, autorevole, grande studioso, amante della modernità, ma al tempo stesso con uno spiccato senso dell’obbedienza verso i superiori. “All’epoca, la Sovrintendenza, a parte la dottoressa Lollini e Pirani, era formata da giovani funzionari, da noi giovinastri – come ha rimarcato Salvati – che ogni mese ci recavamo all’economato per rifornirci di penne e altro materiale di cancelleria in grande quantità: ebbene lui aveva in ufficio una penna e una matita, consumatissime fino all’inverosimile. Quando l’Amministrazione doveva procedere alle occupazioni temporanee, non vi era mai un contenzioso, in quanto tutti si fidavano dell’architetto Vincenzo Pirani, che godeva di una grande stima.

Nell’osservare la fotografia di Pirani, impiegata quale locandina del convegno, non ci troviamo di fronte ad una persona vestita con abbigliamento d’ufficio, vale a dire con giacca e cravatta, ma ad un escursionista, un divulgatore, un uomo che era solito mettere a disposizione la sua immensa cultura”. Poi Salvati ha parlato di un aneddoto, che potrebbe sembrare di poco conto, e che dimostra invece il riconoscimento che Pirani aveva per le persone più semplici. “Al lavoro, Vincenzo era solito frequentare tre uffici: la biblioteca, l’archivio e la falegnameria. La verità è che il falegname, oltre ad essere stato in gioventù una persona che aveva praticato il pugilato, era un appassionato della Ruzzola, ed ogni anno a Pongelli, in occasione della relativa manifestazione sportiva, Pirani vi si trasferiva per coordinare le premiazioni e per rappresentare la persona autorevole che ridava dignità alla cultura contadina, che appunto stava alla base di quello sport antico”.

Michele Polverari, ex Direttore della Pinacoteca Comunale di Ancona, nella sua relazione “Le occasioni nella memoria urbana”, ha esordito dicendo che solamente in tarda età, e precisamente al compimento dei cinquantotto anni, Pirani pubblica il libro “Ancona dentro le mura”, con il quale documenta la sua enorme cultura e ci accompagna in un memorabile viaggio nel centro di Ancona. In quel testo, vi è tutto il suo grande amore per il capoluogo Dorico. “Vincenzo Pirani – ha detto Michele Polverari – conosceva ogni stradina, ogni chiesa presente ed anche scomparsa, oltre a conoscere le piante della Città, nonchè studiosi anche poco conosciuti e mille altre cose. Ogni volta che gli suggerivo qualche iniziativa, non si è mai tirato indietro”.

A questo punto, sono intervenute le nipoti di Vincenzo, Simonetta e Giovanna Pirani.

Simonetta Pirani con la sua relazione” Le carte e i libri nella Biblioteca Diocesana di Ancona”, ha precisato che, dopo la sua morte, le carte e circa milleottocento libri appartenuti a Vincenzo sono stati donati alla Biblioteca Diocesana di Ancona. Simonetta Pirani auspica che dopo 46 anni dalla sua pubblicazione, il libro “Ancona dentro le mura” di Vincenzo, oggi introvabile, possa essere nuovamente pubblicato, magari ricorrendo alle annotazioni a penna apportate da lui stesso, che forse sperava in una edizione rinnovata e più esaustiva.

Giovanna Pirani, funzionaria presso la Biblioteca Comunale, nella sua relazione “Un altro prezioso anconetano attraversi i suoi scritti”, ha delineato l’importanza degli studi portati avanti dallo zio. Nel 1998, a cura dell’architetto Roberto Giampieri, verrà pubblicato postumo l’ultimo libro di Vincenzo Pirani “Le chiese di Ancona”, dove vengono passate in rassegna anche molte chiese non più esistenti, a causa dell’incameramento voluto dal nuovo Regno d’Italia o per le distruzioni causate dalla Seconda Guerra Mondiale o dal terremoto del 1972.

Marina Massa, nella sua relazione “Leggere il presente con uno sguardo al passato”, ha detto di non aver conosciuto in vita Vincenzo Pirani, ma di averlo scoperto nei suoi scritti.

Al termine delle relazioni Lucilla Niccolini ha voluto ascoltare le testimonianze di Gianni Occhiodoro e Chiara Censi, quali personate informate dei fatti, in quanto rispettivamente figli di Giorgio e di Sandro, due grandi personaggi che, in tempi assai lontani, avevano stretto una intensa amicizia con Pirani, e da questa amicizia sono sorti alcuni pezzi della storia d’Ancona che dobbiamo ricordare. La loro testimonianza, “Un sodalizio all’ombra del Faro”, è stata veramente preziosa, anche per la modernità che traspare da quel legame. Precisiamo che Il Vecchio Faro era una Associazione oggi non più esistente.

Gianni Occhiodoro ha detto che la collaborazione tra il padre Giorgio e Vincenzo Pirani risale agli anni tra il 1975 e il 1976, quando suo papà acquista un videoregistratore con annessa cinepresa. Con tale marchingegno, dal peso di almeno quaranta chilogrammi, nello scantinato dell’abitazione di Occhiodoro, i due confezionarono dei filmati girati lungo le vie di Ancona, che poi andarono in onda sulle due emittenti locali TV Emmanuel e Galassia TV: chissà – aggiungo io – se quei loro lavori sono conservati da qualche parte. A Lucilla Niccolini, che si domandava come potessero andare d’accordo Giorgio Occhiodoro e Vincenzo Pirani, due personalità molto diverse tra loro, Gianni ha risposto senza problemi che i due erano semplicemente complementari.

Chiara Censi ha ricordato anche la collaborazione tre Vincenzo Pirani e il padre Sandro, che quando era ancora in servizio al Comune Dorico ha digitalizzato tutti i documenti riguardanti la storia di Ancona. Censi ha ricordato ai presenti che, ai giorni nostri, è molto importante la collaborazione con le scuole del territorio, i cui piccoli allievi rimangono incantati dalle ricerche sul nostro Passato.

Intanto, durante le testimonianze di Giorgio Occhiodoro e di Chiara Censi, sullo schermo venivano diffuse alcune fotografie a colori che ritraevano le frequentatissime Passeggiate organizzate da Italia Nostra con Pirani, intento a parlare a folle di oltre cento persone, oltre ai volantini reclamizzanti le varie iniziative che lo hanno immortalato nella sua consueta veste di autorevolissimo Cicerone. Non manca qualche fotografia risalente alle numerose conferenze tra Pirani, in veste di storico, e del professor Zampetti, storico dell’arte, che ebbero a tenersi alla Loggia dei Mercanti.

Le fotografie sono state rese possibili grazie a Fabio Manini, che si è meritato un caloroso applauso.

Nel congedarsi, alle ore 18.30, Lucilla Niccolini ha rivelato una chicca: entro qualche tempo, il Comune di Ancona scoprirà una targa in via Indipendenza 1, in corrispondenza dell’abitazione dove risiedeva Vincenzo. Un atto di gratitudine dovuto da un’intera Comunità, quale piccolo segno di riconoscenza per l’opera di un uomo che ha messo al servizio della nostra cara Ancona il suo immenso sapere.

QUI SOTTO tre video:

 

 

 

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