ANCONAIN PRIMO PIANOSPETTACOLI

Al Museo Omero tutti restano a bocca aperta durante la proiezione del film documentario Guardami / FOTO

di MASSIMO CORTESE

ANCONA – Nella Sala delle Conferenze del Museo Omero, all’interno di quel gioiellino che è la Mole Vanvitelliana di Ancona, si è tenuta la proiezione del film documentario “Guardami- La bellezza dal mio punto di vista”, tratto dall’omonimo libro, edito da Edizioni Pendragon 2024. L’intero progetto riguarda otto persone – Candy, Karim, Akeem, Veronica, Alessia, Ivan, Filmon e Marco – autori di un libro scritto dopo la partecipazione al laboratorio di scrittura creativa organizzato dall’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza di Bologna, tenuto da Silvia Colombini. Gli otto scrittori sono anche i protagonisti del Film Documentario “Guardami” con la regia di Martina De Polo. La proiezione ad Ancona è stata possibile grazie all’intervento di Candy Castellucci, una delle otto persone che condividono lo stato di persona non vedente o ipovedente.

Per illustrare l’interesse, che si toccava con mano al Museo Omero, partirei da una considerazione. L’incontro, al quale hanno partecipato l’autrice attrice Candy Castellucci, il presidente del Museo Aldo Grassini e Alessia Varricchio, è iniziato alle ore 16.30 (ed è già un evento eccezionale che la presentazione-proiezione sia avvenuta rispettando la puntualità) e si è concluso dopo oltre due ore, con un dibattito al quale hanno preso parte numerosi spettatori: eppure, anche dopo la conclusione dell’evento, alle ore 18.55 in sala erano presenti ancora ventitré persone, che continuavano a parlare tra loro di quanto avevano visto, nonostante l’ormai prossima chiusura del Museo (ore 19.00).

Proviamo allora ad analizzare le ragioni dello straordinario interesse suscitato dall’evento. Prima però desidero riportare una definizione data da Aldo Grassini: “La cecità significa organizzare la vita in un altro modo”.

Candy Castellucci è nata a Fermo nel 1980, e all’età di 28 anni ha scoperto di avere una malattia degli occhi, la retinite pigmentosa, che l’avrebbe condotta a perdere la vista nel giro di breve tempo. Dopo il naturale smarrimento iniziale, si è ben presto resa conto che avrebbe potuto convivere con quello che le era capitato, sviluppando delle competenze che neppure lei pensava di avere. In buona sostanza, Candy ha adattato il suo stile di vita alle mutate circostanze ricostruendo una nuova vita.

Le storie degli altri magnifici sette sono sostanzialmente analoghe: nessuno ha rinunciato a perseguire le proprie passioni, anche a costo di affrontare dei sacrifici.

Poi, dopo aver scritto a più mani il libro, i nostri autori hanno deciso di interpretare loro stessi in un film documentario, arricchendo il Docufilm con testimonianze tratte dalla storia vera che – è il caso di evidenziarlo- più vera non si può.

Le loro vicende sono storie di riscatto, di persone che non si piangono addosso ma che anzi hanno saputo reagire a un destino duro mettendo in campo quello che si potrebbe definire un Piano B per la propria esistenza: perché ogni persona dovrebbe avere un suo Piano B. Certo, tutto è stato reso possibile grazie al concorso di alcune circostanze favorevoli: intendo riferirmi al Laboratorio di Scrittura Creativa, alla regista professionista, all’Istituto per Ciechi Francesco Cavazza di Bologna, all’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti e a tanto altro ancora: ma nessun progetto si sarebbe attuato senza una buona dose di quella Forza di Volontà che è l’Antidoto Indispensabile per superare la malattia.

Quella di “Guardami” è una bella lezione che le otto persone hanno inteso donare, in primo luogo a loro stessi, ma anche a tutti noi e all’intera Comunità che, oggi più che mai, ha sete di esempi positivi che rafforzino la speranza e la fiducia.

All’esposizione di Candy Castellucci e al toccante film documentario, è seguito un vivace dibattito. La vulcanica presidente del Consiglio provinciale dell’Unione Ciechi Stefania Terrè ha preso la parola più volte per raccontare la sua esperienza. A proposito di Stefania Terrè e del prezioso accompagnamento del cane Italo, anche lui attore, mi sembra doveroso riportare un episodio da lei stessa raccontato. Appassionata di cinema, Terrè venne a sapere che alcuni anni fa Luca Violini aveva organizzato un corso di formazione. Al momento dell’iscrizione fece sapere alla segretaria che aveva un solo problema: era cieca. Dopo un lungo silenzio, la segretaria azzardò un “E come facciamo?”. Qualcosa deve essere stato fatto, se Stefania Terrè ha firmato la regia del film documentario “Pepe, zenzero e cannella”. Ma questa è un’altra storia, anche se in linea con la filosofia del progetto “Guardami”.

Nel corso del dibattito, sono stati toccati molti temi. In particolare, mi ha colpito l’intervento di Roberta, cieca, secondo la quale la cecità non le ha consentito di avere quelle opportunità che avrebbe potuto avere in condizioni normali. Le ha risposto Michele, non vedente pure lui, che ha detto che quanto sosteneva Roberta era dovuto alla rabbia (comprensibile) e che, in merito al discorso delle opportunità, anche suo fratello avrebbe desiderato tanto fare il medico, ma questo non è stato possibile per le vicende della vita.

Io mi dilungherei ancora, ma credo che ormai è tempo di chiudere questa riflessione.

Oltre a Candy Castellucci e ad Aldo Grassini, molto importante è stato il ruolo svolto dalla dottoressa Alessia Varricchio, del Dipartimento Comunicazione del Museo Omero, coordinatrice dell’acceso dibattito al quale tutti volevano prendere la parola e le domande si susseguivano a raffica. Come ha precisato lo stesso presidente del Museo Omero, Alessia è stata la regista dell’incontro.

La dottoressa Varricchio ha avuto anche l’ingrato compito di invitare tutti ad uscire dalla sala, visto che il Museo Omero avrebbe dovuto chiudere i battenti alle ore 19.00.

Si è trattato di un incontro memorabile per l’intensità della partecipazione e la ricchezza dei contenuti.

Chiedo scusa per essermi dilungato, ma non potevo proprio farne a meno.

Invito tutti ad acquistare il libro e a vedere e far vedere il Film Documentario “Guardami”, non appena uscirà nelle sale.

(Le fotografie sono di Stefano Sacchettoni)

 

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