Ricci: “Sanità nel caos, infrastrutture ferme, sociale dimenticato”
“Serve un cambio radicale: le Marche devono tornare protagoniste”. Dal teatro Sanzio di Urbino lo sguardo sulla provincia per la sfida delle regionali
URBINO – “Non possiamo più accettare una sanità confusa, strade bloccate, treni turistici al posto dei collegamenti veri, affitti fuori controllo, giovani dimenticati e sicurezza lasciata ai sindaci. Le Marche sono ferme, e serve un progetto serio per rimetterle in moto”.
Così Matteo Ricci, europarlamentare del PD e candidato presidente alla Regione Marche, in occasione dell’evento ‘La primavera delle Marche’ che ha visto il suo secondo appuntamento in provincia di Pesaro-Urbino, al teatro Sanzio della città ducale, pieno per l’occasione.
“La sanità è nel caos – dice Ricci – non ho capito cosa vogliano fare all’ospedale di Urbino. Non ho capito cosa vogliano fare a Fano. L’unica cosa chiara è che nella loro testa esiste solo l’ospedale di Pergola – aggiunge – stiamo facendo Case della salute senza medici. Mancano i medici di base, mancano gli infermieri, e soprattutto nessuno parla più di salute mentale – continua – dopo il Covid l’emergenza è esplosa, riguarda sempre di più i giovani, ma non esiste più in nessun piano sociosanitario. Lo psicologo deve diventare un diritto: a scuola, nei quartieri, nella comunità.”
Poi Ricci affronta il tema delle infrastrutture, denunciando immobilismo e scelte miopi.
“La Montelabbatese oggi è tutta dell’ANAS. È il momento di progettare davvero una variante a Morciola, dove il traffico si blocca ogni giorno. È un’opera strategica, fattibile, che va messa sul tavolo nazionale – sulla ferrovia invece – vogliamo farci prendere in giro altri 40 anni con la Fano-Urbino? Io dico basta. La vera sfida oggi è collegare Urbino a Roma, non a Fano. Servono 12 km per unire la Pergola-Fabriano a Calmazzo. Una tratta breve, ma che cambierebbe tutto – così – diamo un ruolo centrale alla stazione di Fabriano, sfruttiamo gli investimenti del PNRR sulla Orte-Falconara. Questo è un progetto strategico, non il trenino della domenica”.
Anche sugli aeroporti Ricci espone una sua chiara visione: “O si rilancia seriamente, mettendo in relazione l’aeroporto delle Marche con gli altri dell’Italia centrale, oppure la smettiamo con i proclami. Le infrastrutture devono portare le persone nelle Marche, non servono solo a tagliare nastri per propaganda”.
Seguono poi politiche sociali, che per Ricci sono completamente sparite dal radar regionale attuale: “Le Marche erano un modello nazionale nel sociale. Oggi non c’è più nulla: nessun convegno, nessuna progettazione, nessun investimento – afferma – le povertà aumentano, le dipendenze crescono, l’edilizia popolare è bloccata e vivere in città come Pesaro, Fano o Urbino è diventato proibitivo – per questo – servono politiche regionali sull’affitto, altrimenti allarghiamo solo il divario tra chi ha e chi non ha”.
Sulla sicurezza, Ricci prende una posizione netta: “La sicurezza è un diritto e riguarda tutti. Non possiamo lasciare i sindaci da soli. Serve un progetto regionale integrato”.
Poi l’attacco al governo e all’attuale giunta regionale: “Non hanno portato un solo euro nuovo in tre leggi di bilancio. Stanno solo spendendo quello che era già stato stanziato da governi precedenti – dice Ricci – ogni volta che tagliano un nastro o presentano un progetto, stanno usando soldi di altri. È una farsa. Stanno vendendo come novità quello che è stato costruito prima”.
Ricci infine chiude con una visione limpida e un messaggio netto ai marchigiani: “Io non voglio tornare al passato. Non sono qui per dire che si stava meglio prima. Ma non possiamo nemmeno accettare questo presente mediocre – afferma – serve un progetto nuovo, serio, che riporti le Marche al centro. Vogliamo una regione sicura, interconnessa, giusta. Una regione che non lasci indietro nessuno. E possiamo farlo solo se cambiamo rotta. Insieme, possiamo fare le Marche grandi”.
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