Preoccupa sempre più il futuro dell’ex Caterpillar di Jesi
JESI – Dal coordinamento provinciale di Ancona di Dipende da noi riceviamo e pubblichiamo: “L’ esito dell’incontro tra i vertici della società IMR, i sindacati di categoria e la Regione Marche sul futuro della ex Caterpillar di Jesi preoccupa ma non sorprende. Da parte di quell’azienda tempi più lunghi per la ripresa delle attività, programmi più incerti e, soprattutto, il taglio di un terzo (26 unità) degli occupati previsti.
“A sorprendere è il disattento silenzio dei molti che dovrebbero vigilare sul rispetto di un accordo siglato sotto l’egida del Ministero dell’Economia. Dopo le giornate davanti ai cancelli, dopo la rivendicazione della storia di una fabbrica prestigiosa e della lotta esemplare e orgogliosa degli operai Sima (la “madre ” di Caterpillar), celebrate dal “tout Paris” delle istituzioni e delle forze politiche (sindaci del territorio, parlamentari, segretari di partito) ora quei lavoratori sembrano abbandonati a se stessi come i naufraghi della Medusa.
“Eppure alla base di quell’ accordo c’era la garanzia della ripresa dell’attività produttiva e del rilancio della fabbrica .IMR era una soluzione ma non l’unica ed ora che si dimostra incapace di rispettare i patti sarebbe necessario e giusto riprendere quella lotta, che non è e non deve essere solo di quei lavoratori ma di tutto il territorio e di tutte le comunità della Vallesina.
“La solitudine di quegli operai ieri negli uffici della Regione è una colpa che pesa su tutti noi e, in primis, su chi davanti a quei cancelli aveva preso impegni e fatto promesse. Alternative all’IMR ci sono e vanno cercate, a cominciare dall’impegno di coinvolgere istituzioni come le Università regionali per uno studio di riconversioni possibili, senza dire dell’attivazione di risorse pubbliche per avviare e sostenere queste scelte.
“Tutto questo però richiede determinazione e impegno a cominciare dalle istituzioni territoriali e dalle forze sociali e politiche. Si parva licet, noi siamo pronti a fare la nostra parte, ci auguriamo che altri ritrovino le ragioni per onorare quelle promesse “Odio gli indifferenti” scriveva Gramsci, ci auguriamo che nessuno giri la testa dall’altra parte”.
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