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Dalle carte ai marketplace: il cashback

Dalle carte ai marketplace: il cashback

(Foto di KM NEHA da Pixabay)

Dopo aver fatto il suo ingresso con il Piano Cashless Italia, il cashback ha proseguito la sua corsa oltre l’iniziativa governativa, diventando di fatto una strategia di marketing intrapresa dalle aziende per alimentare il processo di fidelizzazione di utenti e consumatori.

Il funzionamento del cashback è semplice: coloro che decidono di iscriversi ai vari programmi a disposizione, ricevono indietro una percentuale di quanto speso presso determinati e-commerce, con un rimborso che può assumere la forma dell’accredito su carta associata o del buono da spendere per futuri acquisti.

Al raggiungimento di una data soglia di spesa e talvolta in proporzione a quanto si è pagato, ovvero in maniera incrementale, il cliente si assicura dunque una specie di ritorno sull’investimento.

Si tratta di un tipo di incentivo che, diversamente da coupon, sconti diretti, voucher e altre promo, punta sulla validità nel medio o lungo periodo. Tuttavia, se si parte dall’assunto che comunque determinate spese, come quelle per i generi alimentari, l’abbigliamento, l’elettronica, la farmacia e la cosmetica, devono essere sostenute, tanto vale poter contare su un rimborso sicuro, meglio ancora se in denaro.

Il cashback online

In realtà il cashback ormai è una pratica che si estende a un’ampia varietà di settori, e in modalità diverse.

L’affiliazione alle piattaforme specializzate da parte di numerose aziende, di diversi comparti merceologici e di servizio, fa sì che il cashback non conosca limiti di applicabilità: all’interno di siti come Beruby, Bestshopping, Cashback World e similari si può aderire comprando prodotti enogastronomici, di abbigliamento o tecnologici, ma anche per il tempo libero e la casa, fino anche ai viaggi, dagli hotel ai voli, passando per l’autonoleggio.

In altri casi è possibile addirittura ricevere “cashback” in modo gratuito, guadagnando se si compilano sondaggi che il più delle volte sono utili alle aziende ai fini della profilazione.

L’area dei servizi digitali, oltre al mercato dei prodotti, ha iniziato ad essere al centro di iniziative mirate di cashback aziendale, che assumono caratteristiche diverse a seconda del settore: oltre ai viaggi, già citati, si possono ottenere rimborsi sulla stipula di assicurazioni e sugli abbonamenti alle pay tv come, ad esempio, Mediaset Premium o Netflix, ma anche su servizi di streaming musicale on demand come Spotify. Non solo, tra i vari bonus dei casinò a distanza ha iniziato ad essere richiesto anche quello “cashback”, per ottenere indietro denaro extra, generato da giocate vincenti o non vincenti. E ancora, il cashback si può applicare anche ai pacchetti di corsi e lezioni online, o ai servizi software, come nel caso dei più noti antivirus, VPN e hosting service.

Il cashback territoriale e multichannel

Dal mondo digitale a quello del commercio fisico, il salto è breve, vista la convenienza associata al cashback.

Alcune realtà territoriali hanno infatti iniziato a promuovere questa pratica per incentivare la fidelizzazione da parte degli acquirenti che continuano a preferire il commercio fisico.

Tanti gli esempi, tra cui, proprio nelle Marche, si cita l’iniziativa “Fano al Centro”.

Grazie alla sottoscrizione di un’apposita card, si possono acquistare prodotti o servizi all’interno delle attività locali convenzionate, accumulando credito da spendere in futuro, sempre negli stessi negozi (si va dall’abbigliamento e ottica alle gioiellerie, passando per bar, tabaccherie, ristoranti, ma anche per studi di commercialisti, fotografi e agenzie immobiliari.).

Questo tipo di approccio, utilizzato anche in altre zone d’Italia, evidenzia come il cashback, a prescindere dalla larga risposta in ambito web, sia giudicato conveniente dai consumatori, permettendo inoltre alle aziende locali di fare rete.

Si consideri anche il fatto che gli acquirenti digitali sono gli stessi che continuano a fare spesa nei luoghi fisici, tanto che molte volte il cashback si può ottenere anche utilizzando le app degli store, tipo quelle dei supermercati o dei negozi di catena, direttamente all’interno dei punti vendita, in una forma integrata e “multichannel”, per dirla con una parola in voga nell’ultimo periodo.

(Foto di Roberto Cortese su Unsplash)

Al concetto di omnicanalità si associa infine anche l’opzione cashback resa possibile da alcune carte di pagamento convenzionate con determinati punti vendita o esercizi di vario genere, che vanno dai supermercati alla fornitura di carburante, solo per citarne alcuni.

Da Postepay alla prepagata Verse, le opzioni per chi ama utilizzare il cashback sono svariate, e includono anche delle app dedicate, come ad esempio Revolut, che consente di fare spese per taxi, ristoranti, viaggi e molto altro, recuperando parte del denaro speso, che sarà accreditato direttamente sulla carta. Anche le carte del circuito American Express sono note per i programmi cashback, con restituzioni che possono anche arrivare al 5% del totale speso. Anche il cashback, come ogni altra promo, può essere più conveniente da sottoscrivere in alcuni periodi promozionali, tanto che anche questa modalità di risparmio è oggetto di comparazioni del servizio da parte dei principali compara-prezzi in circolazione.

 

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