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Carlo Iacomucci riesce a trasformare in grandi opere ricordi, pensieri e sogni

Carlo Iacomucci riesce a trasformare in grandi opere ricordi, pensieri e sogni

Nello studio-atelier di Monsano abbiamo ripercorso il cinquantennale viaggio emozionale nel quale l’artista urbinate ha lasciato la sua inconfondibile impronta

di ELPIDIO STORTINI

MONSANO – Carlo Iacomucci, tra i più apprezzati artisti del nostro tempo, riesce ad esprimersi, attraverso creazioni suggestive e poetiche, con un linguaggio armonioso e personale, fatto di simboli e di segni, che ondeggiano tra l’immaginario ed il reale, creando sempre delle sensazioni di movimento. E’ questa la bellezza dell’arte, fatta di incisioni e dipinti, che specchia i colori dell’anima.

Nel corso di un’approfondita visita nel suo studio-atelier ho avuto la possibilità – e, soprattutto, il piacere – di osservare le tante opere di uno straordinario Maestro dell’arte contemporanea. Un marchigiano Doc, Carlo Iacomucci – originario di Urbino (classe 1949), ha vissuto a lungo a Macerata ed ora si è trasferito a Monsano – nato come incisore e diventato ben presto pittore eccellente.

Un artista, Carlo Iacomucci, che riesce a trasformare in opere straordinariamente belle i suoi ricordi, i suoi pensieri, i suoi sogni. Un continuo viaggio emozionale nel quale lascia sempre una sua inconfondibile impronta: le gocce, il vento, i cappelli, gli aquiloni. Un poeta dell’immagine i cui “versi” sono visioni colorate. Per Lui parlano i segni, i colori – sempre brillanti ed intensi – che, mescolati tra loro, infondono gioia e allegria. E, soprattutto, fanno vibrare le corde dei sentimenti e delle emozioni.

I “percorsi arcobaleno” di questo grande Maestro, ad esempio, si muovono dal reale al sognato, dagli occhi del cuore agli sguardi esterni. Ma sempre in volo verso lo spirituale, con una girandola di colori brillanti.

E c’è poi un numero – il sette – che Carlo Iacomucci predilige ed inserisce nelle sue opere. Sette è il simbolo di alleanza tra Dio e l’uomo con elevatezza morale e sette sono i colori della luce, dell’arcobaleno.

Qualche volta il segno, nelle opere del Maestro, prende corpo e diventa “personaggio”. E talvolta anche la morte veste la sua ombra e le lacrime cadono a pioggia, come foglie volate via, scompigliate da colpi di vento impaziente, che entra in scena all’improvviso.

In molti lavori di questo eccellente artista marchigiano sono presenti personaggi ed oggetti (come ad esempio l’aquilone), che danno dinamismo ai quadri e, allo stesso tempo, esprimono un significato simbolico, ma anche realistico della natura da difendere.

Carlo Iacomucci è un personaggio eclettico e mai uguale a sé stesso che, nella pluriennale carriera artistica, si è cimentato in percorsi e stili differenti. Un’abilità espressa perfino sui sassi, trasformati in meravigliose opere, in particolare durante il lungo e complesso periodo della pandemia.

Un’esperienza diversa, anche se non del tutto nuova per questo artista, in quanto, alla fine degli anni 70, quando abitava a Varese, aveva già dipinto parecchi sassi provenienti dal fiume Ticino. Un’idea originale e bellissima che vuole anche essere un messaggio di allegria, in quanto i sassi costituiscono dei piccoli capolavori, pieni di colore e fantasia e raccontano la voglia di stupire e regalare gioia.

Le conoscenze e le esperienze partite dalla sua Urbino, dalle frequentazioni degli ambienti artistici romani, dai contatti con i migliori maestri dell’epoca, compiutamente ai suoi numerosi viaggi all’estero, hanno contribuito alla formazione di Carlo Iacomucci. Una carriera cinquantennale con una continua maturazione culturale. Un vero, grande, artista poliedrico.

Quest’anno ricorrono i 600 anni dalla nascita di uno dei grandi protagonisti del Rinascimento: Federico da Montefeltro. Ed in questo contesto celebrativo si inserisce di diritto il Maestro Carlo Iacomucci, conterraneo del Duca, in quanto nato ad Urbino, che ha trascorso la sua infanzia e la sua fanciullezza, giocando davanti al sagrato della Chiesa di San Bernardino, luogo di sepoltura del Duca.

E per questa speciale ricorrenza il Maestro ha creato alcune opere nelle quali spicca la figura inconfondibile di Federico da Montefeltro, immerso in un paesaggio di gocce, segni, aquiloni, personaggi, lettere, fitti reticoli e tracce con il Palazzo Ducale di Urbino che fa, costantemente, da sfondo alla scena, quasi a voler rimarcare la paternità di questa poderosa opera di ingegneria da parte di Federico.

Osservando, con attenzione, le opere di Iacomucci dedicate al Duca di Montefeltro, si nota che tutte le figure e le forme rappresentate sembrano volere uscire dagli spazi in cui sono state confinate dal Maestro. E tra le più significative c’è un olio su tela: una casacca sospesa fra il cielo e la terra, quasi un manichino che sale in alto, con sopra il cappello del Duca ed intorno il Palazzo ducale.

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Carlo Iacomucci è nato ad Urbino nel 1949, dove ha frequentato l’Istituto Statale d’Arte, meglio noto come Scuola del Libro. Una Scuola di grande tradizione e prestigio.

Dagli anni Ottanta e fino in tempi recenti (escluso il periodo della pandemia), per brevi periodi, si sposta all’estero. Realizza disegni a china ed acquerelli a Parigi, a Praga, a Strasburgo, in Belgio, in Olanda ed in particolar modo, a Londra, dove rimane affascinato dal quartiere “Portobello Road-Notting Hill”.

Illustre incisore e pittore Carlo Iacomucci è uno degli otto “Marchigiani dell’anno” 2014 e, nel corso della sua lunga e prestigiosa carriera, ha ottenuto moltissimi riconoscimenti nazionali ed internazionali, tra i quali, nel 2021, quella di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, con decreto del Presidente della Repubblica, per motivi artistici e culturali.

Nel 1999 è stato uno dei fondatori, con don Ezio Feduzi, della Galleria d’Arte Contemporanea della Fondazione “Il Pellicano” dei Trasanni di Urbino.

Professore di discipline pittoriche e di Educazione delle Arti Visive, dal 1973 al 2008, all’Accademia di Belle Arte di Lecce, poi al Liceo Artistico di Varese e di Macerata.

Ha partecipato a tante mostre importanti. Da ricordare la 54^ Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia – Padiglione Italia per Regioni -, a cura di Vittorio Sgarbi e la Biennale Arte Contemporanea “Premio Marche 2018”, al Forte Malatesta di Ascoli Piceno.

Nel febbraio 2020 ha ricevuto il Premio Pegaso, come miglior disegno, al concorso promosso dall’Istituto Superiore della Sanità.  Nel 2021 è stata allestita una sua mostra personale “The Resilience Of Art – Il viaggio di Carlo Iacomucci fra pittura e incisione” a cura di Gabriele Bevilacqua, coordinatore Enrico Carrescia con O.D.V., nelle Sale Museali di Palazzo Bisaccioni, a Jesi.

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Per info: carloiacomucci@libero.it – tel. 320.0361833

Nelle foto: il Maestro Carlo Iacomucci nello studio-atelier di Monsano e, subito sotto, alcune delle sue principali opere

 

 

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