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Una riflessione di Massimo Bellucci: “Chi ha familiari anziani con gravi patologie ha la sensazione di essere abbandonato a se stesso”

Una riflessione di Massimo Bellucci: “Chi ha familiari anziani con gravi patologie ha la sensazione di essere abbandonato a se stesso”

di MASSIMO BELLUCCI

Leggo che l’Italia è tra gli ultimi paesi in Europa per investimenti in servizi a favore degli anziani.

Uno studio citato in un articolo pubblicato recentemente sulla Voce Misena, stabilisce un collegamento tra l’assistenza ad anziani con gravi patologie e casi di depressione nei familiari. Leggo anche che Papa Francesco è andato in Nord America a chiedere scusa per le violenze inflitte ai nativi americani.

Posso affermare che chi ha familiari anziani con gravi patologie ha la netta sensazione di essere abbandonato a se stesso. Ore perse per domande su moduli che poi risultano da rifare. Certo, alla fine un infermiere che viene a casa a fare qualche flebo o un medico che fa una visita si trova. Ma ci sono tante incombenze quotidiane, innumerevoli file (file da un medico o da una segretaria per consegnare o prendere fogli da portare in un altro edificio), specifiche domande e procedure diverse per ogni cosa di cui un anziano non autosufficiente ha bisogno.

C’è questa immagine di Papa Francesco col tipico copricapo da “indiano d’America” fatto di lunghe piume mentre si reca in visita ai discendenti dei nativi americani.

Riconoscere gli errori del passato e chiedere scusa è encomiabile, anche se con diversi anni di ritardo. Ma la cosa più importante è imparare dagli errori per non commetterli di nuovo. I nativi americani sono stati offesi nei loro simboli e oppressi nella loro vita materiale, col risultato di determinarne il genocidio. Popolazioni con un rapporto equilibrato con la terra, con un patrimonio saperi ereditato da generazioni.

Chi sono, fatte le dovute differenze, i nativi oggi? Chi sono coloro che non dobbiamo opprimere, bensì da proteggere, perché sono una ricchezza di cui ci accorgiamo solo quando viene a mancare?

Credo siano i nostri anziani. E abbandonarli a se stessi, smantellare la sanità territoriale, non facilitare il compito di chi assiste, a partire dalle “piccole” cose, credo sia un delitto. E’ una questione innanzitutto di attenzione. Chi governa semplicemente non vede il problema. I corposi tagli al sistema sanitario si sono abbattuti soprattutto sulle fasce più fragili. E anche quando si parla di “sociale” lo si fa in astratto, o come di un costo a perdere. Gli anziani sono una fascia debole perché l’abbiamo resa tale. Ma sono una forza, una preziosa risorsa di saperi. Ma a chi importa veramente? Poi non servirà chiedere scusa tra tanti anni.

 

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