FANOIN PRIMO PIANOSPETTACOLI

Per FanoTeatro da novembre ad aprile ventidue serate di spettacolo

Per FanoTeatro da novembre ad aprile ventidue serate di spettacolo

FANO – Ventidue serate di spettacolo da novembre ad aprile per FANOTEATRO – stagione della Fondazione Teatro della Fortuna realizzata in collaborazione con AMAT e con il contributo del Comune di Fano, Regione Marche e del MiC – che con rinnovato entusiasmo è pronto ad accogliere al Teatro della Fortuna da novembre ad aprile un ricco cartellone declinato secondo le molteplici espressioni del mondo teatrale.

Apertura di sipario il 1 novembre con un fuori abbonamento, Pupo di zucchero. La festa dei morti di Emma Dante, indiscussa protagonista del teatro italiano di questi anni, una favola barocca di solitudine e vecchiaia per celebrare la memoria dei defunti e la pienezza della vita attraverso l’ombra delle loro esistenze passate. Liberamente tratto da Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile, lo spettacolo racconta la storia di un vecchio alle prese con i propri ricordi, intento a preparare un tradizionale pupo di zucchero per la ricorrenza dei morti. Accanto a Carmine Maringola, abile cantastorie che maneggia con cura una lingua vivida, recitano Nancy Trabona, Maria Sgro e Federica Greco, Sandro Maria Campagna, Giuseppe Lino, Stephanie Taillandier, Tiebeu Marc-Henry Brissy Ghadout, Martina Caracappa e Valter Sarzi Sartori.

Uno straordinario cast tutto al femminile composto da Valentina Acca, Verdiana Costanzo, Federica Fracassi, Federica Fresco, Ilaria Genatiempo, Lucia Lavia, Viola Marietti, Emilia Scarpati Fanetti diretto da Andrea Baracco dà vita dal 4 al 6 novembre a Otello da William Shakespeare, traduzione e drammaturgia di Letizia Russo, primo appuntamento della stagione in abbonamento. Con Otello Shakespeare ha consegnato alla letteratura occidentale uno dei suoi personaggi più archetipici, Iago, qui interpretato da Federica Fracassi che stabilirà ogni sera, attraverso un gioco scenico, chi interpreterà i ruoli di Otello e Desdemona contesi tra Lucia Lavia ed Emilia Scarpati Fanetti. La tragedia del Moro di Venezia affonda le proprie radici nella linea d’ombra su cui ognuno di noi cammina come un funambolo in cerca di equilibrio, nella speranza, ma senza la certezza, di non cadere mai.

Il compleanno, messo in scena per la prima volta il 28 aprile 1958 all’Arts Theatre di Cambridge e diretta da Peter Wood, è una delle pièce più apprezzate e rappresentate di Harold Pinter che la scrisse a soli 27 anni, influenzato dal teatro dell’assurdo di Samuel Beckett e dalla lettura del Processo di Franz Kafka, di cui lo stesso Pinter realizzò nel 1993 una sceneggiatura cinematografica. Il grande Maestro internazionale Peter Stein firma la regia di questo nuovo allestimento a Fano dal 18 al 20 novembre. In scena alcuni dei suoi attori più “fedeli” e capaci come Maddalena Crippa, Alessandro Averone e Gianluigi Fogacci, affiancati da Fernando Maraghini, Alessandro Sampaoli, Elisa Scatigno, per uno spettacolo il cui debutto è previsto per ottobre 2022.

Il Teatro della Fortuna di Fano rinnova la sua vocazione di luogo votato alla creazione artistica e ospita la residenza di riallestimento di Stanno sparando sulla nostra canzone una black story musicale di Giovanna Gra, con Veronica Pivetti, Cristian Ruiz e Brian Boccuni, ideazione scenica e regia Gra&Mramor e musiche Alessandro Nidi, in scena dal 16 al 18 dicembre. Siamo in America, nei mitici anni Venti. Anni d’oro e ruggenti. I baci e gli abbracci non sono più sconsigliati, l’epidemia di spagnola un lontano ricordo. Gli scampati corteggiano le sopravvissute. Le sopravvissute si danno alla pazza gioia e sanno che la speranza l’ultima a morire. Siamo in pieno proibizionismo, la malavita prospera e con essa un folto sottobosco di spregiudicati. Questa l’atmosfera dell’avvincente storia accompagnata dalla contemporaneità di canzoni fra le più note e trascinanti della musica pop e rock.

Un omaggio al teatro e alla sua dimensione onirica e passionale dal 13 al 15 gennaio con Nuda, spettacolo delle meraviglie per gli occhi e una gioia per il cuore, scritto e diretto da Daniele Finzi Pasca, con Melissa Vettore, Beatriz Sayad, Jess Gardolin, Micol Veglia, Francesco Lanciotti. Ispirata all’omonimo romanzo di Daniele Finzi Pasca, Nuda è uno spettacolo denso di mistero e stupore, dove profondità e abissi sono in continuo dialogo con un mondo leggero e luminoso, fatto di piani che si sovrappongono e giocano tra loro. Cinque straordinari artisti interpretano un lavoro in cui la potenza teatrale si sposa con una narrazione poetica, in assoluta armonia con il teatro fisico e la danza aerea. Un gioco acrobatico e teatrale reso possibile da un sistema di volo innovativo, insieme a un’installazione di luci interattiva intrecciata alla narrazione e un potente universo sonoro che compongono questo spettacolo magico e surreale.

Dal 3 al 5 marzo Nancy Brilli e Chiara Noschese sono le protagoniste di Manola di Margaret Mazzantini, regia di Leo Muscato, collaudato spettacolo sulle scene dei maggiori teatri italiani. Due sorelle gemelle in contrasto tra loro, come due pianeti opposti nello stesso emisfero emotivo, una maratona impudica e commovente che svela l’intimità femminile in tutte le sue scaglie, un testo sfrenato che prevede due interpreti formidabili per una “prova circense senza rete” che invoca l’umano in ogni sua singola cellula teatrale. Le due per un gioco scenico si rivolgono alla stessa terapeuta dell’occulto e svuotano il serbatoio di un amore solido come l’odio.

Paolo Genovese firma la sua prima regia teatrale portando in scena dal 24 al 26 marzo l’adattamento di Perfetti sconosciuti, una brillante commedia sull’amicizia campione d’incassi al cinema, sull’amore e sul tradimento, che porterà quattro coppie di amici (cast in via di definizione) a confrontarsi e a scoprire di essere “perfetti sconosciuti”. Durante una cena, un gruppo di amici decide di fare un gioco della verità mettendo i propri cellulari sul tavolo, condividendo tra loro messaggi e telefonate. Metteranno così a conoscenza l’un l’altro i propri segreti più profondi.

FANOTEATRO si avvia alla conclusione dal 14 al 16 aprile con un cast al femminile per la commedia Fiori d’acciaio di Robert Harling, affidata all’interpretazione di Tosca D’Aquino, Rocío Muñoz Morales, Martina Difonte e altre tre attrici in via di definizione. “Fiori d’acciaio, nella sua versione cinematografica, è uno dei romanzi di formazione – dichiara Michela Andreozzi che condivide la regia con Massimiliano Vado – della mia prima giovinezza, storie di donne, grandi figure femminili che crescono, sbagliano, si confrontano, amano, odiano, combattono e qualche volta muoiono. Fiori d’acciaio, che vidi in sala poco più che adolescente, è stato il film che più di ogni altro mi ha spiegato cosa significhi essere donne e, nonostante ciò, fare fronte comune, ovvero la famosa, leggendaria, solidarietà femminile”.

Da mercoledì 21 a domenica 25 settembre rinnovi abbonamenti con conferma turno e posto, da martedì 27 a giovedì 29 settembre rinnovi abbonamenti con possibilità di cambi turno e/o posto, da sabato 1 a mercoledì 12 ottobre nuovi abbonamenti. Vendita presso botteghino del teatro dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 17.30 alle 19.30 (comprese le domeniche), chiuso il 26 e 30 settembre.

Informazioni: Teatro della Fortuna tel. 0721 830742, www.teatrodellafortuna.it, AMAT tel. 071 2072439, www.amatmarche.net.

IL PROGRAMMA

martedì 1 NOVEMBRE

PUPO DI ZUCCHERO

la festa dei morti

FUORI ABBONAMENTO

liberamente ispirato a lo cunto de li cunti di Gianbattista Basile

testo e regia Emma Dante

con Carmine Maringola [il Vecchio], Nancy Trabona [Rosa], Maria Sgro [Viola]

Federica Greco [Primula], Sandro Maria Campagna [Pedro], Giuseppe Lino [Papà]

Stephanie Taillandier [Mammina], Tiebeu Marc-Henry Brissy Ghadout [Pasqualino]

Martina Caracappa [zia Rita], Valter Sarzi Sartori [zio Antonio]

costumi Emma Dante

sculture Cesare Inzerillo

luci Cristian Zucaro

assistente ai costumi Italia Carroccio

assistente di produzione Daniela Gusmano

coordinamento e distribuzione Aldo Miguel Grompone, Roma

produzione Sud Costa Occidentale

in coproduzione con Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Scène National Châteauvallon-Liberté /

ExtraPôle Provence-Alpes-Côte d’Azur / Teatro Biondo di Palermo / La Criée Théâtre National de

Marseille / Festival d’Avignon / Anthéa Antipolis Théâtre d’Antibes / Carnezzeria

e con il sostegno dei Fondi di integrazione per i giovani artisti teatrali della DRAC PACA e della Regione Sud

Si devono avere ricordi di molte notti d’amore, nessuna uguale all’altra, di grida di partorienti, e di lievi, bianche puerpere addormentate che si richiudono. Ma anche presso i moribondi si deve essere stati, si deve essere rimasti presso i morti nella camera con la finestra aperta e i rumori che giungono a folate. E anche avere ricordi non basta. Si deve poterli dimenticare, quando sono molti, e si deve avere la grande pazienza di aspettare che ritornino. Poiché i ricordi di per se stessi ancora non sono. Solo quando divengono in noi sangue, sguardo e gesto, senza nome e non più scindibili da noi, solo allora può darsi che in una rarissima ora sorga nel loro centro e ne esca la prima parola di un verso. [Da I quaderni di Malte Laurids Brigge di Rainer Maria Rilke]

Il 2 novembre è il giorno dei morti. Un vecchio ‘nzenziglio e spetacchiato, rimasto solo in una casa vuota, prepara una pietanza tradizionale per onorare la festa. Con acqua, farina e zucchero il vecchio impasta l’esca pe li pesci de lo cielo: il pupo di zucchero, una statuetta antropomorfa dipinta con colori vivaci. In attesa che l’impasto lieviti richiama alla memoria la sua famiglia di morti. La casa si riempie di ricordi e di vita: mammina, una vecchia dal core tremmolante, il giovane padre disperso in mare, le sorelle Rosa, Primula e Viola “tre ciuri c’addorano ‘e primmavera”, Pedro dalla Spagna che si strugge d’amore per Viola, zio Antonio e zia Rita che s’abboffavano ‘e mazzate, Pasqualino il figlio adottivo.

Secondo la tradizione in alcuni luoghi del Meridione c’è l’usanza di organizzare banchetti ricchi di dolci e biscotti in cambio dei regali che, il 2 novembre, i parenti defunti portavano ai bambini dal regno dei morti. Durante il rituale, in quella notte, la cena era un momento di patrofagia simbolica; nel senso che il valore originario dei dolci antropomorfi era quello di raffigurare le anime dei defunti. Cibandosi di essi, era come se ci si cibasse dei propri cari.

Liberamente ispirato allo cunto de li cunti di Gianbattista Basile, lo spettacolo racconta la storia di un vecchio che per sconfiggere la solitudine invita a cena, nella loro antica dimora, i defunti della famiglia. Nella notte fra l’uno e il due novembre, lascia le porte aperte per farli entrare.

Nello spettacolo, sono presenti dieci sculture create da Cesare Inzerillo che mostrano il corpo osceno della morte. In Pupo di zucchero la morte non è un tabù, non è scandalosa, ciò che il vecchio vede e ci mostra è una parte inscindibile della sua vita. Ciò non può che intenerirci. La stanza arredata dai ricordi diventa una sala da ballo dove i morti, ritrovando le loro abitudini, festeggiano la vita.

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venerdì, sabato, domenica 4, 5, 6 NOVEMBRE

 OTELLO

da William Shakespeare

traduzione e drammaturgia Letizia Russo

con (in o.a.) Valentina Acca, Verdiana Costanzo, Federica Fracassi

Federica Fresco, Ilaria Genatiempo, Lucia Lavia

Viola Marietti, Emilia Scarpati Fanetti

regia Andrea Baracco

scene Marta Crisolini Malatesta

costumi Graziella Pepe

luci Simone De Angelis

musiche Giacomo Vezzani

produzione Teatro Stabile dell’Umbria

con il contributo speciale della Fondazione Brunello e Federica Cucinelli

Lo spettacolo sarà portato in scena da uno straordinario cast tutto al femminile composto da: Valentina Acca, Verdiana Costanzo, Federica Fracassi, Federica Fresco, Ilaria Genatiempo, Lucia Lavia, Viola Marietti, Emilia Scarpati Fanetti. Federica Fracassi, nei panni di Iago, stabilirà ogni sera, attraverso un gioco scenico, chi interpreterà i ruoli di Otello e Desdemona contesi tra Lucia Lavia ed Emilia Scarpati Fanetti.

Con Otello, Shakespeare ha consegnato alla letteratura occidentale uno dei suoi personaggi più archetipici: Iago. E, attraverso l’abisso in cui la sua azione diabolica precipita Otello e Desdemona, una riflessione spietata, eppure carica di pietas, sulle debolezze umane e sull’imprevedibile capacità che abbiamo di generare il male e di accoglierlo come insospettabile parte di noi stessi. La potenza del triangolo Otello-Iago-Desdemona sta nella corsa verso la distruzione di sé e degli altri, in un gioco che trasforma l’immaginazione in realtà e la realtà in immaginazione.

Io non sono ciò che sono, dichiara Iago nella prima scena del primo atto. Questa definizione che dà di sé non cessa di essere vera se applicata anche agli altri protagonisti della tragedia. Cosa siamo, noi esseri umani, se non materia instabile, che le circostanze possono spingere alle scelte più estreme, alle scoperte interiori più inattese, e ai gesti più feroci?

La tragedia del Moro di Venezia affonda le proprie radici nella linea d’ombra su cui ognuno di noi cammina come un funambolo in cerca di equilibrio, nella speranza, ma senza la certezza, di non cadere mai.

NOTE DI REGIA

Il testo di Otello, con le sue domande abissali sull’ambiguità della natura e delle relazioni umane, mi accompagna da molti anni. Esiste, poi, nel testo, un altro tema per me cruciale: la riflessione sulla profonda affinità tra ciò che è teatro e ciò che è vita. Caso e realtà sono le due forze che muovono la storia, gli elementi che Iago, raffinato improvvisatore, combina e manipola per realizzare il suo sogno di perdente radicale, di anima votata alla rovina dentro e fuori di sé. Al contrario di molti grandi protagonisti shakespeariani, Iago conosce il proprio desiderio oscuro, ma costruisce solo nel tempo, e improvvisando, i dettagli del proprio piano, trasformando scena dopo scena un’oscura volontà in una concreta e collettiva discesa agli inferi. Il suo agire è quello dell’autore che plasma i propri personaggi, è quello del regista che crea l’universo in cui farli vivere (e morire), è quello dell’attore che conosce l’altro da sé perché non teme di conoscere se stesso. Accanto a lui, Otello e Desdemona, complici involontari del suo disegno, e vittime di un caso che non dà loro la possibilità di riscattarsi neanche sul piano della grande storia. Confrontarsi con Otello nel contemporaneo, poi, significa anche scegliere se fondare la propria riflessione sugli aspetti sociali e di dibattito pubblico che il testo genera nei nostri tempi, o affrontarlo cercandone i principi poetici più profondi, le domande più universali. Per l’amore che ho per questo testo, sento la responsabilità di restituirlo al pubblico come squarcio sull’umano e sulle sue contraddizioni.

Da queste considerazioni, ho immaginato il progetto fondandolo su due pilastri: un cast esclusivamente femminile, e un meccanismo scenico in cui caso e scelta trasformano lo spettacolo, replica dopo replica, in un’esperienza in parte irripetibile.

Il cast totalmente femminile non è una scelta estetica o formale. È un inganno. Attraverso cui, però, prenderemo per mano il pubblico e lo accompagneremo in un viaggio dentro una storia e dei personaggi universali, più forti dei secoli che ci separano dall’epoca in cui sono stati concepiti. Il meccanismo teatrale vedrà Iago, sera dopo sera, giocare con la sorte: di fronte al pubblico stabilirà, aiutato dalla sorte, chi interpreterà Otello e chi Desdemona, assumendo fino in fondo, in questa storia fatta di finzione, verità, e fato, il ruolo di autore, attore e regista della vicenda. Le attrici chiamate ad alternarsi nei ruoli di Desdemona e Otello conosceranno insieme al pubblico la propria sorte, e attraverseranno, da due punti di vista completamente diversi, il destino che attende i loro personaggi. (Andrea Baracco)

NOTE DI DRAMMATURGIA

Mai come nell’Otello di Shakespeare il principio per cui la parola non è pura descrizione della realtà, ma strumento di creazione della realtà stessa, si fa vivo e evidente.

Ogni destino, in questa tragedia, si compie attraverso la parola. Desdemona si innamora dei racconti di Otello sul proprio passato. Otello conosce il mostro dagli occhi verdi grazie alle parole di Iago. Iago sottomette tutti, anche se stesso, alle proprie parole inventate o soltanto insinuate, fino a ridursi al silenzio. Per questo progetto, il lavoro della drammaturgia sarà stratificato: inizierà con una nuova traduzione dell’originale shakespeariano, per restituirne la possibilità di dialogare col presente. Poi, diventerà ricerca di una lingua diversificata e specifica: bassa, insinuante, pericolosa quella di Iago; in precipitosa trasformazione e frammentazione quella di Otello; concreta e cristallina quella di Desdemona; vivida e sintetica quella di ognuno degli altri personaggi.

Come fosse materia organica, la lingua sarà accadimento e spazio, universo in trasformazione. Un’isola in cui i destini degli esseri umani mostrano il volto terribile del Fato. (Letizia Russo)

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venerdì, sabato, domenica 18, 19, 20 NOVEMBRE

 IL COMPLEANNO

(The birthday party)

di Harold Pinter

traduzione Alessandra Serra

con Maddalena Crippa, Alessandro Averone, Gianluigi Fogacci

Fernando Maraghini, Alessandro Sampaoli, Elisa Scatigno

regia Peter Stein

assistente alla regia Carlo Bellamio

scene Ferdinand Woegerbauer

costumi Anna Maria Heinreich

luci Andrea Violato

assistente alla produzione Cecilia Negro

produzione TieffeTeatro Milano/TSV-Teatro Nazionale/Viola Produzioni

Il Compleanno è stato messo in scena per la prima volta il 28 aprile 1958 all’Arts Theatre di Cambridge e diretta da Peter Wood, è una delle pièce più apprezzate e rappresentate di Harold Pinter che la scrisse a soli 27 anni, influenzato dal teatro dell’assurdo di Samuel Beckett e dalla lettura del Processo di Franz Kafka, di cui lo stesso Pinter realizzo nel 1993 una sceneggiatura cinematografica.

La vicenda di Compleanno parte da una situazione apparentemente innocua per poi sfociare nell’inverosimile per via dei suoi personaggi. Individui paurosi, isolati dal mondo in uno spazio ristretto, infelici ma al sicuro. Fintantoché non arriva qualcosa o qualcuno, a scuotere il loro pertugio e a rappresentare una minaccia, un teatro che mette in scena individui soffocati dalla repressione, spesso neanche consapevoli della loro condizione, anzi convinti di essere in effetti uomini totalmente liberi.

Peter Stein riprende dopo la sua fortunata edizione di Ritorno a casa il suo personale viaggio nella straordinaria drammaturgia pinteriana e lo fa ancora con un testo giovanile del grande autore inglese e ancora con una cosiddetta “commedia della minaccia”, ovvero una commedia dall’inizio apparentemente normale che evolve in situazioni assurde, ostili o minacciose. In scena alcuni dei suoi attori più “fedeli” come Maddalena Crippa, Alessandro Averone e Gianluigi Fogacci per uno spettacolo il cui debutto è previsto per ottobre 2022.

Per TieffeTeatro è ancora una straordinaria occasione di collaborare con uno dei più grandi registi contemporanei dopo l’avventura meravigliosa de I Demoni (2010) e la sua tournée internazionale.

I 63 anni che sono passati dalla creazione del Compleanno di Harold Pinter non hanno tolto niente del suo effetto enigmatico ed inquietante. Un tipo perdente con un passato non molto chiaro è raggiunto da questo passato, messo sotto terrore e con forza cambiato in un uomo che segue rigorosamente le regole ferree della vita quotidiana.

L’atmosfera di una minaccia continua non smette mai – come nella vita di tutti noi – di dominare qualsiasi azione, La domanda: chi siamo noi? Alla quale non possiamo mai rispondere perché una falsa o oscura memoria si mischia con la nostra voglia di metterci in scena, sta al centro di questo compleanno d’orrore. Peter Stein

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venerdì, sabato, domenica 16, 17, 18 DICEMBRE

RESIDENZA DI RIALLESTIMENTO

 STANNO SPARANDO

SULLA NOSTRA CANZONE

una black story musicale di Giovanna Gra

musiche Alessandro Nidi

ideazione scenica e regia Gra&Mramor

con Veronica Pivetti

e con Cristian Ruiz, Brian Boccuni

aiuto regia Alessandro Marverti

arrangiamenti musicali Alessandro Nidi, Elio Baldi Cantù

luci Eva Bruno

fonica Andrea Mazzucco

costumi Valter Azzini

produzione a.ArtistiAssociati

in collaborazione con Pigra srl

Siamo in America, nei mitici anni venti. Anni d’oro e ruggenti. I baci e gli abbracci non sono più sconsigliati, l’epidemia di spagnola un lontano ricordo. In ogni pentola, o quasi, frigge quel che passa il convento, ma anche una bella manciata di futuro fresco e incontaminato. Gli scampati corteggiano le sopravvissute. Le sopravvissute si danno alla pazza gioia e sanno che la speranza l’ultima a morire. Siamo in pieno proibizionismo, la malavita prospera e con essa un folto sottobosco di spregiudicati.

Questa l’atmosfera della nostra storia accompagnata dalla contemporaneità di canzoni fra le più note e trascinanti della musica pop e rock. Protagonista di questa black story, una sensuale e spiritosa Veronica Pivetti, in arte Jenny Talento, fioraia di facciata ma, in realtà, venditrice d’oppio by night, che finisce col cedere alle avances di un giovane e inesperto giocatore di poker, Nino Miseria. La voglia di risorgere, dopo gli anni della pandemia, soffia sulla passione, e Jenny si lascia trascinare in un mondo perduto fatto di malavita, sesso, amore e gelosia. Fino a quando il gangster più temuto della città, Micky Malandrino, un visionario dal mitra facile spacciatore di sentimenti e tentazioni, non pretende da lei la restituzione di un vecchio debito contratto dal suo amante. Dopo qualche resistenza, la donna cede, ma poi ci ripensa trascinandoci all’epilogo, in una resa dei conti salata e non più rinviabile, con un finale in crescendo decisamente esplosivo. Uno spettacolo incalzante dalle atmosfere retrò, travolte e stravolte da un allestimento urban, spolverato dai fumi colorati delle strade di Manhattan, da occhiali scuri, mitra, calze a rete, scintille e canzoni. E dalla travolgente esuberanza di un mondo risorto alla vita. Veronica Pivetti

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venerdì, sabato, domenica 13, 14, 15 GENNAIO

 NUDA

autore, regista, designer luci Daniele Finzi Pasca

musiche Maria Bonzanigo

scenografia e accessori Hugo Gargiulo

costumi Giovanna Buzzi

video designer Roberto Vitalini per Bashiba.com

direttore di produzione, co-designer luci Marzio Picchetti

scenografo associato Matteo Verlicchi

interpreti Melissa Vettore, Beatriz Sayad, Jess Gardolin

Micol Veglia, Francesco Lanciotti

produzione Compagnia Finzi Pasca

in co-produzione con Gli Ipocriti Melina Balsamo, Fondazione Teatro della Toscana

LAC Lugano Arte e Cultura, Chekhov International Theatre Festival

TKM Théâtre Kléber-Méleau, Festival Internacional Cervantino

partner di creazione Cornèrcard, Caffè Chicco d’oro, Grand Hotel Villa Castagnola

Fidinam, Fondazione Ferdinando e Laura Pica-Alfieri, Lugano

AIL, Sintetica, Associazione Amici della Compagnia Finzi Pasca

con il sostegno di Città di Lugano, Cantone Ticino

Pro Helvetia, Fondazione Lugano per il Polo culturale

Ispirata all’omonimo romanzo di Daniele Finzi Pasca, Nuda, la nuova creazione della Compagnia è uno spettacolo denso di mistero e stupore, dove profondità e abissi sono in continuo dialogo con un mondo leggero e luminoso, fatto di piani che si sovrappongono e giocano tra loro. Cinque straordinari artisti interpretano uno spettacolo in cui la potenza teatrale si sposa con una narrazione poetica dal sapore onirico, in assoluta armonia con il teatro fisico e la danza aerea. Due gemelle, cresciute insieme in una famiglia “eccentrica”, eppure così simile a quella di tutti, si toccano, si sfiorano, a volte si calpestano, per poi riscoprirsi in un abbraccio pieno di gioia e libertà ritrovate.  Un gioco acrobatico e teatrale reso possibile da un sistema di volo innovativo, insieme  a un’installazione di luci interattiva intrecciati alla narrazione e un potente universo sonoro, compongono insieme questo spettacolo magico e surreale.

Da ragazzo la lettura di Über das Marionettentheater di Heinrich von Kleist mi aveva impressionato molto e ha condizionato negli anni tutto il mio modo di pensare il teatro. Gli attori con i quali ho deciso di lavorare sono sempre stati artisti abituati a un controllo del corpo raffinato e delicato perché chiedo a loro distacco e leggerezza. Ho viaggiato e incontrato sciamani e gente che cura in paesi lontani provando a capire come espandere l’intuizione. Cerco la musica nelle parole, l’empatia nei gesti, la diafanità dei sogni nelle immagini. Anche in Nuda tutto danza e lievità costruendo attimi di giocosità mentre con l’ingenuità dei bambini si parla di mostri che vivono accanto a noi, di sangue e di ammazzamenti. Viaggiando ho incontrato altri colleghi che hanno il mio stesso problema quando ci viene chiesto che teatro facciamo. Non sappiamo rispondere… Lavoro con gli stessi creatori da anni e insieme diamo vita a storie di casa nostra usando le arti dell’illusione e l’eleganza di interpreti carichi di carisma. Daniele Finzi Pasca

Un omaggio al teatro e alla dimensione onirica e passionale. “Corriere del Ticino”

I voli poetici dei Finzi Pasca: lo spettacolo delle meraviglie. “Corriere della Sera, Sette”

Uno spettacolo per gli occhi, una gioia per il cuore. “La Regione”

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venerdì, sabato, domenica 3, 4, 5 MARZO

 MANOLA

con Nancy Brilli, Chiara Noschese

di Margaret Mazzantini

regia Leo Muscato

scene Federica Parolini

costumi Lisa Rufini

disegno luci Alessandro Verazzi

assistente alla regia Alessandra De Angelis

assistente scene e costumi Eleonora De Leo

produzione Enfi Teatro – Teatro Il Parioli

Due sorelle gemelle in contrasto tra loro, come due pianeti opposti nello stesso emisfero emotivo. Anemone, sensuale e irriverente, che aderisce ad ogni dettaglio della vita con vigoroso entusiasmo, e il suo opposto Ortensia, uccello notturno, irsuta e rabbiosa creatura in cerca di una perenne rivincita. Le due per un gioco scenico si rivolgono alla stessa terapeuta dell’occulto e svuotano il serbatoio di un amore solido come l’odio. Ed è come carburante che si incendia provocando fiamme teatrali ustionanti, sotto una grandinata di risate. In realtà la Manola del titolo, perennemente invocata dalle due sorelle, interlocutore mitico e invisibile, non è altro che la quarta parete teatrale sfondata dal fiume di parole che Anemone e Ortensia rivolgono alla loro squinternata coscienza attraverso un girotondo di specchi, evocazioni, malintesi, rivalse canzonatorie. Una maratona impudica e commovente, che svela l’intimità femminile in tutte le sue scaglie. Come serpenti storditi le due finiranno per fare la muta e infilarsi nella pelle dell’altra, sbagliando per l’ennesima volta tutto. Perché un equivoco perenne le insegue nell’inadeguatezza dei loro ruoli esistenziali. Un   testo sfrenato che prevede due interpreti formidabili per una prova circense senza rete. Ma che invoca l’umano in ogni sua singola cellula teatrale. Margaret Mazzantini

APPUNTI PER UNA MESSA IN SCENA

DI LEO MUSCATO

Manola è un testo pirotecnico, un flusso di parole e di pensieri che catapultano lo spettatore da una parte all’altra della propria immaginazione; è un blob di discorsi a metà strada tra la follia tragicomica di Beckett e l’ironia sferzante dei fratelli Marx. Protagoniste sono Anemone e Ortensia, due gemelle alquanto anomale. Per una manciata di secondi sono nate in due giorni diversi, una giovedì 16, l’altra venerdì 17. Forse è anche per questo che le loro personalità, i loro caratteri hanno assunto dimensioni opposte. Una è libera, aperta, positiva e propositiva; l’altra è oppressa, chiusa, negativa e insicura; una ignorante, l’altra coltissima; una piuttosto superficiale, l’altra eccessivamente ideologizzata; una veste sempre di rosso, l’altra solo di nero; una punta tutto sulla sua bellezza, l’altra si sente sempre e solo un “ciofegone”. Si detestano con tutte le forze, ma non riescono a fare a meno l’una dell’altra. Non si scambiano una parola; entrambe si rivolgono a una certa Manola, forse una maga, un’analista, una divinità ultraterrena, un’amica immaginaria, o soltanto la loro coscienza. Attraverso monologhi incrociati assurdi ed esilaranti prendono forma i loro tragicomici pensieri, paure, ricordi, invenzioni, che sembrano prefigurare un futuro con le stesse dinamiche relazionali del loro passato. Ma a un certo punto nella loro vita compare un uomo multiforme, che arriva a stravolgere le loro esistenze, sovvertendo tutte le loro piccole grandi certezze.

Da alcune cose che dicono si evince che le due vivano nel vecchio albergo ormai in disuso ereditato dai loro genitori. Dormono sempre nella stessa camera e nello stesso letto, come quando erano bambine. Ma adesso questa stanza è invasa da una massa informe, molliccia e schifosa, una melma che lentamente si sta mangiando tutta la stanza. Ma Anemone e Ortensia sono due fiori che sanno resistere alle brutture del mondo che le circonda, e sanno renderlo più bello.

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venerdì, sabato, domenica 24, 25, 26 MARZO

 PERFETTI SCONOSCIUTI

uno spettacolo di Paolo Genovese

cast in via di definizione

produzione Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo e Leone Film Group

in coproduzione con Fondazione Teatro della Toscana

Paolo Genovese firma la sua prima regia teatrale portando in scena l’adattamento di Perfetti sconosciuti.

Una brillante commedia sull’amicizia, sull’amore e sul tradimento, che porterà quattro coppie di amici a confrontarsi e a scoprire di essere “perfetti sconosciuti”.

Ognuno di noi ha tre vite: una pubblica, una privata ed una segreta.

Un tempo quella segreta era ben protetta nell’archivio della nostra memoria,  oggi nelle nostre sim.

Cosa succederebbe se quella minuscola schedina si mettesse a parlare?

Durante una cena, un gruppo di amici decide di fare un gioco della verità mettendo i propri cellulari sul tavolo, condividendo tra loro messaggi e telefonate.

Metteranno così a conoscenza l’un l’altro i propri segreti più profondi…

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venerdì, sabato, domenica 14, 15, 16 APRILE

FIORI D’ACCIAIO

di Robert Harling

con Tosca D’Aquino, Rocío Muñoz Morales, Martina Difonte

e altre tre attrici in via di definizione

regia Michela Andreozzi, Massimiliano Vado

produzione Corte Arcana, Virginy Film, L’Isola Trovata

Fiori d’acciaio, nella sua versione cinematografica, è uno dei romanzi di formazione che hanno accompagnato la mia prima giovinezza, insieme a Piccole donne, Harry ti presento Sally e Colazione da Tiffany: storie di donne, grandi figure femminili che crescono, sbagliano, si confrontano, amano, odiano, combattono e qualche volta muoiono. Più della letteratura, o forse in modo più efficace, il cinema mi ha insegnato gli infiniti modi di affrontare la vita: Fiori d’acciaio, che vidi in sala poco più che adolescente, è stato il film che più di ogni altro mi ha spiegato cosa significhi essere donne e, nonostante ciò, fare fronte comune, ovvero la famosa, leggendaria, solidarietà femminile. Che poi, tradotto in azione, significa conservare la propria identità, ritagliarsi un ruolo nel mondo, costruirsi uno spazio, intessere delle relazioni o alimentare dei conflitti e, malgrado tutto, essere capaci di unirsi. Obiettivo non sempre facile, che però perseguo da sempre: nei miei progetti, nel cinema, nel teatro, nella vita privata. Ormai, per me, fare fronte comune è diventata una sfida, crederci una fede e lavorarci una questione di coerenza. Alla luce di questo modus vivendi, Fiori d’acciaio è per me l’occasione di costruire, con un cast così ricco e variegato, una banda di soliste, in grado di suonare insieme ma di battere in volata quando serve; disegnare personaggi anche estremi ma capaci di ascoltarsi, o di imparare strada facendo ad accogliersi senza snaturarsi. Solo da adulta ho scoperto che il film era tratto da una pièce teatrale, ancora attualissima, sotto un superficiale strato di polvere fisiologico, e perfettamente rappresentativa di un microcosmo, quello del negozio di provincia, che è specchio di macrocosmi le cui dinamiche, perfino oggi, fanno fatica a cambiare. Per questo motivo abbiamo deciso di lasciare l’ambientazione di fine anni ’80, perché ci permette di osservare un tempo appena trascorso e ci racconta che siamo già nel futuro. E forse anche perché l’immagine e lo stile di quel periodo, negli abiti, negli arredamenti, ma soprattutto nella musica, sono ormai identificativi di un momento storico diventato ormai glamour. Oltre al fatto che certe modalità, oggi, sarebbero condizionate dalla tecnologia. Tutto questo mi hanno fatto approcciare al testo e al progetto con l’entusiasmo. E poi c’è l’affetto. Per me, un teatro affettuoso è ciò di cui abbiamo bisogno, un racconto di sentimenti e di ironia che qualche volta è crudele ma mai cinica, mai diventa sarcasmo. Se c’è una cosa che le donne sanno fare, è essere terribili, spietate e capaci di affrontarsi, insomma, dei fiori di acciaio, senza mai smettere di amare. (Michela Andreozzi)

RINNOVO ABBONAMENTI

da mercoledì 21 a domenica 25 settembre rinnovi con conferma turno e posto

da martedì 27 a giovedì 29 settembre rinnovi con possibilità di cambi turno e/o posto

NUOVI ABBONAMENTI

da sabato 1 a mercoledì 12 ottobre

 BOTTEGHINO TEATRO DELLA FORTUNA

Piazza XX Settembre n. 1 tel. 0721 800750

in campagna abbonamenti dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 17.30 alle 19.30 (comprese le domeniche)

chiuso i seguenti giorni: 26 e 30 settembre, 13 e 14 ottobre

 ABBONAMENTO [7 SPETTACOLI]

Settore A          € 165               Settore B          € 130               Settore C         € 100

Speciale Giovani

Settore B          € 100               Settore C         € 70

*riservato ai giovani fino a 26 anni

Speciale Scuola

Settore B          € 75                 Settore C         € 65

Speciale Soci BCC Fano

Settore A          € 148               Settore B          € 117               Settore C         € 90

 VENDITA BIGLIETTI

da sabato 15 ottobre vendita biglietti per tutti gli spettacoli

 BOTTEGHINO TEATRO DELLA FORTUNA

Per la vendita dei biglietti il botteghino del Teatro della Fortuna è aperto dal mercoledì al sabato dalle ore 17.30 alle ore 19.30; il mercoledì e il sabato anche dalle ore 10.30 alle ore 12.30. Nei giorni di spettacolo è aperto con orario 10.30 – 12.30 e dalle 17.30 ad inizio rappresentazione; la domenica di spettacolo è aperto con orario 10.30 – 12.30 e dalle 15 ad inizio rappresentazione.

BIGLIETTI

Settore A                                 € 25                 € 20 ridotto*

Settore B                                 € 20                 € 15 ridotto*

Settore C                                 € 15                 € 10 ridotto*

Settore D                                 € 10                 € 8 ridotto*

*riservato ai giovani fino a 26 anni

Speciale Soci BCC Fano

Settore A                                 € 22

Settore B                                 € 18

Settore C                                 € 13

Settore D                                 € 9

Speciale Scuola

Settore B                                 € 13

Settore C                                 € 10

Settore D                                 € 8

 Biglietti Pupo di zucchero

posto unico numerato              € 20

VENDITA ONLINE

www.vivaticket.com

INIZIO SPETTACOLI

ore 21 | domenica ore 17

INFORMAZIONI & PREVENDITE

Teatro della Fortuna tel. 0721 800750

www.teatrodellafortuna.it

AMAT tel. 071 2072439

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