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Gioco d’azzardo problematico, le ultime ricerche sui giovani italiani

Gioco d’azzardo problematico, le ultime ricerche sui giovani italiani

Negli ultimi report emerge che i nostri ragazzi sono tra i più vulnerabili in Europa per quanto riguarda l’azzardo. Cerchiamo di capire come arginare questo fenomeno

ANCONA – È stato pubblicato di recente l’ultimo report italiano che guarda al GAP, acronimo che sta per gioco d’azzardo patologico. Un problema da affrontare con serietà e con impegno, come dimostra la ricerca pubblicata dall’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR, insieme all’Università di Padova e alla Flinders University.

Come riporta la redazione di Giochidislots, lo studio si concentra in particolar modo sui disturbi e le abitudini legate al gioco da parte degli adolescenti d’Italia e d’Europa, andando ad analizzare gli stessi soggetti della ESPAD, la ricerca della “European School Survey Project on Alcohol and Other Drugs”. Al suo interno, si legge su Giochidislots, ci sono i dati di oltre 90 mila adolescenti con età compresa tra i 15 e 16 anni sparsi in oltre 30 paesi europei. Di questi almeno il 23% dei ragazzi italiani risultano essere ad alto rischio per gioco problematico, un dato più alto rispetto alla media europea. Più i ragazzi, 34%, rispetto alle ragazze, 12,8%, con la Romania che segna il dato più alto (al 30%) e la Danimarca invece quello più basso (il 12%).

Getta invece benzina sul fuoco Valentina Molin, docente e ricercatrice del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Trento: “I problemi attinenti all’alcol, e non solo, sono ben più gravi di quelli che riguardano il gioco – ha spiegato nel corso dell’evento Lottomatica Talks, alla Camera di Commercio di Trento – L’azzardo patologico rappresenta una problematica in realtà limitata. E’ molto importante la prevenzione generale, aperta anche a chi non ha nessun tipo di problema. Fondamentale anche l’attività di formazione che è stata svolta con gli esercenti”.

Di diverso avviso, invece il professor Alessio Vieno, dell’Università di Padova, che ha sottolineato come il rischio legato al gioco problematico sia più alto in quei paesi che hanno forti disuguaglianze economiche al loro interno, mentre è minore dove vengono investiti denaro e progetti sulla salute pubblica. “Questa è la vera emergenza – fa sapere Sapar, l’associazione di categoria del gioco – questo il vero problema da non sottovalutare per la salute dei nostri giovani. Nelle sale gioco, com’è risaputo, è vietato l’ingresso ai minori per i quali, invece, non vige nessun controllo quando utilizzano i videogiochi, anche online. Alla luce di questi dati lo stesso distanziometro risulta evidentemente una misura inutile e anche ridicola. Il ‘gaming problematico’, come dimostrano gli ultimi report, è la vera emergenza”.

Un’emergenza che si deve combattere con la collaborazione e la sinergia tra tutti gli attori in campo.

 

 

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