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“A Mondolfo dedicata una via all’uomo che la voleva distruggere”

“A Mondolfo dedicata una via all’uomo che la voleva distruggere”

Roberto Bernacchia: “Quale esempio positivo da quel toponimo?”

di ROBERTO BERNACCHIA*

MONDOLFO – La toponomastica cittadina dovrebbe, laddove possibile, trarre dalla documentazione storica alcuni nomi per perpetuare la memoria della cultura del luogo, ovvero di determinati fatti, personaggi, tradizioni, consuetudini, mestieri, giochi, ecc.; in secondo luogo dovrebbe promuovere il ricordo di personaggi che hanno fornito un esempio positivo alla comunità nazionale e locale; per cui, oggi a nessuno verrebbe in mente di dedicare, per esempio, una via di Roma o di altra città a Benito Mussolini (e anche se lo facesse, ciò provocherebbe grossissimi contrasti).
Per questo sono rimasto allibito quando ho notato che una via di Mondolfo, precisamente una salita lungo le mura occidentali, è stata nominata “Clivo Lorenzo II de’ Medici”.

Ma chi ha avuto la “brillante” idea di proporre una tale denominazione è caduto in un clamoroso lapsus freudiano: se il suo inconscio potesse parlare in termini più espliciti direbbe: “Io sono un nemico di Mondolfo”, oppure: “Celebriamo il peggior nemico di Mondolfo”.

Infatti chi era Lorenzo de’ Medici (da non confondersi con Lorenzo il Magnifico)? Era uno che nel 1517 voleva spianare Mondolfo, passare a fil di spada tutti gli uomini e mettere le donne “a servitù diabolica”. Se non riuscì in tale intento, fu solo per causa di forza maggiore.
Ma, a parte ciò, questo Lorenzo (che i mondolfesi chiamarono “Lorenzino”, probabilmente in segno di disprezzo) nella sua, a dire il vero, breve vita non fece proprio nulla di notevole, sicuramente nulla di buono, pur essendo nipote di papa Leone  e pur essendogli capitata una fortuna davvero sfacciata senza che lui ne avesse alcun merito: l’acquisto del ducato di Urbino.
La sua personalità era davvero meschina: si rivelò, infatti, un codardo, uno che prediligeva i tranelli e le macchinazioni servendosi di sicari per colpire a tradimento coloro che ostacolavano i suoi piani criminali. Insomma, un bell’esempio da proporre alla cittadinanza e all’intera collettività!!
Se avessero chiesto il mio parere (ma non mi meraviglio che nessuno l’abbia fatto), avrei proposto di dedicare quel breve tratto di strada a Roblez, un oscuro fante spagnolo che, impegnato nella difesa di Mondolfo, tentò con uno schioppetto di far fuori, in occasione dell’assedio del 1517, il “nostro” (si fa per dire) Lorenzino. Roblez aveva un’ottima mira e conosceva perfettamente i difetti della sua arma da fuoco. Riuscì a colpire il bersaglio, che si era isolato dagli altri, dopo averne spiate le mosse per tutta la mattinata. Ma purtroppo la fortuna non lo assistette, perché il proiettile colpì soltanto di striscio la testa di Lorenzino che, forse, all’ultimo momento si era mosso.
Realisticamente l’uccisione di Lorenzo de’ Medici sarebbe stata un’azione meritoria, degna di essere ricordata negli annali di storia, perché non solo avrebbe liberato Mondolfo dall’assedio, ma soprattutto perché avrebbe probabilmente posto fine alla guerra di Urbino, risparmiando danni, lutti e sofferenze alle popolazioni del ducato e a quelle vicine.
E così, anche a motivo di un inopportuno toponimo, chissà per quanto tempo ancora Roblez sarà destinato a rimanere un oscuro schioppettiere spagnolo.

*Presidente associazione culturale Monte Offo

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