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Ai carabinieri aggrediti a Marotta anche la solidarietà del Popolo della Famiglia

Ai carabinieri aggrediti a Marotta anche la solidarietà del Popolo della Famiglia

MAROTTA – “La lucidità e la calma dimostrate dai due carabinieri, che si vedono durante lo spezzone dell’aggressione  nei video girati dai presenti, è davvero encomiabile. Tutto il resto invece è molto preoccupante perché chiaro sintomo di come le nostre forze dell’ordine siano abbandonate a se stesse nell’espletamento dei loro doveri”.

E’ quanto ha dichiarato oggi Fabio Sebastianelli, coordinatore regionale per le Marche del Popolo della Famiglia, commentando i fatti avvenuti a Marotta.

“Negli anni sono state promulgate leggi per depenalizzare l’oltraggio a Pubblico ufficiale oppure sono state avanzate proposte di legge per addestrare le forze di polizia alla non violenza, mai leggi che permettessero agli agenti di lavorare meglio e più in sicurezza. Cito queste cose per far capire come alcune forze in Parlamento tendano a sminuire (se non addirittura a considerare un pericolo) chi ha il compito di proteggere i cittadini e di far rispettare le leggi dello Stato stesso, creando un cortocircuito ideologico in cui è proprio lo Stato a legare le mani a chi lo rappresenta.
“L’ideologia però – aggiunge Sebastianelli – è sempre smentita dalla realtà. E la realtà, che quest’ultimo evento ci pone chiaramente davanti agli occhi, è che gli agenti delle Forze dell’ordine si sono trovati ad affrontare una massa di delinquenti violenti, in numero largamente inferiore rispetto a loro e senza gli adeguati mezzi di protezione personale e di dissuasione.
“Il Popolo della Famiglia esprime massima solidarietà agli eroici carabinieri aggrediti e sostiene le proposte dei sindacati di polizia che chiedono maggiori mezzi e sicurezza per gli agenti”.
Aggiunge Mario Adinolfi, presidente nazionale de Il Popolo della Famiglia, commentando così le immagini dell’aggressione postate sui social e pubblicate dai quotidiani: “L’aggressione ai carabinieri a Marotta nelle Marche, con un agente addirittura usato come scudo umano non è la prima che accade ma ha un particolare grado di violenza che si coglie dalle immagini. Se penso che la subcultura sinistrorsa chiama con disprezzo “guardie” questi eroi…”

 

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