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Jacopo Francesco Falà sul Pd: “Basta con gli scontri verbali, serve una gestione rinnovata e dialogante”

Jacopo Francesco Falà sul Pd: “Basta con gli scontri verbali, serve una gestione rinnovata e dialogante”

Alcune riflessioni del membro dell’Assemblea Nazionale sul Partito democratico della provincia di Ancona

di JACOPO FRANCESCO FALA’*

CHIARAVALLE – Si è tenuta (lunedì) una delle ultime direzioni provinciali del Partito Democratico della Provincia di Ancona. Oltre ad alcuni atti di natura finanziaria, su richiesta di alcuni membri dell’organismo guidati dal segretario di Ancona Simone Pelosi è stato inserito un ordine del giorno dove si sottolinea la necessità di aprire quanto prima un dibattito congressuale ampio per delineare le linee politiche di indirizzo del partito regionale e provinciale per i prossimi anni.

Cogliendo favorevolmente questa deliberazione come una occasione positiva di discussione, vorrei dare un primo contributo a questo confronto con alcune proposte di metodo e di merito concernenti il congresso della provincia anconetana che si terrà presumibilmente all’inizio dell’autunno.

Dal punto di vista del metodo, innanzitutto, è necessaria una gestione rinnovata, dialogante e rasserenata, che archivi gli scontri verbali e il tentativo di dividere invece che unire. Si è creato in questi anni nel partito provinciale un clima di contrapposizione dura, ai limiti del personale, non basato su questioni politiche o di merito, invece di lavorare insieme per la crescita del partito nei consensi e nel radicamento. È giunto il tempo di abbandonare questa modalità per approdare a una più collaborativa e cooperante. Contrariamente a quanto avvenuto nel recente passato, la nuova segreteria provinciale dovrà essere lievito della riscoperta del piacere comunitario di stare insieme tra compagni di partito, sia esso esplicato nei dibattiti delle “agorà” democratiche o nei momenti conviviali delle Feste dell’Unità o nell’impegno collettivo dei banchetti, dei volantinaggi, delle affissioni, della partecipazione a manifestazioni e presidi. Dovrà interpretare il momento della sintesi, non già quello della parte in causa. La condivisione profonda di un’appartenenza partitica non esclude l’espressione dialettica di punti di vista differenti; al contrario, il dibattito interno rappresenta un arricchimento e l’ascolto delle ragioni di chi la pensa diversamente deve essere praticato da tutti. Tuttavia, non va mai dimenticato che stare in una stessa comunità implica rispetto reciproco, benevolenza, amicizia, fraternità: troppo spesso sono state privilegiate logiche impositive e prevaricanti, che andranno sostituite con logiche inclusive e partecipative.

Per quanto riguarda i contenuti, ritengo che il partito provinciale debba equilibrare le ragioni del governo di importanti città del territorio e dell’ente provinciale con quelle della necessaria opposizione al governo regionale in carica, creando un filo conduttore all’iniziativa politica. In particolare, si devono tornare ad attraversare con forza la società e le piazze (virtuali ma anche e soprattutto concrete) con parole d’ordine capaci di scuotere l’opinione pubblica. Gli amministratori locali sono quanto di più prezioso il nostro partito produce, ma serve una guida politica capace di mobilitare su temi generali, senza timore di fare battaglie forti anche come opposizione.

Le recenti consultazioni dei circoli organizzate dal Partito nazionale hanno evidenziato come il lavoro sia considerato dagli iscritti come il tema principale di cui dovremmo occuparci. Le gravi crisi aziendali come quella di Elica, la precarietà dei giovani causata dagli alti tassi di disoccupazione e dall’occupazione povera, le conseguenze economiche della pandemia specie sull’occupazione femminile devono rappresentare la questione fondamentale. Credo sia doveroso organizzare una risposta coordinata che abbia come principio cardine l’innovazione dei processi produttivi, accompagnato da un lato da una significativa diminuzione del cuneo fiscale, ma anche da un focus su digitalizzazione, riconversione verde, internazionalizzazione.

Credo fermamente che sia possibile riattivare percorsi di partecipazione e coinvolgimento partendo simbolicamente “dalle basi” e dalla base, ovvero dalle vocali del nostro alfabeto:

A Ambiente: ambientalismo fattivo, che si pone in modo favorevole sulle sfide più importanti: al lavoro e al reddito prodotto dalla green economy, alle energie rinnovabili e dunque agli impianti, a un radicale cambiamento nei sistemi di trasporto con particolare attenzione alla mobilità dolce.

E Europa: Il PD dovrà essere ancora di più il partito europeista nello scenario nazionale e regionale. Le sfide poste da Next Generation Eu (che deve diventare strutturale e non solo occasionale), dal nuovo settennio di programmazione, da una radicale riscrittura del Patto di Stabilità, da processi che vadano verso una uniformità in termini fiscali e di garanzie sociali per tutti i cittadini dell’UE possono essere affrontate con profitto solo da un partito che a tutti i livelli cerca di far crescere una vera coscienza europea condivisa, senza rintanarsi nell’angusto nazionalismo della destra.

I Innovazione: il PD non deve abbandonare il riformismo e la voglia di costruire il futuro, puntando sull’innovazione tecnologica e dunque le nuove frontiere di sviluppo; sull’innovazione politica essendo capace di ammodernare strutture, modalità e anche scelte, senza toccare i nostri princìpi. Alcune modalità di comunicazione sperimentate, come le consultazioni online, le videocall, la possibilità di votare tramite piattaforma garantendo anonimato del voto possono rappresentare altrettante opportunità.

O Opportunità: Costruire nuove opportunità per i giovani e promuovere le pari opportunità tra i sessi. Giovani e donne possono essere considerati da tanti punti di vista i soggetti più fragili della nostra società, per le condizioni socioeconomiche venutesi a determinare. Opportunità significa possibilità di trovare un lavoro gratificante, di costruire le condizioni per una istruzione di qualità, per permettere a chiunque di formare una famiglia. L’impostazione di base deve essere quella della difesa degli ultimi, creando occasioni di crescita per i più svantaggiati, per contrastare le solitudini e per integrare chi sta ai margini.

U Unità: Unità è una parola antica ma ancora attuale. Va declinata innanzitutto all’interno, evitando i troppo frequenti scontri fratricidi per il potere e privilegiando  salutari competizioni sulle idee, sulle proposte e sul come essere efficaci nelle nostre battaglie. Ma unità va declinata anche all’esterno, grazie alla capacità di intessere una nuova rete di alleanze: a sinistra, aprendo un dialogo con le forze più radicali ma disponibili a trovare punti di convergenza su un programma progressista; con le forze della tradizione socialista; con le forze del riformismo del centro liberaldemocratico; con l’elettorato che ha scelto il Movimento 5 Stelle, auspicando per il futuro una guida saldamente ancorata ai valori del centrosinistra. Soprattutto, recuperare un rapporto stabile e forte con l’arcipelago del civismo, dell’associazionismo, del volontariato, aprendosi alle istanze di chi si occupa della cosa pubblica in senso lato. Chi fa parte del PD crede nei grandi partiti, nella capacità di tenere insieme in una prospettiva plurale punti di vista diversi ma integrati all’interno di un medesimo sistema di valori. Crede in un partito di governo, capace di elaborare proposte efficaci e complesse, disposto alle necessarie mediazioni per il superiore interesse comune, ma anche saldo nei propri convincimenti e disposto ad attraversare senza patemi la possibilità di fare opposizione in una logica di alternanza.

*Membro dell’Assemblea Nazionale del Partito Democratico

 

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