CRONACAFANOIN PRIMO PIANOL'INTERVENTO

Gli avvocati dello studente di Fano sottoposto a Tso: “Ecco che cosa è accaduto realmente”

Gli avvocati dello studente di Fano sottoposto a Tso: “Ecco che cosa è accaduto realmente”

FANO – Dagli avvocati Carla De Cesare e Nicola Peverelli,  legali dello studente  di Fano al centro di una incresciosa vicenda, salita alla ribalta della cronaca nazionale, nonché oggetto di un’interrogazione parlamentare, in quanto sottoposto a Tso per non aver indossato la mascherina, riceviamo questo intervento:

“Non è raro che le notizie vengano date con certo studiato risalto nell’impaginazione del giornale e le richieste di rettifica e smentita siano invece pubblicate in un angoletto nascosto. I titoli poi che utilizzano stereotipate definizioni e luoghi comuni, mettono sotto una luce negativa il soggetto che viene definito utilizzando la formula stereotipata che, nel caso di specie, è quella di “No mask”.

Il riferimento è ad un articolo apparso qualche giorno fa sulla pagina di Pesaro di un quotidiano. Basterebbe dire “Yes breath” e tutto avrebbe un altro senso. E così definiremo il nostro assistito un “yes breath”, di cui parleremo per chiarire alcune circostanze.

Il giovane studente sottoposto, a nostro avviso, ingiustamente a TSO, un TSO che, sempre a nostro avviso, ha avuto una finalità punitiva, per un riesumato reato d’opinione, dovrà ora affrontare un’altra prova. Si tratta del procedimento penale in cui viene ipotizzato che lo studente abbia turbato il regolare svolgimento delle lezioni, manifestando platealmente la volontà di non indossare i DPI (ossia “la mascherina posizionata per coprire le vie aeree”).

Probabilmente la manifestazione di questa volontà è stata ritenuta estremamente pericolosa, tanto pericolosa da dover essere arginata e contenuta mediante l’impiego della forza pubblica (Polizia, digos, Polizia locale e personale del 118), su richiesta di intervento da parte della preside dell’istituto. Preside che ha anche presentato denuncia querela nei confronti del giovane studente.

Certo assai lontani sono i tempi di Socrate e Platone, ma anche quelli in cui i Pink Floyd di “another brick in the wall” cantavano “We don’t need no thought control…, Hey! Teacher! Leave the kids alone!”.

Così, tanto per chiarire alcuni fatti, ci soffermiamo sulla mattina del 5 maggio, quando al nostro giovane assistito è stato detto di recarsi dalla sua classe al piano terra, dove avrebbe trovato personale medico che gli avrebbe spiegato l’uso corretto delle mascherine ed i motivi medico/scientifici per cui devono essere utilizzate. Recatosi al piano terra, gli è stato detto che il personale medico era fuori nel parcheggio della scuola. Uscito fuori e recatosi presso il parcheggio, un operatore sanitario gli ha detto che il medico era dentro l’ambulanza. Salito sull’ambulanza, il personale sanitario al suo interno ha chiuso le porte ed il mezzo è partito alla volta del pronto soccorso, dove lo studente si è ritrovato, a sua insaputa, quando ne è sceso.

Qui è stato sottoposto a visita medica psichiatrica ed a tampone nasofaringeo, contro la sua volontà. Infatti, dai documenti esaminati risulta che il TSO gli è stato somministrato proprio perché non voleva sottoporsi a tampone naso faringeo.

La vicenda già di per sé paradossale e sconcertante, se solo ci si soffermasse un attimo a riflettere sulla violenza psicologica, fisica e morale di cui è stato vittima il ragazzo, è giunta al paradossale epilogo per cui è stato il pubblico ministero a richiedere l’incidente probatorio per accertare la capacità processuale e di intendere e di volere dello studente all’epoca dei fatti.

Orbene, la predetta richiesta è stata effettuata sulla base dei soli certificati medici del pronto soccorso che hanno proposto e convalidato il TSO, ignorando completamente il certificato di dimissioni.

In tale certificato viene esclusa la presenza di patologie psichiatriche, infatti non ne è stata diagnosticata alcuna, tanto più che le dimissioni sono state disposte solo dopo quattro giorni di ricovero, quando il periodo minimo di un trattamento sanitario obbligatorio è di 7 giorni. Peraltro, durante la degenza non è stata ravvisata la necessità di sottoporre lo studente ad alcun tipo di terapia farmacologica.

Ebbene, molti personaggi, sia del mondo politico, che del mondo scientifico, hanno espresso perplessità o addirittura contrarietà nei confronti dell’utilizzo della mascherina, alcuni tout court, altri solo sul suo utilizzo all’aperto, ma non ci risulta, e lo diciamo con un gran sospiro di sollievo, che alcuno di loro sia stato sottoposto a TSO.

Forse è stato colpito solo l’anello debole della catena a scopo dimostrativo? Ma è soprattutto triste, svilente e tutt’altro che educativo, pensare che sia diventato necessario tacitare, negli studenti, opinioni discordanti con quelle della maggioranza, dovendo ricorrere alle forze di polizia ed al TSO; opinioni che possono essere discutibili, non condivisibili, sulle quale si potrebbe intraprendere un serio confronto scientifico ed etico tra persone che hanno idee diverse, ma non per questo passibili di essere tacitate con il ricovero forzoso in psichiatria.

A tal proposito, circa il ruolo dei medici, ricordiamo: “Giuro per Apollo medico e per Asclepio e per Igea e per Panacea e per tutti gli Dei e le Dee, chiamandoli a testimoni che adempirò secondo le mie forze e il mio giudizio questo giuramento e questo patto scritto.  Sceglierò il regime per il bene dei malati secondo le mie forze e il mio giudizio, e mi asterrò dal recar danno e offesa. In tutte le case che visiterò entrerò per il bene dei malati, astenendomi ad ogni offesa e da ogni danno volontario. Se adempirò a questo giuramento e non lo tradirò, possa io godere dei frutti della vita e dell’arte, stimato in perpetuo da tutti gli uomini; se lo trasgredirò e spergiurerò, possa toccarmi tutto il contrario.” (tratto da Il Giuramento di Ippocrate, testo classico)”.

 

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