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Preoccupante carenza di personale nel turismo e nella ristorazione

Preoccupante carenza di personale nel turismo e nella ristorazione

Amerigo Varotti: “C’è difficoltà di reperirlo, nonostante l’applicazione dei salari previsti dal Contratto collettivo nazionale di lavoro sottoscritto da Confcommercio con i sindacati”

PESARO – “Non è un problema solo nostro. In tutta Italia si registra in questi giorni un grido d’allarme circa la difficoltà per le imprese della ristorazione e del turismo di trovare personale. La FIPE al 1° giugno denuncia l’assenza di 150.00 lavoratori solo nel settore della ristorazione !.

“Nella nostra provincia, da Gabicce Mare  (con l’intervento di Angelo Serra, presidente della Associazione Albergatori e di Confcommercio) a Pesaro, da Fano a Mondavio, a Cagli, tanti imprenditori ci hanno segnalato la mancanza di personale prevalentemente stagionale.

“E non si parla solo di personale qualificato (cuochi , aiuto cuochi , pizzaioli , camerieri) ma anche di lavapiatti , addetti alle pulizie o alle camere.

“E la difficoltà di reperirlo nonostante l’applicazione dei salari previsti dal Contratto collettivo nazionale di lavoro sottoscritto da Confcommercio con i Sindacati.

Quindi le polemiche non servono. La realtà è che non si trova personale”.

Amerigo Varotti, Direttore Generale di Confcommercio Pesaro e Urbino / Marche Nord riprende l’argomento dopo le tante segnalazioni pervenute all’Associazione ed agli interventi delle Organizzazioni sindacali sulla stampa ( e di qualche Movimento politico sui social).

“E’ un dato di fatto : non si trova il personale. La favola dei bassi salari proposti è , appunto , una favola. La stragrande maggioranza delle imprese del turismo e della ristorazione applica e propone i salari ( e quindi i costi ) previsti dal Contratto di lavoro sottoscritto da noi con i sindacati.

Poi  certo ci sono le eccezioni: c’è chi applica contratti farlocchi con condizioni di vero sfruttamento. Questi andrebbero perseguiti e contestati dalle Autorità competenti ( anche perché , oltretutto , fanno concorrenza sleale ). Ma non facciamo di ogni erba un fascio!!

La stragrande maggioranza delle imprese è in regola.

Il problema è che il lavoro nel turismo e nella ristorazione è un lavoro di sacrificio : sostanzialmente lavori quando gli altri si stanno divertendo.

E c’è anche chi si aspetta – pur non avendo alcuna esperienza e capacità professionale  – somme al di sopra di ogni ragionevole e contrattuale possibilità.

Ed è vero peraltro – se si vuole essere intellettualmente onesti  – che sono cambiati i tempi : una volta – soprattutto per i giovani – c’era la volontà di imparare un mestiere , stagionale ( “ vado a fare la stagione “) che poteva rendere parzialmente indipendenti dalla famiglia. Capire il vero valore del denaro e del sacrificio. Mentre oggi forse non c’è il bisogno ed è più semplice e meno faticoso chiedere i soldi a mamma e papà.

Ma poi non è solo un problema di giovani! Abbiamo segnalazioni di persone over 50 che rifiutano di fare gli addetti alle pulizie a 1200 euro netti al mese ( che per una azienda considerando 13^ , 14^ , TFR , festività e permessi corrispondono ad una retribuzione lorda annuale che supera abbondantemente i 32 mila euro l’ anno !!).

Ed allora perché succede questo? C’è un mix di fattori che fa si che oggi sia più complesso trovare personale nel turismo e nella ristorazione.

Tra questi sicuramente c’è anche la volontà di non rinunciare ad alcuni sostegni previsti dalla normativa vigente  per prendere un po’ di più ma lavorando duramente. Penso al reddito di cittadinanza ma soprattutto ai bonus previsti dai decreti sostegno di marzo e sostegni bis del 25 maggio del governo dei cosiddetti migliori.

Il primo assegnava ai lavoratori stagionali del turismo un contributo una tantum di 2400 euro ; il sostegni bis un contributo di 1600 euro per i lavoratori stagionali del settore turismo “ che abbiano lavorato almeno trenta giorni nel periodo tra il 1° gennaio 2019  e il 25 maggio 2021 , che hanno cessato involontariamente il rapporto di lavoro in questo periodo e che non abbiano rapporti di lavoro alla data del 25 maggio 2021”. Quindi perché devo “fare la stagione?”

 

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