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Ecco i risultati finali del 10° censimento “I luoghi del cuore”

Ecco i risultati finali del 10° censimento “I luoghi del cuore”

Nel 2020 quasi 100 mila marchigiani hanno voluto dimostrare il loro amore per il patrimonio culturale e ambientale italiano: il miglior risultato di sempre per il censimento del FAI. La classifica vede: al 1° posto Villa e Parco Cerboni Rambelli a San Benedetto del Tronto, al 2° posto abbazia di San Michele Arcangelo a Lamoli di Borgo Pace, al 3° posto Pieve di Santo Stefano di Gaifa e Torre Brombolona Canavaccio, Urbino

ANCONA – Era il 6 maggio 2020 quando, nel pieno dell’emergenza Coronavirus, il FAI – Fondo Ambiente Italiano dava il via con grande passione civile alla decima edizione de “I Luoghi del Cuore”, promossa in collaborazione con Intesa Sanpaolo. L’invito era quello di esprimere l’amore per il proprio Paese in un momento di così grande difficoltà, votando i luoghi a loro più cari, quelli di cui avevano sentito fortemente la mancanza nei giorni passati giocoforza chiusi in casa e a cui avrebbero voluto assicurare, grazie a questo censimento, tutela e valorizzazione.
La partecipazione della nostra regione al censimento ha subito nel tempo una crescita esponenziale.

Nelle Marche i voti raccolti fino al 15 dicembre, giorno di chiusura dell’iniziativa, sono stati 99.778, il miglior risultato di sempre: il 63,1% in più rispetto alla precedente edizione (quando furono raccolti circa 61 mila voti).
La percentuale di aumento rispetto a due edizioni fa (2016) è addirittura uguale al 159,8% (da 38.400 a 99.778 voti).

Le Marche sono oggi la nona regione per numero di voti.
Sono stati 1.374 i luoghi votati, 10 quelli che hanno ottenuto oltre 2.000 voti, con la Villa e Parco Cerboni Rambelli di San Benedetto del Tronto, al primo posto nella nostra regione con 13.358 voti, al 23esimo posto nella classifica nazionale.
Seguono l’abbazia di San Michele Arcangelo a Lamoli di Borgo Pace (PU) con 9.249 voti, Pieve di Santo Stefano di Gaifa e Torre Brombolona Canavaccio, Urbino (PU) con 6.151 voti, l’Antica Farmacia dell’ospedale Fatebenefratelli, Jesi (AN) con 5.681 voti, Chiesa di San Francesco a Candelara, Pesaro (PU) con 3.888 voti, Rocca Varano, Camerino (MC) con 2.687 voti, Torre sul Porto Sentina, San Benedetto del Tronto (AP) con 2.552 voti, Oratorio dell’ascensione al Palazzolo, Pergola (PU) con 2.490 voti, Ferrovia Fano-Urbino (PU) con 2.431 voti, Palazzo Gherardi, Senigallia (AN) con 2.266 voti.

I referenti dei luoghi che hanno ottenuto almeno 2.000 voti, potranno candidare al FAI, attraverso il bando che verrà lanciato a marzo 2021, una richiesta di recupero o valorizzazione, legata a progetti concreti, attuabili in tempi certi e dotati di un cofinanziamento che assicuri un sostegno reale. Come nelle scorse edizioni, FAI e Intesa Sanpaolo selezioneranno entro novembre i luoghi vincitori.
Il FAI si farà inoltre portavoce di tutte le segnalazioni ricevute e, anche attraverso l’azione capillare delle sue Delegazioni presenti su territorio nazionale, solleciterà le istituzioni preposte affinché diano attenzione ai luoghi, sensibilizzando in particolare i sindaci di tutti i Comuni coinvolti e tutte le Regioni.

* Il caso Lamoli
Lamoli è una frazione di quasi 90 abitanti di Borgo Pace, piccolo comune di circa 600 persone in provincia di Pesaro Urbino. L’abbazia di San Michele Arcangelo, oggi al secondo posto regionale con 9.249 voti, è stata votata per la terza volta di seguito con enorme successo: nel 2016 raggiunse 8.605 voti, due anni fa ottenne un vero exploit con 24.742 voti (ottava posizione nazionale) aggiudicandosi anche il finanziamento previsto dal bando di 30.000 euro.
FAI e Intesa Sanpaolo hanno integrato con un contributo di 30.000 euro il progetto presentato dalla Parrocchia di San Michele Arcangelo in Lamoli, che si concentrava sul restauro della copertura, in gravi condizioni di degrado. A esso si va ad accostare l’intervento di riqualificazione degli impianti illuminotecnici interni del complesso abbaziale, volta a una valorizzazione attraverso la luce degli elementi architettonici e delle opere d’arte e degli arredi sacri contenuti all’interno della chiesa. I lavori godevano di un contributo di 71.123 euro da parte della CEI.
Da pochi giorni sono terminati i lavori di restauro della copertura, consistiti nel rifacimento dell’impermeabilizzazione e nella ricollocazione del manto in coppi di cotto. In corso di conclusione gli ultimi dettagli di sistemazione e riallestimento degli spazi interni.

Oltre all’abbazia di San Michele Arcangelo di Lamoli, nella storia del censimento sono stati
promossi interventi a favore di luoghi del cuore, come la Chiesa di San Filippo Neri (Fermo)
e del Parco Archeologico di Suasa, Castelleone di Suasa (AN). La Regione Marche ha inoltre ritenuto di accogliere la volontà dei cittadini stanziando un finanziamento per il recupero della piscina e grotta sudatoria di Acquasanta Terme (AP).
San Benedetto del Tronto svetta in Italia
La città di San Benedetto si ritaglia un ruolo da protagonista. Ben due sono i luoghi che hanno superato la soglia dei 2.000 voti: Villa e Parco Cerboni Rambelli (13.358) e la Torre sul Porto della Sentina (2.552). La città si affianca in questo particolare record ad altre realtà come Roma, Napoli, Genova, Palermo, Brescia, Catania, Messina, Taranto, Modica, Bagni di Lucca.

* La provincia di Pesaro Urbino regina delle Marche
Con 5 beni tra i primi 10 la provincia di Pesaro Urbino si conferma regina delle Marche grazie ai risultati con l’Abbazia di San Michele Arcangelo a Lamoli di Borgo Pace, Pieve di Santo Stefano di Gaifa e Torre Brombolona Canavaccio, Urbino, Chiesa di San Francesco a Candelara, Pesaro, Oratorio dell’ascensione al Palazzolo, Pergola e la Ferrovia Fano-Urbino con oltre 24 mila raggiunti solo da questi primi 5 luoghi: il 24% del totale di tutta la regione.

CLASSIFICHE SPECIALI:
JESI E LAMOLI AL 5° E 7° POSTO NAZIONALE

La decima edizione del censimento si è contraddistinta anche per l’attenzione registrata dalle due classifiche speciali lanciate all’avvio dell’iniziativa. La prima, dedicata ai Luoghi storici della salute in omaggio al personale sanitario impegnato nella lotta al Covid-19, ha visto l’Antica Farmacia dell’ospedale Fatebenefratelli di Jesi raggiungere il 5° posto nazionale grazie ai 5.681 voti raccolti.

La seconda classifica speciale riguarda invece l’Italia sopra i 600 metri, territori di grande valore ambientale e storico, con pochi abitanti e un notevole potenziale, ma spesso caratterizzati da problemi di dissesto idrogeologico, dalla mancanza di infrastrutture, servizi e risorse economiche oltre che da una forte tendenza allo spopolamento, a cui da tempo il FAI si impegna a dar voce. Anche in questo caso l’abbazia di San Michele Arcangelo di Lamoli di Borgo Pace si segnala con 9.249 voti e il 7° posto nazionale in questa speciale classifica.

LE PAROLE DI ALESSANDRA STIPA, PRESIDENTE FAI MARCHE

«La decima edizione del censimento dei Luoghi del Cuore ha coinciso con un periodo che resterà nei libri di storia come uno dei più difficili dal dopoguerra in poi.
Un anno costellato di tanti lutti, tante paure, tanti problemi economici che ancora ci attanaglieranno a lungo e tuttavia molti hanno trovato il desiderio e la forza di occuparsi del Paesaggio, quasi a ricercare in un luogo caro e consueto quella tranquillità svanita, lontana. Tanti cittadini hanno votato il loro Luogo del Cuore, quello che vorrebbero venisse restituito alla bellezza antica e alla collettività, stavolta molti con un click online, anziché con il sistema cartaceo molto utilizzato prima del Covid; il FAI ha stilato la classifica in base ai voti registrati, riporteremo alle istituzioni, proprietarie dei beni votati, il desiderio dei cittadini e sicuramente, come in passato già accaduto, questo invito dal basso a cercare soluzioni per riportare a nuova vita i beni indicati sarà raccolto e tenuto nella considerazione dovuta.
Questo il compito del FAI: accendere le luci sui desideri dei cittadini, illuminare beni dimenticati e bisognosi di aiuto, portarli a conoscenza dei più e nei casi vi sia un progetto di recupero e un finanziamento dell’istituzione proprietaria, anche il FAI può proporsi con un piccolo finanziamento che è però meno importante del grande lavoro di sensibilizzazione dei cittadini che partecipano e del coinvolgimento delle istituzioni.
In mezzo a tante difficoltà 100.000 marchigiani hanno votato (circa 60.000 nella passata edizione): straordinaria reazione che interpretata sotto l’aspetto sociologico attesta una crescita di sensibilità, di capacità informatica, di sana partecipazione civile, di introiezione del concetto di “Bene Pubblico”, cioè di tutti, capace di essere mio e degli altri con cui lo voglio condividere».

DICHIARAZIONE DELL’ASSESSORE REGIONALE ALLA CULTURA, GIORGIA LATINI

«Con grande soddisfazione voglio subito sottolineare l’affermazione delle Marche in questa virtuosa classifica : arrivare al 9° posto in Italia per numero di segnalazioni , con oltre il 60% in più di voti rispetto alla scorsa edizione, è un traguardo importante, così come la gioia di vedere Villa Cerboni di San Benedetto tra i luoghi del cuore più votati , primo nelle Marche e che speriamo possa essere riportata all’antico splendore.
E’ un segnale e un messaggio bellissimo di attenzione verso le nostre bellezze che sono anche le nostre radici. E al FAI dobbiamo molto in termini di sensibilizzazione, attenzione e consapevolezza del bene culturale come bene di tutti. Significa aver seminato bene e allora un ringraziamento va alla presidente Alessandra Stipa, a cui mi legano sentimenti di stima e amicizia personale, e a tutti i volontari del FAI, per l’impegno costante che hanno messo in questi anni di attività. Interpretare il bene culturale non disgiunto dalla sua fruizione è stato imperativo e continua ad esserlo. In questo senso la Regione Marche e il mio assessorato vogliono lavorare in sinergia col FAI per sostenere il recupero di questi luoghi, così come stiamo facendo per un altro luogo del cuore delle scorsa edizione, la Chiesa di Sant’Angelo Magno di Ascoli Piceno. Oggi possiamo dire che nelle Marche sta crescendo la consapevolezza della conservazione e valorizzazione dei beni culturali come traino per molti settori produttivi. La volontà della Regione è proprio sostenere azioni in questa direzione attraverso contributi finalizzati».

Il presidente della Regione Marche FRANCESCO ACQUAROLI, a margine della conferenza stampa, ha commentato:
«Il ruolo del FAI in favore della cultura italiana è, grazie alla passione e all’impegno di tanti volontari che stanno crescendo, anche nella nostra regione, un’attività costante e fondamentale di sensibilizzazione sull’importanza della nostra Cultura. La dimostrazione del successo crescente sta proprio nei numeri di questa decima edizione del censimento dei “Luoghi del cuore”: tantissimi, quasi 100 mila i voti per i Luoghi del cuore delle Marche, come mai era successo prima, hanno voluto dare testimonianza di appartenenza a un luogo, di un legame profondo di identificazione con il territorio e di voler contribuire a premiare la bellezza dei nostri beni culturali segnalandone la fragilità. Siamo convinti che la valorizzazione dei beni culturali e dell’ambiente devono essere un unicum su cui le Marche, e l’Italia tutta, devono puntare per un rilancio».

APPROFONDIMENTI SU ALCUNI DEI LUOGHI PIÙ VOTATI:

Villa e Parco Cerboni Rambelli, San Benedetto del Tronto (AP)

Costruita intorno al 1870 dal medico Angelo Cerboni e circondata da un parco di 11.600 metri quadrati, la villa è un esempio di architettura signorile del XIX secolo. Dal 2001, con il lascito testamentario del suo ultimo proprietario Paolo Rambelli, è proprietà del Comune. Grazie a un progetto speciale, il parco ha cominciato a essere utilizzato come spazio distensivo e terapeutico per il vicino ospedale, ma necessita di interventi di recupero, così come la villa, oggi inagibile. Il comitato “Amici della Villa e Parco Cerboni Rambelli” vorrebbe farne un polo culturale per la cittadinanza.

Abbazia di San Michele Arcangelo, Lamoli di Borgo Pace (PU)

L’abbazia, situata alle pendici dell’Appennino Umbro-Marchigiano, in un paesino di soli 600 abitanti presso il crinale di confine tra Marche, Umbria e Toscana, nacque per opera dei monaci benedettini tra IX e X secolo, anche se oggi l’edificio appare nella veste duecentesca. Comprende la chiesa con affreschi del Quattrocento, il monastero e la foresteria. Già votato nei precedenti due censimenti del FAI – nel 2018 ha ottenuto oltre 24.000 voti – grazie all’attivissimo “Comitato per la Valorizzazione e il Restauro dell’Abbazia Benedettina di San Michele Arcangelo di Lamoli”, il complesso necessitava di un recupero del tetto, ultimato proprio all’inizio del 2021, grazie a un finanziamento I Luoghi del Cuore, in collaborazione con la Diocesi. Come spesso accade, dal censimento è scaturito un altro effetto virtuoso: verrà realizzato un nuovo sistema d’illuminazione, con piccoli apparecchi che si integreranno nel contesto architettonico. Il bene rientra nella classifica speciale “Italia sopra i 600 metri” ed è stato nuovamente votato per favorire il restauro di alcune opere d’arte conservate all’interno e la realizzazione di migliorie esterne.

Pieve di Santo Stefano di Gaifa e Torre Brombolona Canavaccio, Urbino (PU)

La pieve, attestata dal XIII secolo, era legata ai castelli di Gaifa e Primicilio e al Monastero benedettino di Sant’Angelo di Gaifa e venne più volte distrutta e riedificata. L’edificio attuale, che sorge in posizione isolata in mezzo alla campagna coltivata, venne consacrato nel 1727; danneggiata dal sisma del 1997, la chiesa è oggi in buono stato di conservazione. I due castelli sono pressoché scomparsi: restano solo i ruderi della Torre Brombolona, il cui nome è legato ai “bromboli”, le stalattiti di ghiaccio che in inverno si formavano all’interno della sua campana, contesa tra i due castelli. Il comitato “Valorizzazione Pieve Santo Stefano di Gaifa” ha partecipato al censimento del FAI per rendere più noti questi luoghi.

Antica farmacia dell’Ospedale Fatebenefratelli, Jesi (AN)

La farmacia, situata nel centro storico, fu edificata nel 1757, insieme all’Ospedale Fatebenefratelli, e conserva gli arredi originari in legno, alcuni dotati di meccanismi segreti per nascondere i preparati più preziosi. È articolata in due ambienti, uno più interno, deputato alla conservazione delle materie prime, e la farmacia vera e propria, dove si custodivano i prodotti galenici nei tipici vasi in maiolica dipinta che sono stati trasferiti – ve ne sono ben 206 – nella Pinacoteca di Palazzo Pianetti. La spezieria è chiusa dal 2015, anno in cui l’ospedale è stato trasferito in una nuova struttura, ed è minacciata da infiltrazioni, che rischiano di compromettere le boiseries settecentesche. Il comitato “Proposta Jesi” ne auspica il recupero e la valorizzazione. Il bene rientra nella classifica speciale “Luoghi storici della salute”.

Chiesa di San Francesco a Candelara, Pesaro (PU)

La piccola frazione di Candelara si trova a 7 km da Pesaro, circondata da valli, boschi di querce, viti e ulivi. Il panorama spazia dal mare all’Appennino. La Chiesa di San Francesco fu costruita nel 1356 su alcune proprietà della Beata Michelina da Pesaro, francescana compatrona di Pesaro. In origine il complesso architettonico comprendeva la chiesa, la sacrestia e il convento, crollato probabilmente alla fine del XIX secolo. Attualmente la chiesa è un’aula rettangolare a navata unica, scandita in maniera atipica da quattro colonne che separano lo spazio in tre zone; dall’unica porta alla sinistra dell’altare si accede alla sacrestia, attraverso un vano situato sotto il campanile. A causa del crollo del tetto e del cedimento della parete nord, nel 1997 l’edificio è stato oggetto di un restauro strutturale, che ne ha evitato il crollo e il continuo attacco degli agenti atmosferici. Chiusa al pubblico, la chiesa si trova oggi in stato di completo degrado.

Rocca Varano, Camerino (MC)

Rocca Varano è una spettacolare fortezza che sorge in posizione dominante su uno sperone roccioso, a breve distanza da Camerino e a controllo della Valle del Chienti. Venne edificata nel Duecento come residenza fortificata della nobile famiglia dei Da Varano, che da qui imponevano gabelle a chi percorreva la strada tra Roma, Umbria e Adriatico: fu in questo modo che costruirono la loro fortuna e diventarono signori di Camerino per quasi tre secoli. Nel secolo successivo la rocca venne trasformata in fortezza con funzione difensiva e, dopo l’estinzione della dinastia, in casa colonica. Luogo di grande valore storico e simbolico, l’edificio è stato reso inagibile dal sisma del 2016. Il comitato “Rocca Varano” ha partecipato al censimento del FAI con la speranza che il sito venga recuperato e valorizzato. Il bene rientra nella classifica speciale “Italia sopra i 600 metri”.

 

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