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Aborto, da Chiaravalle polemica presa di distanze dall’assessore regionale Giorgia Latini

Aborto, da Chiaravalle polemica presa di distanze dall’assessore regionale Giorgia Latini

Un ordine del giorno approvato all’unanimità dal Consiglio comunale. Chiesto il mantenimento del protocollo per l’interruzione volontaria di gravidanza farmacologica in regime di assistenza sanitaria domiciliare e day hospital

CHIARAVALLE – Dal Gruppo consiliare Chiaravalle Domani riceviamo: “Lo scorso 4 dicembre l’assessora alle Pari opportunità della Giunta Acquaroli, Giorgia Latini (nella foto), ha rilasciato una dichiarazione pubblica affermando la propria personale contrarietà all’aborto e alla somministrazione della pillola abortiva RU486 in regime di assistenza sanitaria domiciliare e day hospital.

“Interventi ancora più ipocriti e pericolosi – si legge sempre in un comunicato diffuso oggi – sono seguiti nelle settimane successive nelle varie sedute del Consiglio regionale da parte di esponenti della maggioranza di destra.

“In merito a ciò il gruppo consiliare Chiaravalle Domani ha presentato un proprio ordine del giorno per affermare con decisione la propria perplessità in merito a tali affermazioni e alle proposte conseguenti, ritenendo inaccettabile costringere una donna, in un passaggio così delicato della propria vita, ad un ricovero ospedaliero forzoso in reparti dove – ad oggi – si percepisce una forte ostilità verso le pratiche abortive, essendo detti reparti principalmente deputati alle nascite e costellati da un numero piuttosto elevato di medici obiettori.

“Queste affermazioni – si legge sempre nel documento – sembrano trascurare completamente sia la tendenza ad evitare quanto più possibile la necessità di ricovero per un numero sempre maggiore di interventi, sia il rischio di congestionamento degli ospedalieri avvenuto in questi mesi di emergenza sanitaria.

“L’aborto in regime di ricovero, qualora si trovi un medico non obiettore, avviene spesso in situazioni di promiscuità tra chi vi accede per esercitare il diritto alla maternità e chi invece vi si trova ricoverato per altri problemi o questioni di natura ginecologica tra cui le pratiche abortive motivate da diverse esigenze

“Per tutelare la dimensione privata e intima di tale evento di per sé complesso, sarebbe auspicabile un rafforzamento della rete consultoriale e territoriale capace di garantire i diritti costituzionali e fondamentali degli individui.

“Se l’interesse fosse veramente la tutela della donna si dovrebbe investire nel potenziamento dei consultori, nel potenziamento del personale degli stessi, nella contraccezione gratuita. Invece viene cancellato e rimosso un diritto rendendolo inaccessibile e depotenziando progressivamente i consultori e le strutture assistenziali locali.

“Di fatto non abbiamo ginecologi nel consultorio della nostra città. Un ginecologo presta servizio un giorno a settimana a Montemarciano e un giorno a Polverigi. Peraltro, si evidenzia che i due ginecologi in servizio sono entrambi uomini, e questo oggettivamente non aiuta l’accesso al Servizio.

“Tale manovra sembra andare in un’unica direzione: limitare fortemente la libertà e i diritti delle donne in un’area che, a livello sanitario, risulta già soggetta a continui e ripetuti attacchi al proprio sistema ospedaliero e di assistenza locale (chiusura dell’ospedale, depotenziamento RSA e personale, delocalizzazione di taluni servizi in fase Covid19).

“L’ordine del giorno – si legge a conclusione del documento diffuso dal Gruppo consiliare Chiaravalle Domani – è stato approvato all’unanimità dal Consiglio comunale dello scorso 21 gennaio”.

 

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