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E’ guerra tra i tartufai: polpette avvelenate lungo i sentieri battuti dai cavatori

E’ guerra tra i tartufai: polpette avvelenate lungo i sentieri battuti dai cavatori

Intervento del Nucleo Cinofili Antiveleno dei Carabinieri Forestali nell’entroterra pesarese, tra Peglio e Urbino

MERCATELLO SUL METAURO — Polpette di carne macinata confezionate con l’aggiunta di granuli di colore blu, presumibilmente veleno anti lumaca, fiutate dai cani di alcuni tartufai circa una settimana fa all’imbocco degli stradini percorsi quotidianamente per esercitare l’attività di cerca e raccolta dei tartufi lungo il torrente Apsa di San Donato e lungo i fossi laterali, a confine tra i comuni di Peglio e Urbino, territori notoriamente vocati alla produzione del pregiato tartufo bianco.

Sull’episodio indagano i Carabinieri Forestale di Mercatello sul Metauro e di Urbino, competenti per territorio.

La forte rivalità che storicamente caratterizza i cercatori di tartufo sembra essere alla base dell’azione criminale, soprattutto quando la stagione non risulta molto favorevole per la crescita del prezioso tubero; l’obiettivo era quello di creare una generale situazione di pericolo per i cani addestrati alla ricerca dei tartufi,  tanto da limitare al minimo l’afflusso nella zona dei cercatori del cosiddetto “ oro bianco “.

L’utilizzo di esche e bocconi avvelenati, da cui dovesse derivare la morte di un animale sia esso domestico che selvatico,  è una condotta punita dall’art. 544 bis “uccisione di animale” del Codice Penale che prevede la pena della reclusione da tre a diciotto mesi.

Nel caso avvenuto lungo l’Apsa non si hanno notizie di cani che abbiano mostrato sintomi di avvelenamento a seguito di ingestione di questi bocconi; i cercatori sono riusciti a rimuovere in tempo le polpette trovate dai cani durante la cerca, ma una condotta criminale di questo tipo mette in serio pericolo non solo gli animali domestici ma anche gli animali selvatici presenti nella zona.

Al fine di effettuare una bonifica dell’area, è intervenuta l’Unità Cinofila Antiveleno del Reparto Carabinieri Forestali del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, costituito da cani addestrati per fiutare una vasta gamma di sostanze utilizzate nella costruzione di esche e bocconi avvelenati. Un binomio conduttore-cane assolutamente indispensabile sia per effettuare ispezioni preventive sia qualora si sia verificato il rinvenimento di bocconi presumibilmente avvelenati, come in questo caso. Si ricorda l’assoluta importanza di segnalare nel più breve tempo possibile alle Forze dell’Ordine il rinvenimento di esche o bocconi che si sospetta possano contenere sostanze nocive così come episodi di morte o avvelenamento di animali per poter avviare tempestivamente le indagini del caso, come previsto da apposita Ordinanza del Ministero della Salute.

Al momento le indagini condotte dai Carabinieri Forestali di Mercatello sul Metauro, volte ad individuare i responsabili del folle gesto, sono ancora in corso.

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