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Una lapide a perenne ricordo di padre Stefano Troiani nella sua casa natale di Sassoferrato

Una lapide a perenne ricordo di padre Stefano Troiani nella sua casa natale di Sassoferrato

SASSOFERRATO – Nella ricorrenza settantennale dell’ordinazione sacerdotale (1950-2020) sarà apposta una lapide commemorativa nella casa natale di Padre Stefano Troiani, in Sassoferrato, frazione Catobagli, 52.

L’iniziativa, congiunta, è dell’Istituto internazionale di Studi Piceni “Bartolo da Sassoferrato” e del Comune di Sassoferrato Così è scritto in essa: “Qui nacque / Padre Stefano Troiani / 1926 – 2016 / Francescano Sacerdote Educatore / Promotore instancabile di / Rassegne Istituti e Beni Culturali / Studioso d’Arte Umanista e Poeta / Testimone della bellezza del creato / Del sommo valore del fare / E del più alto spirito umano / A perenne memoria / Comune di Sassoferrato / Istituto internazionale di Studi Piceni “Bartolo da Sassoferrato”.

Nel rispetto delle norme anti-covid, la lapide sarà scoperta sabato 12 dicembre 2020 alle ore 11, alla presenza del Sindaco della città sentinate Maurizio Greci, dell’Assessore alla cultura Lorena Varani e del Presidente dell’Istituto bartoliano Galliano Crinella. Per l’occasione è stata pubblicata la Cartella “Per un omaggio a Padre Stefano Troiani”, edita in collaborazione con l’Associazione fermana “La Luna” e curata da Galliano Crinella e Sandro Pazzi. Contiene un’acquaforte antica di Guido Ruggeri, una foto di Eriberto Guidi e la lettera a Padre Stefano del poeta Eugenio De Signoribus.  Padre Troiani ha dato vita, nel tempo lungo della sua vita, ad uno dei più fecondi capitoli di invenzione e promozione culturale nella realtà sentinate e nel più ampio contesto regionale.

Con il suo tenace impegno, non disgiunto da una generosa disponibilità ad ascoltare giovani e meno giovani, ha costruito, ad un tempo, un vero e proprio modello di vita cristiana.  Ha dedicato parole piene di amore alla sua città natale, in cui ha scelto di vivere e di spendere i suoi talenti umani e spirituali. L

a descriveva così: “A sud-est del passo di Scheggia, dove l’Appennino umbro/marchigiano distende le sue ultime ondulazioni, sorge Sassoferrato, tra il verde delle viti e i campi di grano. La città, nata in tempi diversi, si arrampica svelta e gigantesca dalla pianura del Sentino. Nella confluenza del Sanguerone e del Marena si adagia il Borgo, la parte più moderna e attiva, in alto vigila la vallata, in un panorama spazioso e movimentato, il Castello.

Conserva intatta la fisionomia medioevale nelle linee architettoniche dei suoi edifici e delle Chiese, le mura, i bastioni in rovina, le porte che offrirono difesa e grazia alla città antica. Quando il vostro occhio è stanco poi di vagare nel paesaggio, fermate la vostra vista più lontano, a sinistra del Sentino: là dorme, sotto una coltre di terra, l’antica Sentinum, e vi sembrerà di scorgere Decio Mure offrire la sua vita per la salvezza della patria, mentre le legioni romane si mischiano in una tremenda battaglia con l’esercito sannita”.

Eugenio De Signoribus gli ha dedicato una poesia, passi francescani, che merita di essere ricordata: “briciole di pane sulla mensa / alle labbra come frammenti d’ostie / volti assorti / passeri pietosi / tra rovine o febbrili nelle soste / e frantumi di occhi temporali / e storte menti con spietati becchi… / oh sconfinata mensa di frugali / avanguardie dell’operoso vivere! / camminando tra rifiuti e inciampi / non avete perduto la purezza / e indicate un passo di salvezza / malgrado i vostri sanguinanti piedi…”.

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