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Per Rifondazione Comunista ogni città resta un bene comune da preservare

Per Rifondazione Comunista ogni città resta un bene comune da preservare

ANCONA – Dal Partito della Rifondazione Comunista riceviamo: “Questa è la triste epoca della  spersonalizzazione,  delle  movide, di centri commerciali e di spazi, sempre più assorbiti dal mostrare  una felicità inesistente, faccia triste che non si vuole mostrare della crescita delle diseguaglianze.

Stupisce, perciò, che qualcuno, sebbene uomo di cultura  proponga ad una amministrazione comunale lo spostamento di monumenti da una piazza all’altra, pena  sarebbe che o si sposta il monumento, o niente donazione!

Uno degli effetti della crescita delle disuguaglianze sociali e territoriali è  la riduzione dei servizi di prossimità pubblici.  L’allontanamento dei luoghi di studio e di lavoro dalle aree urbane si manifesta in  tutta Europa e  la nostra città non fa eccezione.

Noi, infatti, intendiamo la città, come bene comune da preservare.  Come patrimonio ereditato dalle generazioni che ci hanno preceduto e dono della natura gratuitamente concessoci. Da preservare, rigenerare e usufruire equamente tra tutti gli abitanti.

Un’idea, molto lontana, da chi come novello mecenate, ci restituisce una visione che chi ha soldi possa decidere per tutti e su tutti.

Non un criterio di attenzione alla città,  ed ai bisogni e desideri di chi la abita, ma  uno “schiribizzo” individualista e niente affatto democratico di uso privato della cosa pubblica.

Auspichiamo che la fontana resti al suo posto, perché non cambierebbe nulla per la vita  quotidiana di ognuno. Il tanto denaro va restituito al mittente con buona pace della sua anima”.

 

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