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Non si specula sulla povertà, sit-in a Senigallia delle famiglie costrette a vivere in un albergo

Non si specula sulla povertà, sit-in a Senigallia delle famiglie costrette a vivere in un albergo

SENIGALLIA – Questa mattina, dopo tre mesi di autorganizzazione sociale finalizzata al sostegno alimentare e igienico delle famiglie che con il Covid-19 si sono ritrovate senza più neanche il denaro per comprarsi il cibo, si è passati dall’assistenza sociale all’azione politica. “Cinque nuclei familiari che da anni sono abbandonati dai servizi sociali dentro i loculi insalubri dell’Hotel Trocadero di Senigallia a spese dei contribuenti, insieme alle attiviste e agli attivisti dell’Arvultura e delle Brigate – si legge in una nota diffusa da Base Alimentare di Mutuo Soccorso, Spazio Comune Autogestito Arvultura,- Brigate Volontarie per l’Emergenza di Senigallia -, hanno manifestato sotto il palazzo comunale per denunciare pubblicamente la speculazione economica che avviene sulla loro pelle e per ottenere un’interlocuzione con l’Amministrazione Comunale per trovare nuove soluzioni abitative che rispettino la dignità umana.

“Durante il presidio in Piazza Roma, sono stati distribuiti centinaia di volantini ai passanti, si sono appese foto, bandiere e striscioni nelle mura del palazzo per testimoniare le condizioni d’inabitabilità degli alloggi e gli stessi abitanti insieme agli attivisti hanno preso parola pubblica. Hanno denunciato la gravissime condizioni in cui vivono da anni: stanze di circa 20 mq, materassi a terra, piastre elettriche bruciate sopra degli scaffali, pentole e posate sul pavimento, cucine senza lavandini, bidoni come armadi, non c’è spazio calpestabile, finestre ad altezza di tubo di scappamento con vista sulla fogna, acqua corrente sporca, fili elettrici esposti, bagni ciechi, muffa, polvere e insetti. Una situazione indecente con persone la cui unica colpa è di aver perso il lavoro, intrappolati da anni tra la burocrazia dei servizi sociali e la cronicizzazione della povertà.

“La stessa povertà che arricchisce albergatori che incassano per stanza tra i 250 e i 600 euro al mese di soldi pubblici, da anni erogati dall’Amministrazione comunale all’Hotel Trocadero – Senigallia, via Carlo Goldoni 46 – per alloggiare quelle persone che hanno perso la casa. Molte delle quali “ospitandole” nelle condizioni sopra descritte. Tanto paga Pantalone!

“Una delegazione poi è salita nella sala del Consiglio comunale ed è stata ricevuta dal vicesindaco Memè che si è preso politicamente l’impegno di verificare le condizioni igieniche delle stanze del Trocadero, di attivare l’Asur per i controlli, di chiarire i rapporti contrattuali tra l’ente pubblico e la struttura alberghiera privata e soprattutto di trovare nuovi alloggi dignitosi per tutte le persone coinvolte a partire dai nuclei familiari con figli minorenni o con disabilità.

“Domani (venerdì 26 giugno) gli attivisti e le famiglie saranno ricevuti dall’assessore Girolametti e dal dirigente Mandolini per concordare tempi e modi per uscire dai loculi e trasferirsi in ambienti abitativi in grado di garantire un’abitabilità dignitosa, perché la casa come la salute, l’istruzione, l’alimentazione, la sicurezza sono diritti inalienabili di ogni essere umano. Chiediamo una politica sugli alloggi d’emergenza che rispetti la dignità umana, dei veri servizi sociali pubblici”.

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