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Riccardo Mandolini: “A Senigallia propongo di tornare alla normale vita democratica del Consiglio comunale”

Riccardo Mandolini: “A Senigallia propongo di tornare alla normale vita democratica del Consiglio comunale”

“Ritenute tardive, inopportune ed esorbitanti dal punto di vista delle competenze le nuove disposizioni per lo svolgimento delle sedute in modalità in videoconferenza”

SENIGALLIA – “Giovedì 30 aprile – scrive il consigliere comunale Riccardo Mandolini – ho ricevuto, in forma di decreto del presidente del Consiglio comunale, le nuove disposizioni per lo svolgimento delle sedute in modalità in videoconferenza.

“Ritenendole ormai misure tardive, inopportune ed esorbitanti dal punto di vista delle competenze e delle materie oggetto di deliberazione, ho risposto esponendo le mie motivazioni di ferma contrarietà al documento in questione.

“La posizione da me fermamente espressa – aggiunge Riccardo Mandolini – è che, vista la nuova fase emergenziale in cui entriamo da lunedì 4 maggio, si debba ripristinare il normale funzionamento delle attività consiliari e quindi di riaprire, insieme a quella economica, anche la vita democratica e le garanzie costituzionali sin troppo e per troppo tempo ormai di fatto sospese”..

Questa la risposta inviata dal consigliere comunale Riccardo Mandolini al presidente del Consiglio comunale, al sindaco, ai capigruppo consiliari e, per conoscenza, a tutti i consiglieri comunali.

Oggetto: documento trasmesso dal presidente del Consiglio in materia di sedute in video conferenza: proposta di ritorno alla normale funzionamento della vita democratica comunale e rinvio al Consiglio del regolamento per le sedute in video conferenza.

In relazione al documento inviatomi in data 30/04/2020, espongo le seguenti motivazioni di ferma contrarietà:

  1. E’ un provvedimento tardivo. Siamo ormai nella fase 2 dell’Emergenza, molte attività economiche ormai da lunedì 4 maggio ripartiranno e quindi senza indugio bisogna far ripartire anche le attività consiliari ovvero riaprire la vita democratica e le garanzie costituzionali sin troppo e per troppo tempo ormai sospese. Faccio notare che in data 30/04/2020 le Camere si sono riunite, quindi se lo fa il Parlamento è legittimato a farlo anche un Consiglio Comunale.
  2. E’ un provvedimento inopportuno. È vero che l’Art. 73 del D.l 18/2020 consente di derogare alle competenze esclusive del Consiglio comunale in materia regolamentare, ma è altrettanto vero che superato il termine emergenziale permarrebbe la necessità che il Consiglio comunale sarà comunque chiamato a pronunciarsi in questa materia, o confermando il decreto ora proposto o approvando ex-novo un regolamento per le video conferenze; tanto più che nel documento diramato il periodo di validità, ancorché scontato non viene espressamente ribadito. Altri comuni hanno adottato simili procedure, ma in modo tempestivo e nell’ambito di una fase emergenziale scandita da misure di contenimento rigide; misure che in tali forme sono oggi state superate dalla decretazione per la gestione della fase 2.
  3. È un provvedimento esorbitante. Quanto al contenuto non posso qui non rimarcare subito che, in merito alla pubblicità delle sedute, è inaccettabile che qualora non sia possibile garantirla tecnicamente in tempo reale lo si possa fare “in differita”. Quindi o si garantisce la pubblica seduta tramite lo streaming o la seduta è illegittima in quanto contrasta con le norme dei regolamenti e degli stessi DPCM. Ricordo, nuovamente, che le sedute in video conferenza sono uno strumento emergenziale e come tale deve essere usato, quindi sarebbe opportuno utilizzare un tale strumento per l’approvazione di atti relativi alla gestione dell’emergenza e non, come invece è scritto, estendere il suo uso a tutte le materie di Consiglio Comunale. In ogni caso, più in generale, è un documento che andrebbe emendato, ma l’attività emendativa è di fatto impedita; quindi si tratta di una scelta sostanzialmente imposta a tutti i consiglieri in una fase in cui si potrebbe benissimo operare in modo conforme all’ordinario funzionamento degli organi comunali.
  4. Per tali motivi ritengo che il documento proposto sia da rigettare. Propongo invece, formalmente, di ritornare alla normale vita democratica del Consiglio comunale e delle Commissioni, svolta in presenza. L’aula del Consiglio comunale è sufficientemente spaziosa da consentire il rispetto del distanziamento e in generale delle disposizioni di sicurezza stabilite nella decretazione emergenziale. In alternativa propongo di utilizzare Sale Comunali, come San Rocco, che hanno spazi ancora più ampi; dove fra l’altro si potrà senza dubbio garantire la pubblicità della seduta in sicurezza anche tramite lo streaming. Di conseguenza propongo di rinviare ad apposite sedute del Consiglio comunale, e nel confronto fra i vari gruppi consiliari, la discussione di un regolamento per il funzionamento delle sedute, in caso di nuova emergenza di tipo 1, con piattaforme web di video conferenza”.
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