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Buoni spesa, stop alla procedura di un supermarket di Senigallia che violava la privacy

Buoni spesa, stop alla procedura di un supermarket di Senigallia che violava la privacy

Dopo la denuncia del consigliere comunale Roberto Paradisi le copie dei documenti trattenuti verranno riconsegnate in busta chiusa al dirigente dei Servizi Sociali

SENIGALLIA – Il supermarket di Senigallia che tratteneva le fotocopie dei documenti di identità dei clienti che presentavano il buono spesa comunale alimentare per emergenza Covid-19 riconsegnerà tutte le copie trattenute in busta chiusa al dirigente dei Servizi Sociali dell’Unione dei Comuni.

Lo ha comunicato con tempestività proprio il dirigente dott. Maurizio Mandolini al consigliere comunale Roberto Paradisi che aveva sollevato il caso, non senza polemica, nel corso dell’ultimo Consiglio comunale. Il consigliere Paradisi aveva denunciato la violazione della privacy e l’illecito trattamento di dati personali e sensibili del punto vendita senigalliese di una nota catena di cui il rappresentante di Unione Civica non aveva fatto il nome (comunicandolo riservatamente al dirigente dei Servizi sociali). Immediata la segnalazione della pubblica amministrazione e altrettanto solerte la risposta della direzione nazionale della catena interessata che ha intimato al punto di vendita anche di interrompere la procedura di riproduzione dei documenti di identità.

“Dopo le segnalazioni di alcuni cittadini, indispettiti da una simile palese e grave violazione delle norme sulle privacy – ci ha detto l’avvocato Roberto Paradisi -, ho ritenuto necessario affrontare una simile questione nella sede istituzionale consiliare denunciando pubblicamente lo spiacevole caso e interessando immediatamente i Servizi sociali che mai avevano disposto o consigliato una simile procedura. Peraltro i cassieri avevano la consegna di non accettare buoni spesa in caso di legittimo rifiuto a consegnare la carta di identità. Un autentico sopruso inaccettabile e finanche lesivo della dignità di chi si recava a fare spesa. Nessun punto vendita ha il diritto di trattenere documenti o archiviare dati personali (peraltro sensibili) dei cittadini che hanno peraltro il diritto non solo di presentare reclamo al garante della privacy ma anche quello di chiedere la immediata cancellazione di ogni dato personale illecitamente trattenuto”.

 

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