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Le Marche chiedono aiuto a Bertolaso: domani arriverà ad Ancona per progettare la realizzazione di una struttura per la terapia intensiva

Le Marche chiedono aiuto a Bertolaso: domani arriverà ad Ancona per progettare la realizzazione di una struttura per la terapia intensiva

ANCONA – La notizia arriva dal presidente della Regione Luca Ceriscioli: “Questa mattina – ha detto il governatore – ho contattato l’ex capo della Protezione civile nazionale Guido Bertolaso​, che attualmente sta collaborando con la Regione Lombardia nella gestione dell’emergenza Coronavirus.

“Nella Regione Marche​ siamo infatti intenzionati ad attuare le stesse soluzioni messe in campo dalla Lombardia, in quanto riteniamo che di questo avremo bisogno nei prossimi giorni.

“Ricordo infatti che le Marche sono la seconda regione, dopo la Lombardia, in termini di difficoltà legata all’emergenza Coronavirus.

“Ho chiesto a Bertolaso la disponibilità a venire da noi per impostare il lavoro per la realizzazione di una struttura dedicata alla terapia intensiva. In questo senso abbiamo già compiuto un miracolo, perché siamo già cresciuti di 85 posti letto dedicati, ma ne serviranno molti di più. I dati di oggi, infatti, confermano una crescita importante, soprattutto su Ancona”.

Bertolaso arriverà domani mattina all’aeroporto di Falconara – uno tra gli scali rimasti aperti per l’emergenza –  insieme con Patrizia Arnosti, una figura tecnica specializzata nella progettazione di strutture sanitarie, molto legata al nostro territorio, che conosce profondamente.

“Ringrazio il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana – ha aggiunto Ceriscioli -​, che ho sentito in giornata perché ritengo corretto concordare anche con lui questa presenza nelle Marche per la mattinata di domani. Ho molto apprezzato la sua disponibilità e il fatto che in questo momento così difficile per la sua regione non si sia tirato indietro di fronte alla nostra richiesta di collaborazione.

“La nostra filosofia è quella di mettere in campo ogni risorsa disponibile e in quest’ottica avere con noi un esperto storico della Protezione civile nazionale, impegnato oggi in prima persona sull’emergenza Coronavirus, possa darci un grande aiuto per elaborare la migliore soluzione per il nostro territorio.

“Collaboreranno con lui – ha concluso il presidente Ceriscioli – la dirigente del servizio Sanità della Regione Marche Lucia Di Furia, il segretario generale della Regione Marche Deborah Giraldi e il Direttore generale dell’Azienda Ospedali riuniti di Ancona Michele Caporossi insieme con il direttore sanitario Alfredo Cordoni, perché pensiamo di collocare questo spazio al centro della regione e cioè nel capoluogo”.

“Bene ha fatto il presidente Ceriscioli – ha commentato la capogruppo in Regione di Forza Italia, Jessica Marcozzi – a chiedere l’aiuto di Guido Bertolaso. In una situazione drammatica come quella che stiamo vivendo tutti insieme nelle Marche, la scelta del presidente Ceriscioli di chiamare il nostro Guido Bertolaso per impostare il lavoro per la realizzazione di una struttura dedicata alla terapia intensiva è la migliore che si potesse fare. Già lo scorso 10 marzo, con l’istituzione da parte del premier Conte della ‘zona rossa’ in tutta Italia, il nostro vicepresidente Antonio Tajani aveva invitato il Governo ad affidare a Bertolaso l’incarico di commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus. Il Governo è rimasto sordo. E’ stato invece il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, ad affidare sapientemente questo incarico a Bertolaso, una figura di comprovata esperienza e di altissima professionalità. Ed ora anche Ceriscioli per le nostre Marche.

“Siamo sicuri che Guido Bertolaso saprà apportare quel quid in più che le Marche, come tutta Italia, oggi più che mai necessitano nella battaglia per contrastare il contagio da Covid19. Una Regione, la nostra, che sta registrando troppi decessi, troppi contagi, in cui i posti letto sono ormai tutti occupati. Servono tamponi, servono subito. E serve sottoporre immediatamente al test tutte le persone esposte al contagio, a partire dai medici, dai sanitari, anche extraospedalieri, dai volontari delle pubbliche assistenze, dalle forze dell’ordine, tamponi ai sintomatici, a coloro che escono dalla quarantena – ha concluso Jessica Marcozzi – e a tutti quelli che sono stati a contatto con pazienti ‘positivi’ al Covid19”.

 

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