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Rifondazione Comunista non molla: “Occorre riaprire gli ospedali, la salute non è una merce”

Rifondazione Comunista non molla: “Occorre riaprire gli ospedali, la salute non è una merce”

ANCONA – Dal Partito della Rifondazione Comunista riceviamo: “In 10 anni sono stati cancellati 70 mila posti letto, mancano 8 mila medici e 35 mila infermieri. Nelle Marche il governo Cerescioli ha chiuso ben 13 ospedali!
“A furia di tagli, abbiamo debilitato le nostre difese immunitarie, fino a renderle assolutamente inadeguate a fronteggiare la gestione ordinaria. Figuriamoci  un ciclone come quello che si sta abbattendo su un Paese che ha colpevolmente deciso di ammainare  la bandiere della propria Costituzione, il diritto alla salute per tutti i cittadini”.

“Mai come di fronte a un’epidemia globale, l’inefficacia  della sanità privata, che ha come scopo il profitto, in momenti gravissimi come questi  non risponde all’art.41 della nostra Costituzione.

“In questo frangente sarebbe utile  che la Regione con un atto di coraggiosa responsabilità, prevedesse anche la requisizione di posti letto nelle strutture private.

“Va altresì, immediatamente ricostruita, la rete ospedaliera con  incremento dei posti letto, dei reparti specialistici divisionali e dell’emergenza a partire da quelli di terapia intensiva.

“Da qui la necessità di riaprire i 13 ospedali chiusi nelle Marche gravando sulla condizione di vita degli abitanti dell’entroterra. Giusto per ricordali: Sassoferrato, Fossombrone, Cagli, Sassocorvaro, Chiaravalle, Cingoli, Loreto, Treia, Recanati, Matelica, Sant’Elpidio a Mare, Montegiorgio, Tolentino.

“Basta con la ragioneria applicata al diritto alla salute! Il sistema sanitario regionale  deve tornare ad essere totalmente pubblico senza se e senza ma.

“Uniformità di regole, di parametri di cura basati su studi epidemiologici e non su numeri economicisti. Occorre ridare alla struttura sanitaria l’idea che si è al servizio del diritto universale alla salute senza costringere il personale a turni massacranti per il mancato ripristino del turn over. Sia per i medici che per il personale infermieristico.

“I provvedimenti urgenti, oltre a quelli di fermare il progredire dei contagi, devono essere indirizzati su due assi principali: investimenti sul sistema pubblico sanitario con ricostruzione di specializzazioni territoriali e potenziamento in modo strutturale e permanente di posti letto di cura e di emergenzialità con terapia intensiva in primo piano.

“Il dramma del Coronavirus deve diventare l’occasione per un ripensamento generale per il rafforzamento del sistema sanitario pubblico nazionale”.

 

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