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Paolo Pizzi ricorda “la grande passione per lo sport di Giancarlo Gambelli”

Paolo Pizzi ricorda “la grande passione per lo sport di Giancarlo Gambelli”

SENIGALLIA – Ospitiamo oggi un ricordo di Paolo Pizzi dell’editore senigalliese Giancarlo Gambelli, deceduto nei giorni.

di PAOLO PIZZI*

L’amore per il mare si manifesta in tanti modi: alcuni stanno sempre nell’acqua, altri li guardano e, magari, li ammirano se sono bravi nuotatori: da sempre Giancarlo fa parte della schiera degli spettatori ed è uno spettatore particolarmente attento quando si tratta di osservare in acqua Furio Paggi in compagnia del suo allenatore “Masin” Magi che nuotatore non è, anzi. In verità si tratta di una strana coppia, di un singolare connubio perché il primo è un nuotatore di alto livello, spesso convocato in nazionale, vincitore delle traversate di Parigi e di Roma mentre l’altro, il suo allenatore, non sa nuotare e svolge il suo compito dalla banchina del porto-canale se il suo atleta  si trova nelle acque del fiume o, se invece è in mare, seguendolo remando su un “moscone” anche al riparo di un ombrello se piove.

Furio Paggi non è però il solo nuotatore di valore della città e, quando nasce la “Minerva”, si forma un indimenticabile gruppo con  Paolo Francucci, Vincenzino Joppolo, Giorgio Sbaragli, Enzo Tomassoni.  I nuotatori senigalliesi individuano la  loro “piscina”  nel tratto di porto-canale che va  dal ponte della ferrovia alla punta del molo; appongono segni sulle fiancate delle banchine per indicare le differenti distanze di percorrenza e creano nella “piscina” anche un campo di pallanuoto; non disdegnano di esibirsi in tuffi dal faro situato alla punta del molo o dalla capannina della corrente elettrica o, ancora, dal capanno di Medici tanto più se, a guardarli, ci sono delle ragazze

Uno di loro, Vincenzino Joppolo, atleta versatile e figlio di Vittorio, che è stato tra i primi senigalliesi campioni di nuoto, diventa campione italiano dei 100 dorso.

Nella “Polisportiva Minerva” entra anche il pattinaggio che, insieme con il nuoto raggiungerà  importanti, importantissimi risultati (in pochi anni fioccano i titoli nazionali nel nuoto; nazionali e mondiali nel pattinaggio) ma ottenuti con molti sacrifici perché la società non ha soldi. Per quello che riguarda il nuoto,  la domenica si organizzano gare appunto nel porto-canale con  un montepremi mai certo perché costituito dalla cifra che si raccoglie con la collette fatte tra gli spettatori. Stando così le cose, per riuscire a finanziare almeno decorosamente le proprie attività sportive la “Minerva” diventa “Libertas Minerva” aderendo, cioè, ad un  Ente sportivo nazionale “vicino” alla Democrazia Cristiana. Ma, prescindendo da questo riferimento di natura politica, è un fatto che il peso che la  “Libertas Minerva” assume nella vita sportiva cittadina diventa rilevante al punto di riuscire ad attrarre i giocatori di calcio più giovani, sottraendoli alla “Vigor” che così viene a trovarsi nell’impossibilità di allevare un suo vivaio. Peraltro, una sorta di  riconoscimento ufficiale di questa acquisita importanza viene alla Società dalle dichiarazioni fatte  da Francesco Marini che, nel corso di un’assemblea pubblica della Vigor tenuta nella Sala Consigliare del Palaqzzo Comunale addebita la crisi societaria al fatto che tutti i giovani frequentano i corsi della “Libertas Minerva”.

Giancarlo deve intanto correre dietro a quel vulcano di idee che è Claudio Cavallari che segue attentamente il pattinaggio e non manca di fantasia nell’organizzare nuovi tipi di gare e altrettante regole così estrose che  tutti temono le sue iniziative. Comunque sia, grazie proprio a Cavallari, la Coppa Marche, che si disputa al Foro Annonario o nel piazzale antistante la Rotonda, diventa uno degli appuntamenti più importanti del pattinaggio a rotelle.La pista dei Giardini Catalani, più sicura, viene riservata ai bambini.

Enzo Pettinelli, Giovanni Pettinelli, Luciano Peverelli, Giorgio Guarrella, Norberto Zazzarini, Paolo Ginevri, Tonino Parere, Leonardo Leoni, Sergio Rossi sono non solo i rotellisti di punta del pattinaggio senigalliese ma anche amici che corrono in grande armonia: per loro conta che la vittoria in gara vada ad uno del gruppo, non importa chi ma, inevitabilmente, a chi è più dotato. E Sergio Rossi lo è più di tutti e tutti lo riconoscono.

Una domenica, a Pesaro, Rossi si aggiudica le gare riservate agli “allievi” ma questo successo non lo appaga e vuole prendere parte anche alla gara di III categoria,  cosa  che comporta l’assunzione di responsabilità di un accompagnatore maggiorenne. Giancarlo Gambelli, pur di accontentare Sergio, tanto smanioso di correre, si assume la responsabilità richiesta, mentre Mario Giovannetti si preoccupa di soddisfare il desiderio di Sergio di mangiare dei limoni e si mette in giro con la sua  Fiat 500 a cercarne, impresa non facile perché è domenica e i negozi sono chiusi; non si sa bene come faccia, ma ci riesce.  Create tutte le condizioni, a Sergio Rossi non rimane che vincere la gara, obbiettivo che puntualmente coglie, ma con lui vincono tutti: i suoi compagni pattinatori, Giancarlo Gambelli, Mario Giovannetti, la “Libertas Minerva”, Senigallia sportiva.

Giancarlo ha sempre nutrito anche la passione del basket e, pure con qualche difficoltà, lo ha a suo tempo praticato senza alcuna chance di diventare un campione: si è però molto divertito e questo gli è bastato.

Con il suo curriculum sportivo Giancarlo non poteva mancare  tra i fondatori del Panathlon Club di Senigallia assieme a tanti altri personaggi protagonisti della vita sportiva cittadina ed è succeduto a Ezio Triccoli alla presidenza del Club.

*Storico – Senigallia

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