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Il guano dei piccioni continua a creare problemi seri nel centro storico di Mondolfo

Il guano dei piccioni continua a creare problemi seri nel centro storico di Mondolfo

MONDOLFO – Il guano dei piccioni urbani continua a creare situazione di degrado di alcune vie del centro storico di Mondolfo e nel cortile interno della struttura ex-ospedaliera Bartolini. Per questo Mirella Caronti, presidente del Comitato per la salute pubblica di Mondolfo ha scritto una lettera aperta al sindaco Nicola Barbieri. Lettera inviata, per conoscenza, al direttore di Area Vasta 1, dott. Romeo Magnoni e alla dottoressa Gabriella Peccerillo, dirigente del Distretto di Fano.

Questo il testo:

“Facendo seguito alle nostre note del 12.04.2018 e 07.07.2018 siamo di nuovo a sollecitare la S.S.I., come massima autorità sanitaria locale, affinché provveda alla rimozione del guano dei piccioni e conseguente disinfestazione e sanificazione dei seguenti luoghi:
1. vie del centro storico di Mondolfo, come per esempio via f.lli Rosselli;
2. cortile interno della struttura ex-ospedale Bartolini, in particolar modo del lato di proprietà comunale dove una parte dei volatili nidifica con conseguente probabile deposito di uova che potrebbe attirare dei predatori come i roditori.
Per le motivazioni espresse nelle note del 12.04.2018 e 07.07.2018 che si riportano integralmente:
““Il problema piccioni è un serio problema igienico-sanitario, soprattutto in diversi punti del Centro Storico di Mondolfo.
Il guano dei piccioni, non solo è responsabile dei danni da corrosione alle strutture e di un forte degrado cittadino; i luoghi dove trovano riparo (sottotetti, gronde, volte, davanzali, cornicioni) e le zone infiltrate dalla presenza di sostanza organica (tetti, muri, supporti lignei), si popolano di agenti patogeni e parassiti derivanti dai detriti organici ( gli escrementi e i resti dei volatili morti).
I batteri si espandono liberamente nell’aria e giungono nei luoghi pubblici e nelle aziende, contaminando oggetti di uso quotidiano e persino il cibo.
La contaminazione fecale dell’ambiente, la polverizzazione e dispersione del guano, la presenza di nidi negli edifici, causano danni talvolta irreparabili, sono occasione di diffusione e di contagio di malattie infettive all’uomo, come la salmonellosi, l’ornitosi, la borrelliosi, la toxoplasmosi, l’encefalite, la tubercolosi, etc. che rappresentano gravi rischi di salute pubblica
Tenuto conto del ciclo riproduttivo: dopo l’accoppiamento, dopo 8-10 giorni vengono deposte due uova bianche del peso di 17 gr (a 24 ore di distanza l’una dall’altra); dopo 17 giorni i piccoli escono dai gusci implumi e ciechi. Entrambi i genitori nutrono i loro piccoli durante i primi 5 giorni di vita solo con il latte prodotto dalla muscosa del gozzo. Dopo 17 giorni i piccoli escono dal nido e al 28° giorno sono in grado di volare; una coppia di colombi alleva 12 pulcini all’anno.
Un colombo di 350 gr lascia 12 kg di escremento all’anno. Quindi un totale di esemplari adulti di n. 80 produce una tonnellata di guano all’anno.
Considerata la normativa comunitaria, nazionale e regionale ed al fine di evitare azioni cruente di contenimento della fauna di cui si parla, si chiede al Sindaco, in qualità di principale autorità sanitaria locale, di provvedere all’eliminazione del guano depositato nei vari punti del Centro Storico e, soprattutto,  di contenere la popolazione dei piccioni con metodi ecologici e con l’utilizzo di farmaci anti riproduttivi”.
“Dopo la nostra lettera aperta del 12 aprile al Sindaco del Comune di Mondolfo, per contenere in modo ecologico la popolazione di piccioni urbani e rimasta inevasa, rinnoviamo la richiesta con l’indicazione di una ulteriore situazione di degrado.
Quella che caratterizza il cortile interno della struttura ex-IRAB “Ivo Ciavarini-Doni”, già ricovero e casa di riposo per anziani, rimasta di proprietà comunale e confinante con la Casa della Salute ex-Ospedale “Bartolini”.
Cortile completamente invaso dalle erbacce e possibile “dispensa” per i piccioni urbani che lo sorvolano quotidianamente lasciandovi le loro copiose deiezioni, ricettacolo di batteri ed agenti patogeni vari.
“Il Ricovero, Casa di Riposo,  “Ivo Ciavarini-Doni”, dal nome del generoso donatore che con la sua morte avvenuta 110 anni fa, nel 1908, lasciò i fondi necessari alla edificazione di una Casa di Riposo e Ricovero. Già ex – IRAB (Istituti Riuniti di Assistenza e Beneficenza) la “Ciavarini-Doni” garantì a molte persone una assistenza e vita decorosa. Ricordiamo con affetto, uno dei suoi ultimi ospiti: Candido Tonucci, che dopo una vita dedicata al lavoro ed all’assistenza dell’anziana madre vi trovò, a sua volta,  la meritata e confortevole sistemazione.
Vedere quella struttura in disuso e ricovero per i piccioni urbani ci si stringe il cuore pensando alla sua storia ed alla generosità dei concittadini del passato che hanno contribuito ad edificarla.
Pertanto oltre ai necessari interventi richiesti, atti a contenere la popolazione dei colombi ed alla pulizia costante delle parti cittadine incrostate dal loro guano e quindi anche del cortile interno della “Ciavarini-Doni”, stiamo studiando il sistema migliore per poter utilizzare completamente la ex-Casa di Riposo, magari trasformandola in una Fondazione”.

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