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Coronavirus, chiesto lo stato di crisi per le imprese del turismo a partire dalle agenzie di viaggio

Coronavirus, chiesto lo stato di crisi per le imprese del turismo a partire dalle agenzie di viaggio

Roberto Borgiani, direttore Confesercenti Marche: “No a psicosi, informazione sia corretta ed adeguata. Ora sgravi per le agenzie colpite”

PESARO – La psicosi da Coronavirus minaccia anche la salute delle imprese del turismo, a partire dalle agenzie di viaggio. Da quando si è diffuso l’allarme, infatti, si moltiplicano anche a livello regionale, le richieste di cancellazione di viaggi già prenotati giunte ad agenzie e tour operator.

“Dai numeri che abbiamo, il turismo è uno dei settori più colpiti dall’emergenza sanitaria in atto – spiega Adolfo Ciuccoli coordinatore Assoviaggi Marche e titolare di un tour operator a Fano – mi risultano infatti numerose cancellazioni pervenute ai Tour Operator del territorio, con una situazione che appare in continua evoluzione. Alcuni dati li posso fornire direttamente: abbiamo avuto ieri l’ultima disdetta di un gruppo che aveva prenotato un viaggio all’estero e riscontriamo cancellazioni di individuali per partenze prenotate fino al 10 marzo, oltre che di una crociera in programma ad aprile. Il quadro si aggrava se si considerano le conseguenze della sospensione dei viaggi di istruzione in Italia e all’estero e l’annullamento di eventi, congressi e fiere. Ci stiamo muovendo sia a livello regionale sia a livello nazionale: come tour operator, con altri colleghi del territorio, abbiamo chiesto alla Regione Marche di sospendere le iniziative promozionali in programma e dirottare i fondi a sostegno del turismo. A livello nazionale, Assoviaggi insieme con le altre associazioni di settore Aidit, ASTOI e Fto ha chiesto l’apertura dello stato di crisi e sollecitato misure straordinarie di sostegno per le imprese”.

Su scala nazionale, infatti, i numeri si moltiplicano: da un sondaggio lanciato da Assoviaggi Confesercenti su un campione rappresentativo delle agenzie di viaggio italiane risulta che circa 50mila viaggiatori hanno cancellato un viaggio già prenotato, e altre decine di migliaia hanno annullato i preventivi. “L’ondata di cancellazioni ha colpito tutto il settore – aggiunge il direttore di Confesercenti Marche, Roberto Borgiani quasi il 50% delle agenzie ha subito cancellazioni e ha dovuto rimborsare i viaggiatori. E se per il 48% di queste la spesa per pratiche di rimborso è stata inferiore ai mille euro, per un altro 37% la somma ha oscillato tra i 1.000 e i 5.000, mentre per ben il 15% restante è stata oltre i 5.000 euro”.

Le agenzie segnalano il 20,3% di cancellazioni proprio per la Cina, mentre ben il 32% di annullamenti riguarda il resto dell’Asia (oltre il 52% in totale).

Ma c’è anche un 22% delle agenzie che ha dovuto rimborsare pratiche per l’Europa – Italia inclusa – ed un altro 26% altre destinazioni (America, Africa e altre). Effetti anche sull’incoming: il 37% ha rimborsato clienti provenienti dalla Cina, mentre un altro 14% ha risarcito clienti da altri paesi dell’Asia (51% in totale). Alle cancellazioni però si aggiungono i cambiamenti di meta: il 44% delle agenzie ha ricevuto richieste di riprogrammazione della meta, con dispendio di lavoro, risorse e nuova assistenza ai clienti.

“Il sondaggio condotto in questi giorni – afferma Federico Scaramucci, agente di viaggio di Urbino, membro della Giunta nazionale di Assoviaggi”  -conferma quanto stiamo vivendo sul territorio, ovvero che l’allarme Coronavirus sta avendo ripercussioni enormi sugli agenti di viaggio, una delle categorie maggiormente colpite proprio perché è la prima figura professionale al quale si rivolge il viaggiatore che decide di posticipare, modificare o annullare una partenza. Per questo, raccogliendo le istanze delle imprese in questo momento di crisi, abbiamo già chiesto al Governo mirati e tempestivi provvedimenti per contenere gli effetti negativi sul settore: dagli sgravi contributivi e fiscali – il 46% delle risposte emerse – al posticipo delle scadenze relativamente alle imposte nazionali e locali (il 37%), all’attivazione degli ammortizzatori sociali (il 12%). E’ necessario mantenere un’informazione corretta ed adeguata che dia sempre la giusta misura della vicenda all’opinione pubblica, senza destabilizzarla ingiustificatamente”.

 

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