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L’Orchestra Sinfonica Rossini, il maestro Daniele Agiman e il pianista Pietro Bonfilio a Fano per un concerto di Capodanno più interessante di quello di Vienna

L’Orchestra Sinfonica Rossini, il maestro Daniele Agiman e il pianista Pietro Bonfilio a Fano per un concerto di Capodanno più interessante di quello di Vienna

di GIOSETTA GUERRA

FANO – Periodo di festa, periodo di musica nei teatri, nelle piazze, in TV, in eurovisione. L’elegante Teatro della Fortuna di Fano ha inaugurato il nuovo anno 2020 con un magnifico concerto dell’Orchestra Sinfonica Rossini diretta dal M° Daniele Agiman.

La prima parte si apre con un omaggio a Rossini, la Sinfonia da Bianca e Falliero che mette in luce la levigatezza del suono orchestrale anche nei crescendo, la gentilezza del canto dei violini, la possenza delle voci scure della sezione archi.

A seguire una grande composizione per pianoforte e orchestra di Ludwig van Beethoven, il concerto n. 5 in Mi bemolle maggiore, L’Imperatore, op. 73.

Composto a Vienna tra il 1809 e il 1810 e dedicato all’arciduca Rodolfo Giovanni d’Asburgo-Lorena, fu eseguito per la prima volta a Lipsia il 28 novembre 1811.

Il concerto suddiviso in 3 movimenti, Allegro, Adagio un poco mosso (in si maggiore), Rondò: Allegro, dura ben 38 minuti, durante i quali l’immensità di una musica sublime inonda il teatro della Fortuna attraverso la magistrale interpretazione del bravo pianista Pietro Bonfilio, con la complicità di un ottimo gran coda dal suono cristallino e della preparatissima Orchestra Sinfonica Rossini, guidata da un ispirato direttore.

Di grande impatto è l’apertura a carattere virtuosistico dell’allegro, affidata alle note argentine e splendenti del pianoforte, cui segue una maestosa esposizione dei temi da parte dell’orchestra con suono denso e arcate decise. L’orchestra riesce a dare il giusto carattere ai diversi temi del percorso armonico, suonando col cuore e con la testa. Dialoga col pianista, che stupisce per la varietà del tocco, ora morbido e delicato, ora virtuosistico e scintillante, ora deciso ed energico, ora scandito e punteggiato, l’artista sfiora coi polpastrelli i tasti per magnifiche scale ascendenti e discendenti, poi li martella per trilli e picchettati liquidi che danno la sensazione di una musica sull’acqua. Chissà perché mi viene in mente Debussy.

Un’orchestra a mezza voce trasmette la dolcezza dell’adagio un poco mosso dall’estrema cantabilità e andamento cullante, il pianoforte accentua il clima intimistico in un’atmosfera sognante insieme alla voce evocativa del corno e alle lunghe arcate degli archi, poi il pianoforte si fa incalzante con trilli e abbellimenti, si fonde con l’orchestra, le sonorità totali si dilatano in ampi brani in cui domina sua maestà il pianoforte.

Nel Rondò finale scintillante e gioioso il pianista snocciola suoni brillanti e perlacei, ma anche accenti delicati, dimostrando una grande padronanza tecnica dello strumento, una conoscenza minuziosa della composizione e una partecipazione emotiva profonda, a cui l’orchestra risponde con imperio.

Un breve bis di Schumann ha accontentato il pubblico plaudente.

Purtroppo io ho avuto solo godimento uditivo, perché dalla mia posizione di prima fila in platea vedevo solo le gambe del pianista e del direttore. 

Il giovane pianista Pietro Bonfili, non ancora trentenne, si è diplomato al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, ha approfondito gli studi con Maestri del calibro di Michele Campanella e Lang Lang, è un vero virtuoso del pianoforte e si esibisce con successo in Italia e all’estero.

Nella seconda parte del concerto i classici auguri di Buon Anno per tutti con due brani di Johann Strauss jr., Frühlingsstimmen op. 410 (Voci di Primavera) e An Der Schönen, Blauen Donau, Op. 314 (Sul bel Danubio blu) e due bis: la Radetzky March di Johann Strauss I e, chicca finale, l’Ouverture del Guglielmo Tell di Rossini.

Capirete…Adrenalina a mille in palcoscenico e tra il pubblico, che ha risposto con lunghi e concitati applausi alla magnifica performance dell’orchestra, guidata da un direttore “ballerino” elargitore di entusiasmo.

Anche nei classici valzer viennesi, solitamente presentati con suoni staccati e smarcettanti, l’Orchestra Sinfonica Rossini, diretta dal M° Daniele Agiman, mantiene un andamento danzante e armonioso con linea morbida e sinuosa, suoni legati ed aerei che sfociano in fastosi finali. Proprio un bel concerto per cominciare l’anno “vénti vénti”.

(Le foto sono di Luigi Angelucci)

 

 

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