JESIPOLITICA

La denuncia di Rifondazione Comunista: “Jesi non è un paese per donne”

La denuncia di Rifondazione Comunista: “Jesi non è un paese per donne”

JESI – Dal Partito della Rifondazione Comunista riceviamo: “Ogni violenza di genere non nasce per caso, non è follia, né raptus, è un processo lungo e complesso, che poco ha a che fare con l’amore o la gelosia e molto più spesso con le denunce non ascoltate.

La Convenzione di Istanbul, ratificata anche dall’Italia  nel 2013,ha adottato la definizione di femminicidio come violenza “Fondata sulla disparità di potere tra uomini e donne.

Nel documento si legge che le priorità riguardano l’aumento di “consapevolezza nella pubblica opinione su le radici strutturali, cause e conseguenze della violenza maschile sulle donne” e la sensibilizzazione “del settore privato e dei mass media sul ruolo di stereotipi e sessismo nella violenza maschile contro le donne”.

Teniamo a ribadirlo violenze che avvengono entro le mura domestiche da mariti o familiari, almeno in Italia!

E’ un fenomeno sociale, strutturale che ha radici culturali profonde, riconducibili a una organizzazione patriarcale della società”, le istituzioni tutte non possono sottrarsi al dovere di sensibilizzare i cittadini sulla base di queste premesse.

Ora, se lo sportello antiviolenza di Jesi, convenzionato con il comune, fa uno spettacolo formativo ed informativo rivolto alle volontarie ed ai soci Arci, l’amministrazione comunale, dovrebbe impegnarsi a rimuovere tutti gli ostacoli, attinenti alla sicurezza, affinché esso abbia luogo.

Non siamo qui a discutere intorno al decreto Gabrielli sulla sicurezza (di cui avremmo anche da dire), ma sul ruolo che questa amministrazione, ancora una volta, dimostra di avere, affidandosi a questioni tecniche per non agevolare la partecipazione. L’amministrazione comunale invece, preferisce abdicare alle responsabilità politiche e di costruzione di un lungo processo di consapevolezza collettiva per fronteggiare un fenomeno gravissimo come la violenza di genere. E’ veramente molto grave!”

 

Ag – RIPRODUZIONE RISERVATA - www.laltrogiornale.it