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Rubavano nelle case degli anziani: arrestate dai carabinieri di Urbino 5 donne di origine rom

Rubavano nelle case degli anziani: arrestate dai carabinieri di Urbino 5 donne di origine rom

URBINO – Cinque donne italiane, di origine rom, sono state arrestate nelle prime ore della giornata, nella vicina Romagna, per aver commesso furti in appartamenti ai danni di persone anziane. Furti commessi ad Urbino ed in altri comuni dell’entroterra marchigiano. I carabinieri hanno arrestato le donne in alcuni campi nomadi e in abitazioni del Riminese.
I militari hanno eseguito cinque ordinanze di misura cautelare, di cui quattro agli arresti domiciliari e una dell’obbligo di dimora, nei confronti di una gang composta da sole donne, di età compresa tra i 19 e i 50 anni.
L’operazione rappresenta l’epilogo di una articolata attività di indagine condotta in maniera corale dal Nucleo Operativo della Compagnia di Urbino e dalla Stazione di Piandimeleto, con la collaborazione delle altre Stazioni della Compagnia, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Urbino, che ha permesso di interrompere una serie di reati.
Gli accertamenti dei militari sono iniziati a settembre dello scorso anno, quando alcuni cittadini avevano denunciato la recrudescenza di furti in abitazione, segnalando nei pressi delle case interessate la presenza di donne di origine rom. La capillare attività informativa delle Stazioni dell’Arma, ha permesso immediatamente di avviare le indagini, partendo dalla ricostruzione delle caratteristiche delle presunte autrici dei furti. Successivamente, una volta geolocalizzati i luoghi in cui erano stati commessi i furti, sono state mappate le aree maggiormente bersagliate dalle incursioni delle ladre, individuando i percorsi effettuati dal gruppo malavitoso, la cui base logistica veniva individuata all’interno di un campo nomadi della vicina Romagna.
Lo studio delle numerose denunce di furto raccolte dai militari, i servizi di osservazione e pedinamento, la visione di impianti di videosorveglianza, hanno consentito di individuare le diverse auto in uso al gruppo. Le stesse venivano ciclicamente sostituite ed avevano proprietari fittizi, così da eludere i controlli da parte delle forze dell’ordine. Le donne sono state identificate ricorrendo anche a riconoscimenti fotografici da parte di coloro che avevano subito i furti.
Il modus operandi delle malviventi era sempre lo stesso; infatti in maniera consolidata e sistematica, il gruppo agiva durante l’orario diurno in composizione di due o tre donne alla volta, monitorando ed effettuando sopralluoghi nelle adiacenze delle abitazioni da colpire, prediligendo nella maggior parte dei casi residenze in cui c’erano persone anziane. Una volta fatto accesso all’interno degli stabili, venivano trafugati tutti i beni di valore in vista, tra cui gioielli, monili in oro, denaro contante e carte di credito. In particolar modo, le stesse evidenziavano non comuni tecniche di raggiro, dimostrate nei casi in cui, a contatto con il proprietario di casa, sfruttavano la minorata difesa dovuta all’età avanzata della vittima e la relativa precaria lucidità di quest’ultima.
Le abili malviventi, infatti, indossando vestiti griffati o succinti e fingendo di cercare case in affitto, di vendere fiori o oggetti destinati alla beneficienza, catalizzavano l’attenzione della vittima, permettendo alle complici di frugare all’interno delle camere. Impressionante la rapidità di azione con cui le donne accedevano nella stessa giornata, senza soluzione di continuità, in più abitazioni o, all’occorrenza, all’interno di auto parcheggiate nei dintorni.
Durante le azioni delinquenziali non sono state risparmiate strutture ricettive e, addirittura, in un’occasione veniva presa di mira una casa canonica lasciata disabitata durante un’omelia. A completamento delle investigazioni, i carabinieri hanno tracciato le spese effettuate dalle donne con le carte di credito sottratte nel corso dei furti e custodite in portafogli, all’interno dei quali, nella maggior parte dei casi, le anziane vittime lasciavano incautamente i codici di accesso.
Gli acquisti sono stati fatti soprattutto in negozi di telefonia cellulare (in un’occasione sono stati acquistati otto cellulari), abbigliamento, distributori di carburante ed in genere beni facilmente monetizzabili.
I militari dell’Arma hanno riscontrato, con certezza, la commissione di 23 furti ed un danno relativo ai prelievi effettuati, mediante l’indebito utilizzo di carte di credito, che si aggira intorno ai 15.000 euro, oltre a numerosa refurtiva asportata, consistente in denaro contante, gioielli, monili in oro, telefoni cellulari, il cui valore è in corso di quantificazione.
Hanno partecipato alle operazioni, oltre ai carabinieri della Compagnia di Urbino, personale del 13° Nucleo Elicotteri dei carabinieri di Forlì, del Nucleo Carabinieri Cinofili di Pesaro, un team di artificieri del Comando provinciale di Ancona, ed i militari della Compagnia di Riccione.
Durante le perquisizioni all’interno dei moduli abitativi ubicati nel campo nomadi sono state rinvenuti alcuni monili in oro, carte di credito, telefoni cellulari, orologi, abbigliamento, targhe di autovetture di provenienza illecita e denaro contante.
Le indagini sono ancora in corso ed hanno come obiettivo la scoperta di ulteriori furti in appartamento commessi in precedenza in altre regioni.
L’operazione, condotta dalla Compagnia Carabinieri di Urbino, rientra nel quadro delle attività di contrasto alla commissione di reati contro il patrimonio, in special modo durante il periodo delle ferie estive e con particolare riferimento alle persone anziane, che purtroppo in alcune circostanze rischiano di trovarsi indifese e maggiormente esposte ad alcuni fenomeni criminosi.

 

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