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In arrivo il Libro d’oro della spiaggia di Senigallia curato da Leonardo Badioli

In arrivo il Libro d’oro della spiaggia di Senigallia curato da Leonardo Badioli

Giovedì, alle ore 19, la presentazione sulla terrazza della Rotonda a Mare

SENIGALLIA – Giovedì 8 agosto, alle ore 19, sulla terrazza della Rotonda a Mare, sarà presentato al pubblico il libro dal titolo “170 ANNI SUL VELLUTO” e sottotitolo “IL LIBRO D’ORO DELLA SPIAGGIA DI SENIGALLIA”.
Si tratta di un volume di quasi quattrocento pagine molto illustrate, lungo le quali si distribuisce, per episodi attraversati da numerosi intermezzi, il racconto della storia balneare senigalliese, dal primo Stabilimento Bagni fino al turismo dei nostri giorni: vicende grandi e piccole, in genere seducenti ed emozionanti, dove ritornano luoghi e personaggi quali testimoni di fasti (e anche qualche nefasto) di questa nostra spiaggia.
Un libro d’oro, dunque, come quelli che una tempo si assemblavano per illustrare la storia e le imprese delle famiglie nobili: riccamente illustrato e ampiamente godibile, volto alla piacevolezza più che allo studio pedante, ma per questo tanto più veritiero: forse il modo migliore per ricostruire alla Spiaggia di Velluto le puntate di una saga che è destinata a rinnovarsi, natura e fortuna permettendo, ancora per molti anni.
“Un libro d’oro non ha bisogno di una mano che lo scriva” – precisa il curatore Leonardo Badioli nell’ultima pagina – : “è già scritto nelle cose e nelle persone. Prima ancora che sulla carta, era impresso sui muri, nell’allineamento del lungomare, degli alberghi, dei bar, dei capanni e della stessa linea di costa; e, di retro a quello, nelle memorie orali e scritte e nel patrimonio fotografico di libri e archivi.
Non abbiamo chiesto altro a questo libro d’oro della spiaggia di Senigallia, se non che raccontasse lungo l’asse del divenire di un inizio volonteroso e partecipativo, di un seguito geloso e separato, di un aprirsi poi a grappolo verso i ceti emergenti e del suo espandersi nel tempo fino a coinvolgere l’intera città”; tutto questo perché essa stessa – non meno di chi da forestiero l’ama – si renda consapevole del posto che le spetta, del suo essere-nel-mondo come luogo speciale dell’accoglienza e delle arti.

 

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