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“Per il biodigestore alla Coppetella c’è una condivisione generalizzata”

“Per il biodigestore alla Coppetella c’è una condivisione generalizzata”

I circoli di Rifondazione comunista di Chiaravalle e Jesi, dopo l’assemblea dell’Ata, sollecitano la convocazione di consigli comunali aperti

CHIARAVALLE – I circoli del Partito della Rifondazione comunista di Chiaravalle e Jesi tornano sulla questione del biodigestore. “Si è svolta ieri l’attesa assemblea dell’Ata -scrivono in una nota congiunta – con a tema la questione del biodigestore e della sua localizzazione. Sembrava ci fossero le premesse per una riflessione e un “ripensamento democratico “ che permettesse, finalmente una ricognizione larga e partecipata dei possibili modelli di gestione della raccolta e smaltimento dei rifiuti, quindi la messa a critica dell’“indispensabilità” del biodigestore  e, in subordine, una più ragionata ricognizione sulla sua eventuale collocazione. A farcelo sperare erano le dichiarazioni dei sindaci di Monsano e Monte San Vito, la presa di posizione di “Chiaravalle Domani” (gruppo di maggioranza in consiglio comunale, che dopo mesi e mesi di sufficienza e distrazione finalmente si accorgeva del problema).

“Purtroppo le cronache,  e non solo, ci raccontano di una condivisione generalizzata e silente delle proposte degli organi tecnici e del Sindaco di Ancona, vero dominus dell’assemblea. Non un intervento, un documento, un ordine del giorno che testimoniasse quelle volontà gridate a petto in fuori solo pochi giorni fa. Ci auguriamo di essere smentiti ma la smentita che vorremmo dovrebbe essere testimoniata da atti non dalle dichiarazioni “aria ai monti” (come avrebbe chiosato Gramsci) buone per qualche like sui social. “Intanto  vorremmo avanzare una proposta  al comitato, ai cittadini della bassa Vallesina, a tutti quei consiglieri che nelle istituzioni locali hanno, in vario modo, espresso contrarietà al metodo dell’Ata e alle sue scelte, si convochino insieme entro questo mese, assemblee pubbliche sul tema non solo a Jesi ma pure nelle città interessate dall’istallazione del biodigestore, si chieda ( da chi può) la convocazione di Consigli comunali aperti, si coordini un ordine del giorno condiviso da portate in tutte le assemblee elettive. Sarà il modo per far assumere ad ognuno la responsabilità delle proprie scelte, potrebbe essere l’occasione per una discussione democratica, aperta, informata sull’intera filiera della gestione dei rifiuti, mettendo al centro tutela ambientale e salute e in questo modo “scacciando i mercanti dal tempio”, visto che – conclude la nota – in questo comparto spesso le ragioni del profitto hanno fatto premio su tutto”.

 

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