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Un mondo perfetto, appunti dalla Primavera fotografica di Ostra

Un mondo perfetto, appunti dalla Primavera fotografica di Ostra

di ENZO CARLI

OSTRA – Sabato si è inaugurata la mostra di Massimo Renzi dal titolo:” Stendhal” nella struttura dell’ex Ospedale, reparto radiologia, uno stabile dismesso e recuperato all’arte, nell’ambito della Primavera fotografica di Ostra dal tema:”Il mondo perfetto”(Questo titolo, dèjà vu, paramnesia filmica , mi rimanda alla pellicola con Kevin Costner per la regia di Clint Eastwood – un film del 1993). Nella sua presentazione Renzi affronta l’intenzionalità dei luoghi dell’arte e continua:”..La   coscienza   dell’atto   fruitivo   è   un   percorso   personale   in   continuo divenire;   può   spaziare   indefinitamente   senza   elevarsi   da   uno   strato estetico superficiale, o mutare nel tempo  in un’esperienza permeante e totalizzante,   fino   a   trascendere   il   significato   attribuito   all’opera   o   la stessa intenzionalità dell’artista…. Nel condividere queste   mie   visioni   intendo   rendere   testimonianza   di   una   possibilità,quella di considerare e vivere l’arte da una prospettiva certamente meno accademica ma non per questo errata o irriverente”.

Ciò premesso le immagini di Renzi poggiano  su una costruzione capace di evocare un tratteggio di pause e silenzi e picchi visivi che tramano vibrazioni sconosciute, misteriose, un canto intenso, elevato che accompagna fugace l’irriducibilità del sentimento, il tutto accentuato dall’enfasi dell’allestimento che ridipinge i bianchi e i neri. Complice una stagione con un maggio da record negativo , piovoso e freddo  mi sono intrattenuto sugli Autori in mostra, rimanendo particolarmente colpito dalla immediatezza e vivacità delle immagini, dal loro progressismo espressivo che pensavo ormai offuscato dalle manifestazioni di:”  Senigallia città della fotografia” e dalle sue mostre mercato. Ho apprezzato la ridondanza elettrica delle immagini di Daniele Bonazza, Lorenzo Ciuccoli, Sara Gambini Rossano; le allusive trasparenze di Loreta Pagnani; il doppio di Maurizio Cesarini, traducibile in chiave lacaniana  nelle ordinarie nevrosi delle contemporaneità; le plastiche immagini, solenni nell’ intensa poesia di Marco Capellano e Romina Bracchi:”..Te ne sei andato d’estate ed io ti penso d’inverno. Ti cerco in alto, alzo lo sguardo e sorrido ma tu sei acqua e prendi le forme della terra”; dall’intensità  dei ricordi  di Daniele De Nigris; le frammentazioni  visive di  Romina Bracchi; le performance – la polvere esausta dei Millennials -di Silvio Canini; le incredibili comparazioni di Mattero Cingolani con Viaggio nel pianete rosso.

Nella ”Sala delle Lance” ho parlato con le buone fotografie di Carlo Lovesio ,Giuseppe Ricciotti, Giuseppe Martino, Ivano Quintavalle , Pino Marani e con l’importante documentario dell’amico ritrovato Diego Cesetti Roscini e il rifornimento emotivo  che mi hanno trasmesso le foto di Giorgio Cutini. Non sono riuscito a vedere tutto e quindi chiedo scusa a chi ho omesso e un ringraziamento a Delia Biele per la sua disponibilità.

Nelle foto: Massimo Renzi e Enzo Carli (ph Delia Biele); un’opera di Matteo Cingolani; lo stand di Daniele Bonazza, Lorenzo Ciuccoli e Sara Gambini Rossano; Giorgio Cutini (ph Delia Biele); Loreta Pagnani; Maurizio Cesarini

 

 

 

 

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