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A Fano l’opera “27 Dollari” interessante proposta del Centro Yunus dell’Università di Urbino

A Fano l’opera “27 Dollari” interessante proposta del Centro Yunus dell’Università di Urbino

di PAOLO MONTANARI

FANO – Lunedì 20 maggio, alle ore 18, al teatro della Fortuna di Fano vi sarà una presentazione dell’opera lirica 27 dollari, in anteprima mondiale, ideata dalla compositrice Paola Samoggia e ispirata al libro del premio Nobel per la Pace 2006 Muhammad Yanus, che sarà presente a Fano.

La professoressa Elisabetta Righini, docente di diritto commerciale e di diritto dei mercati finanziari all’Università di Urbino insieme al soprano Felicia Bongiovanni, è una delle organizzatrici di questo evento socio-economico e culturale.

  • Ci può meglio illustrare l’iniziativa?

La presentazione dell’opera “27 Dollari” è la prima fra le attività del Centro Yunus del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Urbino (Yunus Social Business Centre – Urbino), centro di ricerca sui temi del business sociale, della sostenibilità e della responsabilità sociale d’impresa, secondo l’insegnamento del Premio Nobel Prof. Muhammad Yunus.  Il Centro sarà inaugurato lunedì 20 maggio alle ore 15,30 presso la sede del Dipartimento di Giurisprudenza a Urbino alla presenza del prof. Muhammad Yunus e del Rettore prof. Vilberto Stocchi. Il Rettore conferirà inoltre al prof. Yunus il Sigillo di Ateneo dell’Università di Urbino (prestigiosa onorificenza attribuita alle più importanti personalità), durante la cerimonia che avrà luogo al Teatro della Fortuna di Fano alle ore 18, seguita da una lectio magistralis del Premio Nobel, che assisterà all’anteprima mondiale dell’opera, eseguita nel prosieguo della serata.

“27 dollari” è un’opera musicalmente bellissima, dedicata, oltre che al Prof. Yunus, alle donne che sono state protagoniste della vicenda del microcredito e della fondazione della Grameen Bank. Interprete femminile principale sarà il soprano di fama internazionale Felicia Bongiovanni, che ha cantato nei più importanti Teatri e in Vaticano e si è esibita sulle reti RAI, condividendo il palco con prestigiosi artisti, e di fronte ad importati personalità, fra cui il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il Presidente Giorgio Napolitano.

  • L’interpretazione del ruolo della “Spigolatrice”, protagonista femminile dell’opera “27 dollari”, rappresenta il compendio di tutta la sua vita e attività, perché unisce l’arte, il canto e il suo impegno sociale?

Questo impegno è stato portato avanti da sempre, oltre che come cantante lirica, anche come Direttrice Artistica del Progetto “Impresa e Cultura. La cultura come motore di sviluppo economico e sociale” dell’Università di Urbino, di cui è stata insieme a me cofondatrice e ispiratrice.Questo progetto si inserirà a pieno titolo nelle attività del Centro Yunus. In questo senso, la rappresentazione dell’Opera “27 dollari” è intesa come un’opportunità di educazione finanziaria, quale iniziativa per diffondere una cultura economica basata sull’etica e la sostenibilità sociale.

  • Quali sono le direttrici del pensiero di Yunus, che potrebbero nell’economia globale, portare qualche rimedio, alle discrepanze talmente drammatiche, per cui poche persone detengono la ricchezza di tutta la popolazione mondiale?

L’economista Muhammad Yunus ha meritato il riconoscimento del Premio Nobel per la pace innanzitutto in quanto inventore del microcredito moderno. A metà degli anni ’70 del secolo scorso, di fronte alla terribile carestia che affliggeva il suo paese, il Bangladesh, decise di rivolgere la sua ricerca alla lotta contro le cause della povertà, scoprendo che gran parte delle difficoltà nascevano dall’impossibilità per i più poveri di ricorrere ai canali ordinari del credito, costringendoli alla schiavitù dell’usura. Decise così di creare un sistema di microcrediti che permettesse anche a loro di accedere a piccoli prestiti pur senza la prestazione di garanzia per iniziare o continuare essi stessi il proprio business. Nel fare ciò, privilegiò piccole comunità di donne, a cui diede per la prima volta una possibilità di affermazione ed emancipazione. Alla base dell’insegnamento del Prof. Yunus sta il riconoscimento della capacità creativa e dell’abilità imprenditoriale di tutte le persone, anche le più povere, a cui vanno offerte adeguate possibilità per sviluppare tutto il loro spirito di iniziativa. Nelle sue ultime opere il prof. Yunus mette al centro del suo modello di sviluppo la figura del Business sociale, ciòè un’impresa economicamente e socialmente sostenibile, che, finanziata dal capitale privato, non persegue scopo di lucro, ma reinveste gli utili conseguiti all’interno della propria attività.

L’idea è che la povertà si combatte non con l’assistenzialismo, ma con l’offrire a tutti la possibilità di esercitare lo spirito imprenditoriale e creativo presente in ogni persona.

  • Lei professoressa venerdì 24 maggio, alle ore 18, terrà una conferenza nella sede storica della Società Operaia di Mutuo Soccorso di Pesaro su Quale futuro per l’economia ? Automazione e intelligenza artificiale. Un argomento affascinante e per certi aspetti, umano in primo luogo, drammatici. Dove andremo a finire?

E’ sicuramente una bella domanda. Dove andremo a finire, penso che sia importante tenere presente che dipenderà non tanto da un destino più o meno favorevole ma dalle scelte che stiamo per fare e faremo in questo momento.

L’evoluzione tecnologica e lo sviluppo dell’intelligenza artificiale sicuramente hanno la capacità di cambiare profondamente tutta la società, ma dobbiamo tenere presente anche che queste trasformazioni saranno condizionate dalle impostazioni che vorremo dare al nuovo sistema. Le sfide sono tante: innanzitutto quella che riguarda il ruolo del lavoro nell’era dell’automazione e dell’intelligenza artificiale. Fra chi ritiene che si stia giungendo all’era della fine del lavoro, sostituito totalmente dalla robotica, per cui la soluzione dovrebbe consistere nel prevedere forme di assistenza di base per tutti e di reddito minimo garantito, vi è chi ritiene, al contrario, che si apriranno altre forme di occupazione, basate sulla creatività, la specializzazione e le competenze più spiccatamente umane. Sicuramente si perderanno sempre più lavori di carattere routinario ed esecutivo, mentre continueranno ad esistere e si potenzieranno le occupazioni ad alta competenza e specializzazione. Si dovrà quindi investire molto in educazione e formazione, in tutti i periodi della vita. Un altro pericolo è quello della concentrazione di potere economico soprattutto nelle mani dei grandi colossi internazionali della rete, difficili da controllare e regolare anche a livello governativo. Così come pure il tema della verità dell’informazione, delle fake news, e della manipolazione delle persone attraverso la rete.

 

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