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Luca Angeloni: “Ecco come a Trecastelli i grandi strateghi della politica locale selezionano la classe dirigente”

Luca Angeloni: “Ecco come a Trecastelli i grandi strateghi della politica locale selezionano la classe dirigente”

di LUCA ANGELONI*
TRECASTELLI – Come si seleziona una classe dirigente?
Mia zia, donna saggia e spiritosa, mi racconta sempre che diceva a mio zio: se mi devi tradire fallo con una più bella di me! Altrimenti ti ci meno sopra!
Ecco, se la nostra classe dirigente avesse seguito i dettami di mia zia questo paese sarebbe ora un paese migliore.
Se avessimo cercato persone più belle, più intelligenti, più preparate di noi, oggi avremmo una classe dirigente più giovane, più lungimirante, più aperta.
E invece, nel pubblico come nel privato, da qualche tempo a questa parte, i vertici hanno sempre cercato collaboratori che non gli facessero ombra, e i collaboratori, una volta diventati vertici, hanno usato lo stesso criterio. E il dislivello, fra la statura del primo e l’ombra del secondo è via via aumentato di passaggio in passaggio, perché più si è impreparati e più si ha paura dei competitor.
E’ avvenuto dappertutto dicevo: grandi aziende sono fallite perché al fondatore sono succediti figli incapaci che si sono circondati di collaboratori ancora più incapaci. In politica è una pratica comune: alla povertà dell’analisi, perché questo vuole la “ggente” è la motivazione, si accompagna una impreparazione ed un impoverimento culturale crescente.
Berlusconi epurava chi lo contraddiceva; Renzi aveva intorno solo amici personali che, miracolati, non lo contraddicevano nemmeno; Salvini non ha collaboratori, solo web-manager!
Questa china, non risparmia la politica locale, che essendo locale riduce il livello di meschinità ma ne esalta la peculiarità.
Parliamo di Trecastelli, caso emblematico.
Al momento di scegliere il candidato sindaco la maggioranza uscente ha deciso di non ricandidare il sindaco (dopo 20 anni di consiglio) però il Sindaco ha richiesto ed ottenuto che fosse un componente della giunta a succedergli in continuità con il suo mandato, ed il componente della giunta doveva essere di Ripe perché la municipalità più popolosa.
Era un candidato bravo? Era competente? Era adatto al ruolo? Che domande antiche! Era di Ripe ed era delfino del Sindaco, tanto sarebbe bastato.
Ad un certo punto la maggioranza uscente si è accorta che forse l’idillio dipinto da cinque anni di amministrazione non era poi così idilliaco e si sono rivolti a noi, piccolo gruppo di persone di sinistra, che abbiamo volentieri accettato l’invito a collaborare.
Abbiamo parlato di programmi, di priorità, di strategie comunicative, di simboli: tutto bene, tutto bello, tutti amici.
Poi abbiamo chiesto dignità, e la dignità si dimostra dando rappresentanza alle persone ed alle idee.
E qui cominciano i problemi (cominciano e finiscono per la verità). I nomi non vanno bene, e perché non vanno bene?
Non sono capaci? Non sono credibili? Non hanno un curriculum dignitoso? Non portano voti?
Niente di tutto ciò.
Hanno il cognome sbagliato e rischiano di fare ombra al candidato sindaco e per giustificare questa ingiustizia (perché di questo stiamo parlando) si monta un castello (non a caso) di dicerie e argomenti che offendono l’intelligenza degli attori, minano la convivenza, lasciano attoniti per bassezza e insussistenza.
E non si curano nemmeno, questi grandi strateghi della politica locale, delle ripercussioni sulle persone, della loro possibile fragilità, dell’impatto che la cattiveria e la mediocrità dei loro “pettegolezzi” possono avere su gente che incontri ogni giorno al bar, ogni giorno alle poste, a spasso col cane. Per poi magari fare grandi dichiarazioni di stima…..postume.
Se avessero ascoltato mia zia…..
*Tutti per Trecastelli

 

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