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Meglio “Jesi città federiciana”, il senatore Aroldo Cascia scrive nuovamente al sindaco

Meglio “Jesi città federiciana”, il senatore Aroldo Cascia scrive nuovamente al sindaco

JESI – Il senatore Aroldo Cascia, già sindaco di Jesi, ha risposto all’attuale sindaco della città Massimo Bacci: “Rispondo – scrive l’ex sindaco Aroldo Cascia – alla Sua del 13 dicembre u.s. per esprimerle tutta la mia meraviglia, non tanto per il tono stizzito e padronale da Lei usato (ognuno adopera lo stile che ha!) quanto per avere contestato di non essermi recato da Lei per esporle le considerazioni che invece Le ho scritto: perché  avrei dovuto? Perché, scrive Lei, non essendomi io” mai fatto scrupolo di venirmi a trovare in Comune chiedendomi di persona il confronto rispettoso di un protocollo istituzionale che ci dovrebbe essere tra un sindaco e chi questa carica l’ha rivestita” .Affermazione, la Sua che mi meraviglia, perché :

1) pur avendo io partecipato a diversi incontri, quando avevo la responsabilità di coordinare le iniziative dell’Istituto Gramsci Marche a Jesi, con l’Assessore alla cultura della Sua Amministrazione, insieme ad altre persone, con Lei personalmente, sempre per lo stesso argomento, ho avuto un solo incontro: non altri e per qualsivoglia altro argomento.  Quindi questa frequentazione cui allude nella Sua, non vi è stata anche perché  credo che essere stato sindaco non mi attribuisce particolari  titoli per venire da Lei per “ogni richiesta o informazione “come si legge nella Sua. Anche perché  una lunga esperienza mi ha insegnato che l’efficacia dell’ intervento non aumenterebbe;

2) ho letto sui giornali che i Prof. Gabriele Fava e Vittorio Massaccesi, anche loro ex  sindaci, hanno manifestato pubblicamente la  loro contrarietà alle modifiche statutarie di cui stiamo trattando e non mi risulta che siano venuti personalmente e preventivamente dal Lei.

“Infine, sempre con spirito collaborativo, circa la periodica annosa questione della qualifica di “città regia” alla nostra Jesi, Le dico che condivido la volontà di valorizzare la casuale nascita di Federico II a Jesi (bene il museo, ma ho fatto rilevare a chi dirigeva nel momento della mia visita, che tra i volumi ivi esposti mancava quello edito dalla biblioteca di Jesi “Atti del convegno di studi su Federico II “organizzato nel 1966 dall’Amministrazione comunale di allora, sindaco Sergio Bartolini. Fu un convegno molto importante, anche per i relatori  intervenuti, molti dei quali stranieri. che valorizzò la famosa lettera rivolta dall’imperatore alla nostra città da lui definita “la mia Betlemme”) ma perché utilizzare a tal fine l’espressione “regia” che è una qualifica istituzionale (e che non ha fondamento) e non invece quella di “città federiciana” per volersi richiamare piuttosto al grande valore culturale dell’opera dell’imperatore svevo, compresa l’azione di collegamento tra i diversi popoli del Mediterraneo con le loro differenti culture. Oggi sarebbe anche di grande attualità e qualificherebbe la nostra città”.

 

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