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“L’alluvione di Senigallia, ci sono documenti che avvalorano la tesi della responsabilità umana”

“L’alluvione di Senigallia, ci sono documenti che avvalorano la tesi della responsabilità umana”

Lo afferma l’avvocato Corrado Canafoglia, a nome del Coordinamento dei Comitati Alluvione e dell’Unione Nazionale Consumatori. “Cittadini ed imprese intenzionati a prendere parte al processo per supportare l’azione della Procura e per ottenere il risarcimento dei danni subiti. Per questo si sta organizzando un’azione collettiva”. Lunedì 23 luglio, alle ore 21, al Teatro Portone si terrà un incontro per spiegare le modalità di partecipazione al processo penale

“L’alluvione di Senigallia, ci sono documenti che avvalorano la tesi della responsabilità umana”SENIGALLIA – Il 12 novembre, come già anticipato dal nostro giornale, si terrà l’udienza preliminare del processo penale relativo all’alluvione di maggio 2014.

“Pur riconoscendo il diritto alle presunzione di innocenza agli indagati sino alla sentenza definitiva – afferma l’avvocato Corrado Canafoglia (nella foto), a nome del Coordinamento dei Comitati Alluvione e dell’Unione Nazionale Consumatori -, non possiamo non evidenziare alcuni aspetti importanti.

“1- la città di deve svegliare da questo torpore che permea l’intera vicenda: gli indagati sono eccellenti e soprattutto rappresentano il sistema di prevenzione e protezione locale  costituito dal Comune di Senigallia, dalla Provincia di Ancona e dalla Regione.

“E’ normale – aggiunge l’avvocato Canafoglia – per la nostra città che un sindaco, degli importanti funzionari regionali, provinciali e regionali siano indagati dalla Procura della Repubblica per fatti gravissimi , che se confermati potrebbero spalancare le porte del carcere? E’ normale tutto questo silenzio che permea questa vicenda? Capiamo che la prudenza sia d’obbligo, ma non comprendiamo questo silenzio.

“2- Sin da subito il Coordinamento dei Comitati e l’Unione nazionale Consumatori – aggiunge l’avvocato Corrado Canafoglia – hanno sostenuto che l’alluvione non è stato un evento imprevedibile ed eccezionale, come invece il sindaco ed alcuni affermavano ed in tale senso si sono battuti.

“Avevamo individuato le cause dell’alluvione nella mancata manutenzione del fiume da parte degli Enti competenti, nelle criticità manifestate nella gestione della fase della prevenzione e dell’allarme alla cittadinanza e  nella politica urbanistica della città.

“Usando una frase di un noto politico senigalliese – afferma sempre l’avvocato Canafoglia – al tempo dell’approvazione del PAI si è preferito il diritto di pochi di costruire rispetto al diritto alla sicurezza di tutti i cittadini: da quell’atto del Consiglio comunale discendono molti dei problemi che hanno poi causato l’alluvione.

“In questi anni – ci dice l’avvocato senigalliese – abbiamo subito attacchi personali ed accuse pesanti di essere dei lestofanti, dei pifferai magici, di illudere la gente, ma non siamo arretrati di un millimetro, convinti che la battaglia non è solo nostra, ma è di tutta la città, ancora oggi sottoposta al pericolo di esondazione del fiume Misa. La verità va acclarata ed il rischio alluvione del fiume Misa va mitigato.

“3- Dopo questo lungo tempo, in cui abbiamo collaborato con le autorità competenti per l’accertamento della verità, oggi abbiamo 2 importanti documenti:

  • Il decreto di fissazione della prima udienza di questo processo, a cui nessuno all’indomani dell’alluvione credeva possibile;
  • un’ordinanza emessa nel gennaio 2017 dal sindaco di Senigallia che ammette che tra le concause dell’alluvione vi è la mancata manutenzione del fiume .

“Entrambi i documenti smentiscono coloro che a prescindere difendevano l’azione di chi doveva tutelare la città dall’alluvione ed avvalorano la tesi della responsabilità umana da noi sempre sostenuta. In particolare con quell’ordinanza il sindaco Mangaialrdi punta il dito contro chi doveva effettuare la manutenzione e non l’ha fatto.

“Allora è lecito chiedere al sindaco Mangialardi perché non si è schierato subito dalla parte dei Comitati, anzi li ha osteggiati? Perché non afferma oggi apertamente che i Comitati avevano ragione sulla responsabilità umana, almeno per quanto riguarda la mancata manutenzione del fiume Misa? Perché  subito dopo l’alluvione non ha sporto querela contro coloro che dovevano curare la manutenzione del fiume e non l’hanno fatto? Perché ha emesso quell’ordinanza in cui parla di mancata manutenzione solo dopo che si è avuta notizia dell’approssimarsi della chiusura delle indagini preliminari sull’alluvione?

“Probabilmente Lei Sindaco – afferma sempre l’avvocato Corrado Canafoglia per conto del Coordinamento dei Comitati Alluvione e dell’Unione Nazionale Consumatori – non risponderà a queste domande, ma verrà il momento in cui insieme agli altri indagati dovrà rispondere davanti al Giudice per chiarire la sua posizione rispetto alle accuse contestate dalla Procura e senza alcuna ironia. Umanamente Le auguriamo di essere talmente esaustivo da  riuscire a dimostrare la propria innocenza. Stia però sicuro, Lei e gli altri indagati, noi saremo in quel processo per continuare a collaborare con l’Autorità competente nell’accertamento della verità processuale.

“4-  in quel processo i cittadini e le imprese alluvionate devono entrare per supportare l’azione della Procura e per ottenere il risarcimento dei danni subiti. Stiamo organizzando – conclude l’avvocato Corrado Canafoglia – un’azione collettiva in modo tale da organizzare la partecipazione e per contenere i costi. Per tale motivo lunedì 23 luglio, alle ore 21, al Teatro del Portone abbiamo organizzato un incontro per spiegare le modalità di partecipazione al processo penale anche nell’ottica di ottenere il risarcimento del danno subito”.

PER SAPERNE DI PIU’

Ordinanza sindacale 31.1.2017

 

 

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