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La presenza del Perugino nella Marca approfondita all’Ateneo di Urbino

La presenza del Perugino nella Marca approfondita all’Ateneo di Urbino

La gemellarità delle opere di Fano e Senigallia, realizzate tra il 1488 ed il 1497, esigeva una ulteriore riflessione per comprendere le dinamiche che portarono alla loro realizzazione e le vicissitudini che ne hanno determinato la destinazione finale

URBINO – Il progetto di dedicare una giornata di studio ai risultati di ricerche sull’attività pittorica di Pietro Vannucci nelle Marche è nato dall’esigenza di mettere in luce lo stringente vincolo che lega l’attività dell’artista e della sua bottega con il territorio marchigiano. La gemellarità delle opere di Fano e Senigallia, realizzate dal Perugino tra il 1488 ed il 1497, esigeva una ulteriore riflessione per comprendere le dinamiche che portarono alla loro realizzazione e le vicissitudini che ne hanno determinato la destinazione finale.

Altro aspetto è il forte impatto determinato sulla cultura artistica locale: la permanenza del Perugino nella Marca ha prodotto una profonda influenza non solo negli artisti ivi attivi ma anche sulle generazioni successive. Tali considerazioni permettono di leggere sotto una nuova luce l’assodato rapporto intercorso tra il Vannucci e Giovanni Santi, i due principali artisti che operarono nella decorazione di Santa Maria Nuova di Fano, sul finire degli anni ottanta del Quattrocento.

Proprio in quegli anni, infatti, il maestro urbinate si trovava a dipingere l’episodio della Visitazione, similare nelle dimensioni all’Annunciazione realizzata dal Perugino tra il 1488 ed il 1490. Si è reso necessario porre in maggior rilievo l’influenza reciproca scaturita dall’incontro dei due artisti negli anni dell’esperienza fanese, testimoniata anche dalla citazione del Perugino nella Cronaca rimata di Giovanni Santi.

Più complessa risulta la dinamica della committenza della Sacra Conversazione, oggi conservata nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie a Senigallia, modello o replica della pala fanese, che va svincolata da un’ipotizzata committenza roveresca poiché lo stemma che campeggia in maniera inequivocabile sull’antipendio del trono è una viva testimonianza della committenza da parte della nobile famiglia fanese dei Peruzzi.

La giornata di studi svoltasi nell’Ateneo urbinate si prefiggeva lo scopo di riflettere sugli aspetti indicati ed i risultati, come si ha modo di constatare dalla lettura dei saggi pubblicati negli atti risultano stimolanti attraverso i quali si evidenzia l’importanza del soggiorno del Perugino nella Marca, il modus operandi suo e della sua bottega per averne messo in luce il lascito profondo, riscontrabile nella cultura figurativa della regione; a questo corrisponde una migliore restituzione della personalità di Giovanni Santi e, in misura diversa, il ruolo dei due artisti nella formazione di Raffaello alla quale non è stato estraneo un primo, e certamente non ultimo, contatto con Perugino avvenuto nel cantiere fanese.

I saggi sono dovuti a Anna Maria Ambrosini Massari, Matteo Bacchiocca, Rodolfo Battistini, Anna Cerboni Baiardi, Bonita Cleri, Cristina Galassi, Eros Gregorini, Rudolf von Gaertringen Hiller, Francesco Federico Mancini, Fabio Marcelli, Dante Piermattei, Cecilia Prete

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Il Perugino nella Marca 1488-1497

Atti della giornata internazionale di studi (Urbino), a cura di Bonita Cleri e Matteo Procaccini

Accademia Raffaello – Casa editrice Leardini 2017

320 pagine in quadricromia

 

 

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