CRONACAIN PRIMO PIANOSENIGALLIA

“Chi è aggredito reagisce come può”, dopo un anno finisce con l’archiviazione una drammatica vicenda che ha scosso Senigallia

“Chi è aggredito reagisce come può”, dopo un anno finisce con l’archiviazione una drammatica vicenda che ha scosso Senigallia

ANCONA – E’ finita con una archiviazione da parte del Gip Antonella Marrone  la drammatica vicenda che aveva scosso Senigallia lo scorso luglio e che era culminata con il suicidio del giovane Alessandro Piolo. Sotto indagine per eccesso colposo di legittima difesa era finito  il venticinquenne Marco De Grazia  amico di Arianna, la ex di Alessandro che aveva difeso la ragazza dall’aggressione all’arma bianca all’interno del proprio appartamento.

A chiedere l’archiviazione, dopo mesi di indagini e il deposito di una consulenza medico legale, è stato il pubblico ministero Ruggiero Di Cuonzo. L’indagine era stata aperta per alcune lesioni (non da caduta) rinvenute nel corpo di Alessandro Piolo. Lesioni, probabilmente procurate da una energica azione difensiva, ritenute però alla fine dal Pm compatibili con un’azione di legittima difesa. L’azione difensiva del giovane indagato, difeso dall’avvocato Roberto Paradisi che, da subito, aveva invocato la scriminante della legittima difesa, è stata infatti definita “tutt’altro che eccessiva rispetto all’azione aggressiva”.

Peraltro proprio venerdì sera sia il dott. Di Cuonzo che l’avvocato Paradisi saranno impegnati in un dibattito pubblico nella sala del Consiglio comunale a  Senigallia dal titolo “La difesa è sempre legittima(?)”.

“Per Marco – afferma il suo legale, l’avvocato Roberto Paradisi – finisce un incubo, con un sacrosanto provvedimento di archiviazione in cui si afferma un principio fondamentale: quello secondo il quale chi è aggredito reagisce come può secondo la concitazione del momento e, aggiungo io, avendo in animo l’unico obiettivo naturale di salvaguardare se stesso e gli altri da un’azione ingiusta. Il vero problema, per cui è bene che si apra un dibattito serio, è quello per il quale il nostro ordinamento non concepisce la legittima difesa come un diritto naturale e chi si difende è costretto a subire lunghi procedimenti. E non sempre le storie, per gli indagati colpevoli di essersi difesi, terminano con un lieto fine”.

 

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