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Sebastianelli (La Terra e il Cielo): “I nostri prodotti legati all’etica e alla bellezza di questo territorio”

Sebastianelli (La Terra e il Cielo): “I nostri prodotti legati all’etica e alla bellezza di questo territorio”

ARCEVIA – Ripartire da zero, dai propri valori. Dal festival Hearth di Piticchio di Arcevia (Ancona), parte un progetto di valorizzazione della propria identità, della propria storia, dell’essere stati pionieri del comparto negli anni ’80, quando ancora nemmeno la Comunità economica europea aveva definito un regolamento per il biologico agricolo. Un’azione di consolidamento dell’essere agricoltori “di biologico vero” incontrando l’agricoltura biodinamica e le sue tecniche di produzione.

Un disegno, è stato detto nel convegno “Il metodo biodinamico e la Rete Humus, un’identità per la valorizzazione delle filiere agricole marchigiane”, per un futuro nuovo del biologico che nasce anche dalle minacce di concentrazione nelle mani di grandi imprese e di multinazionali cui fa gola un mercato, quello mondiale si attesta sui 90 miliardi di dollari, in forte e continua crescita.

Il mercato italiano del biologico è di circa 2,7 miliardi, con una crescita del 15%, con la presenza di 72.154 operatori che coltivano 1,8 ettari di superficie agricola, il 15% del totale, due dati, questi ultimi, che aumentano del 20%. Nelle Marche, la superficie agricola è di 57 mila ettari sui cui lavorano 2.300 aziende.

“Ripartiamo da zero, per vendere un prodotto che è già legato all’etica e alla bellezza di questo territorio – ha detto Bruno Sebastianelli, presidente della cooperativa La Terra e il Cielo -, perché il nostro settore avrà un futuro solo se riuscirà a dimostrare che il nostro prodotto è migliore di quello dell’agricoltura convenzionale perché il nostro impegno e la nostra scelta sono basati sul rispetto dei cicli produttivi della natura, di lavoro dell’agricoltore, con una battaglia quotidiana per il riconoscimento del giusto prezzo”. Una battaglia a tutela del consumatore, ha aggiunto Sebastianelli, “e del valore nutrizionale ed energetico del cibo che, secondo studi consolidati, ha perso, almeno nell’80-90% dei casi, le sue caratteristiche nutritive. Chiediamoci, allora, cosa mangiamo, cosa compriamo e se il prezzo troppo basso è, oltre che etico, ci offre un cibo buono e salutare”.

L’agricoltura biodinamica, che comprende una serie di pratiche di coltivazione studiate da Rudolf Steiner negli anni ‘20, con metodi di coltivazione basati sul rispetto della fertilità del terreno, ha detto Carlo Triarico, presidente Associazione biodinamica nazionale, “non è una fake news o solo filosofia, come invece alcuni stanno cercando di far credere. L’agricoltura biodinamica è un modello sociale, contro l’ingiustizia che coinvolge questo settore, in Italia e in tante zone del mondo. E’ molto importante che il metodo biodinamico, che mette a disposizione prodotti di alto valore nutrizionale, ricchi di sostanze salutari, privi di pesticidi, lavori con il biologico per condividere un percorso di crescita sociale e culturale, non solo economica”. Nella regione sono 15 le imprese biodinamiche, ha detto Giorgio Bortolussi, segretario Associazione biodinamica Marche. I principi di questa agricoltura, ha sottolineato, partono anche dal desiderio “di creare un’umanità cosciente e attenta”, in grado di giudicare il proprio stile di vita e di consumi. Un modello agricolo che passa anche dalla formazione. L’Università Politecnica delle Marche, ha ricordato Francesco Solfanelli, ricercatore, “ha realizzato il primo corso sulla biodinamica, che viene confermato anche per il prossimo anno accademico anche nella volontà forte della necessità di un rapporto fra agricoltura e ricercato per sperimentare questi strumenti produttivi”. Il sindaco di Arcevia, Andrea Bomprezzi, ha ricordato i progetti dei progetti per la creazione del distretto agroalimentare e del Parco della mezzadria “nella convinzione di voler mettere l’etica al centro delle aree interne”. Francesco Torriani, presidente Consorzio Marche Biologiche, ha sottolineato come “l’idea di caratterizzare il biologico delle Marche condividendo il metodo biodinamico e ad una tecnica colturale ancora più esigente, consentirà certamente di elevare gli standard qualitativi, in linea con un’opinione pubblica sempre più attenta al tema del cibo e della nutrizione”.

DONDI: “IL BIOLOGICO ASSET STRATEGICO PER COOP ALLEANZA 3.0”

“Il biologico è uno degli asset strategici per Coop Alleanza 3.0. I nostri consumatori sono sempre più interessati a questi prodotti e dobbiamo, quindi, trovare operatori validi nel settore, che siano in grado di soddisfare questo bisogno”. Lo ha detto Mirco Dondi, vicepresidente di Coop Alleanza 3.0, che ha visitato il festival Hearth, di cui La Terra e il Cielo è fornitore.

“La qualificazione di un produttore Coop – spiega Dondi – è una delle più esigenti e rigorosi che esistano. Guardiamo ovviamente alla qualità dei prodotti, alla loro salubrità, alla filiera e ai trattamenti ma guardiamo anche all’etica e alla qualità dell’imprenditore. Chi è certificato con Coop, quindi, ha una garanzia che ha passato ogni tipo di valutazione. Questo, per noi, è un elemento di garanzia per i consumatori”. Una valutazione che “viene fatta ovviamente anche sui prodotti biologici, che si fanno proprio in questi territori, nelle aree interne e di montagna, fra le più vocate per queste produzioni”.

 

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