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Il nuovo Palazzetto dello sport di Corinaldo sarà realizzato in un’area archeologica

Il nuovo Palazzetto dello sport di Corinaldo sarà realizzato in un’area archeologica

Polemica presa di posizione del capogruppo di “In movimento-Corinaldo c’è” Luciano Galeotti dopo l’ultima discussione in Consiglio comunale

CORINALDO – Esiste o no, un’area archeologica, che potrebbe divenire importantissima ai fini turistici, a Corinaldo? E’ quello che il sindaco Matteo Principi e l’Amministrazione comunale, prima o poi, dovranno spiegare ai cittadini. Per il momento si fa di tutto per operare con il silenziatore.

E proprio per questo, nell’ultima seduta del Consiglio comunale, una mozione presentata sull’argomento dal gruppo consiliare “In movimento – Corinaldo c’è” è stata trasformata in un’interrogazione.

“Con questa mozione – ci dice il capogruppo di opposizione Luciano Galeotti – chiedevamo il riconoscimento di area archeologica della zona dove edificheranno il palazzetto dello sport. Ma non hanno accettato la votazione. Hanno però stanziato 10.000 euro per quella zona per dare inizio agli scavi, naturalmente circoscritti ad un’area che non dia fastidio alla nascente struttura”.

“Il fatto è che in tutta la zona – ci dice sempre Luciano Galeotti – possono emergere reperti del periodo romanico. Li faranno sparire, li occulteranno?”

Con la mozione il gruppo consiliare “In movimento – Corinaldo c’è” chiedeva in orimo luogo il riconoscimento dell’area archeologica e l’inserimento nella carta archeologica “valle del Cesano”. Tutto ciò in quanto “indagini archeologiche preventive, svolte dal Dipartimento di Storia Culture Civiltà dell’Università di Bologna, sotto la direzione della dott.ssa Federica Boschi, in accordo con la Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio delle Marche, affidamento incarico determina n.37 del 9 febbraio 2017 dietro compenso complessivo di euro 4.514,00, dell’area in località Nevola, dove dovrà essere edificata la nuova struttura sportiva palestra polivalente, avvenute nel mese di luglio dell’anno 2017, venivano rinvenute una decina di tombe di epoca romana, probabilmente risalenti al II secolo dopo  Cristo.

“Tale ritrovamento – si legge sempre nella mozione – può far supporre la presenza di una necropoli e/o comunque di un’area di importante rilevanza archeologica.

“Gli scavi – si legge in una nota del dipartimento universitario -, hanno confermato con grande precisione il dato suggerito dalle ricerche non invasive preliminari, portando alla luce i resti di un sito archeologico di età romana, ma del quale non si escludono anche fasi precedenti”. Il nostro comune è parte attiva del Consorzio Città Romana di Suasa collegato all’area archeologica di Santa Maria in Portuno. E nel territorio del Comune di Corinaldo vengono identificati, nella Carta Archeologica “Valle del Cesano” allegato al P.R.G., oltre 60 siti archeologici certi e/o potenziali. Indubbiamente il turismo legato ai siti archeologici è in notevole espansione e dovrebbe essere avallato ed intensificato da una amministrazione orientata alla valorizzazione territoriale/turistica così come stabilito dalla Carta Costituzionale e dal D.lgs n.42 22 gennaio 2004; l’art.51 del Piano Regolatore Generale narra “il Comune di Corinaldo assume come rilievo delle aree archeologiche finora individuate quelle rappresentate nella Carta Archeologica “Valle del Cesano” Sezione di Corinaldo elaborata dal Dipartimento di Archeologia dell’Università di Bologna”.

“Atteso che la Costituzione Italiana all’art.9 secondo comma dichiara “La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”; il D.lgs 22 gennaio 2004 n.42 in attuazione del sopra citato articolo 9 della Costituzione Italiana all’art.1 comma terzo dichiara “lo Stato, le regioni, le città metropolitane, le provincie e i comuni assicurano e sostengono la conservazione del patrimonio culturale e ne favoriscono la pubblica fruizione e la valorizzazione” all’ art.2 secondo comma “Sono beni culturali le cose immobili e mobili che presentano interesse artistico, storico, archeologico, etnoantropologico, archivistico e bibliografico e le altre cose individuate dalla legge o in base alla legge quali testimonianze aventi valore di civiltà” e sono oggetto di tutela per quanto stabilito al successivo art.10. Lo stesso D.lgs. all’art.101 secondo comma, lettera d), stabilisce “si intende per area archeologica, un sito caratterizzato dalla presenza di resti di natura fossile o di manufatti o strutture preistorici o di età antica” il successivo art.112 dichiara al primo comma “lo Stato, le regioni e gli altri enti pubblici territoriali assicurano la valorizzazione dei beni presenti negli istituti e nei luoghi indicati all’art.101, nel rispetto dei principi fondamentali fissati dal presente codice”.

“L’ultimo comma dell’art.51 del P.R.G. del Comune di Corinaldo narra “le modifiche ed integrazioni da apportare alla Carta Archeologica a seguito di ulteriori accertamenti o di nuove perimetrazioni (puntuali e areali) non costituisco variante al PRG e contestualmente la Carta Archeologica medesima può essere aggiornata con Delibera di Consiglio Comunale”.

Ed è per questo che Luciano galeotti, a nome del suo gruppo, aveva chiesto l’inserimento come Sito Archeologico Certo, nella Carta Archeologica denominata “Valle del Cesano” che costituisce allegato al P.R.G. del Comune di Corinaldo, la zona in località Nevola, dove nel luglio 2017 si sono svolte le indagini archeologiche, demandate da questa Amministrazione Comunale al Dipartimento di Storia Culture Civiltà dell’Università di Bologna, adiacente la Strada Provinciale dell’Acquasanta identificata al Foglio di Mappa n.38 del catasto, particelle 51/52; che tale area per quanto stabilito dall’art.9 della Costituzione Italiana e dal D.lgs n.42 del 2004 venga salvaguardata e valorizzata come sito archeologico in collegamento alle aree fruibili di Santa Maria in Portuno e del complesso della città di Suasa”.

Invece, in quest’area sarà realizzato il nuovo Palazzetto dello sport. A tal proposito Luciano Galeotti parla di “deturpazione dell’ambiente circostante” e di realizzazione “in una zona alluvionabile, censita nella cartografia del Piano di Assetto Idrogeologico con indice di rischio elevato”.

 

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