CRONACAURBINO

Anche in provincia di Pesaro Urbino il ciclo integrato dell’acqua deve restare pubblico

Anche in provincia di Pesaro Urbino il ciclo integrato dell’acqua deve restare pubblico

La Corte Costituzionale (Sentenza 320/2011)  ha escluso la possibilità di conferire le reti a società a capitale non interamente pubblico

di MICHELE FELICI

URBINO – Il processo di fusione fra Megas.Net  e Marche Multiservizi va avanti e i giornali  locali[i] fanno presente che l’accordo dei due consigli di amministrazione è “approvato” anche dai sindacati.

Tutti sono concordi nel dire che il progetto industriale, che passa da una maggiore patrimonializzazione della Multiservizi, consente di migliorare la sostenibilità degli ingenti investimenti nel servizio idrico, distribuzione del gas e impiantistica rifiuti; inoltre porterà ad una “incentivazione dello sviluppo professionale” (promozioni ??). Gli enti locali coinvolti avranno un compenso di oltre 15 milioni di euro con la conseguente possibilità di sviluppare investimenti e quindi occupazione indotta.

La fusione  dovrebbe avvenire fra Megas.Net,[ii]  proprietaria delle reti e Marche Multiservizi[iii] che gestisce i relativi servizi, in pratica ed in altre parole il pubblico vende le reti a un non pubblico[iv]  e così quest’ultimo diventa proprietario delle reti dei servizi che gestisce.

Per fare chiarezza si ritiene si debba specificare che,  all’interno della Multiservizi, il privato con questa  “patrimonializzazione”, aumenterà le proprie quote all’interno di una società che già controlla  e, diventando proprietario delle reti; nella pratica privatizza i servizi rendendo impossibile qualsiasi gara per affidarne la gestione a chi (con gara) gestirebbe bene ad un prezzo migliore.[v]

Schierata per questa fusione troviamo la Provincia e alcuni Comuni che, per non rischiare di avere una qualche responsabilità, commissiona e paga la “relazione sull’ipotesi di fusione della società Megas-Net nella società Marche Multiservizi S.p.A. quando la norma stabilisce  l’incedibilità delle reti pubbliche e la Corte Costituzionale  (Sentenza 320/2011)  ha escluso la possibilità di conferire le reti a società a capitale non interamente pubblico.

Comunque la Provincia ed alcuni Comuni, vendendo reti pubbliche, approfitteranno della nuova disponibilità per fare qualche investimento.

I nostri politici e amministratori si agitano quando in una proposta di legge[vi]  si ipotizza di far gestire il sistema idrico (con gara) anche ai privati; poi si permettono di vendere le reti e ciò è contrario alle strategie di tutti che, a livello nazionale, ribadiscono sempre e a gran voce che il governo del ciclo integrato dell’acqua deve essere pubblico e che le infrastrutture (le reti) sono inalienabili.[vii]

I Comuni della costa votano la vendita (anche) delle reti dell’acquedotto tanto, aggiungiamo noi, sono strutture dell’entroterra e l’entroterra, che ha sempre contato poco, se non è d’accordo, può anche passare in una altra regione;

il Comune di Urbino dissipa del capitale vero (come l’acquedotto del Nerone), in Consiglio comunale, è aiutato concretamente dalla minoranza che, per seguire qualche accordo locale, vota  e permette la vendita trascurando il fatto che il loro voto (con l’aiuto della Foschi e di Balduini) poteva mettere in minoranza il governo Gambini;

i Comuni di Fossombrone e Montelabbate guidati da personaggi bravissimi che, comunque, vendono le loro quote scordando il referendum sull’acqua e tutti i bla bla che sempre ripetono.

Quanto sopra, innanzi tutto, per far conoscere come i nostri amministratori ci governano e per invitare i cittadini, che debbono essere correttamente informati, a contrastare il fare di chi ci governa perché poi sarà impossibile recuperare queste strutture pubbliche che sono fondamentali per il nostro territorio.

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NOTE

[i] vedere articolo del 17.02.2018 de il Resto del Carlino e quello del 17.02.2018 del Corriere Adriatico.

[ii] Megas. Net è una società a totale partecipazione pubblica di proprietà per il 40% dell’Amministrazione Provinciale di Pesaro e Urbino e il restante 60% di proprietà di 50 Comuni del territorio della Provincia di Pesaro e Urbino.

E’ il frutto della scissione prevista dalla Finanziaria 2001 che prevedeva la separazione tra la gestione dei servizi (Megas SpA) e la società proprietaria di reti, impianti e altre dotazioni (Megas Net).

Megas. Net è proprietaria delle reti, degli impianti e delle dotazioni patrimoniali di cui ai servizi pubblici locali di rilevanza industriale e più precisamente:  idrico integrato e gas naturale.

[iii] Marche Multiservizi è una multiutility che opera nei servizi di pubblica utilità, in particolare nella gestione di:

  • ciclo idrico integrato
  • servizi di igiene ambientale
  • distribuzione del gas metano.

La società costituisce la prima multiutility nella Regione Marche sia per volume d’affari che per dimensioni industriali e la prima fusione a livello regionale tra aziende operanti nel settore dei servizi pubblici locali.

[iv] Marche Multiservizi è da considerarsi un ente privato, anche al di la delle singole quote di partecipazione e ciò è facile constatarlo guardando chi nomina l’Amministratore Delegato e quali sono le funzioni del Presidente.

[v] Si specifica che la nostra provincia ha un “servizio idrico” fra i più cari d’Italia e, per dare un’idea della cosa, si riportano le tariffe  per 150 mc./anno, che risultavano nel 2013 (ora le cose sono peggiorate):

  • 86 €  Isernia (tariffa minima)
  • 359 € Urbino 
  • 381 € Pisa (tariffa massima)

[vi] Proposta di legge n.2175 dell’11 marzo 2014 sui:  “princìpi per il governo e la gestione pubblica delle acque e per la ripubblicizzazione del servizio idrico, nonché disposizioni concernenti la gestione dell’acquedotto pugliese”.

[vii]  In molte leggi e anche all’art.3 dell’atto della Camera dei Deputati n.2175 dell’11 marzo 2014.

 

 

 

 

 

 

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