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Aerdorica, l’operazione verità è ormai giunta ad un punto cruciale

Aerdorica, l’operazione verità è ormai giunta ad un punto cruciale

La Commissione d’inchiesta regionale ha ascoltato la relazione del consulente tecnico. Il presidente Sandro Zaffiri (Lega nord): “E’ possibile raggiungere il punto di pareggio per mantenere in vita l’aeroporto?”

ANCONA – Pare essere giunto ad un momento cruciale il lavoro della Commissione di inchiesta assembleare su Aerdorica. La relazione del consulente tecnico della Commissione, dott. Riccardo Recanatini, il quale, questa mattina, ha illustrato, attraverso numerose slide, l’analisi sui documenti effettuata nelle ultime settimane, ha fornito occasione per una riflessione complessiva.

Considerazioni che il presidente della Commissione, Sandro Zaffiri (Lega nord) ha voluto esprimere apertamente, appena terminata la relazione del consulente che ha preso in esame i bilanci della Società dal 2009 al 2016 ed altri aspetti relativi alla gestione societaria.

“Anzitutto – ha rilevato Zaffiri – per completare davvero questa grande operazione verità occorre fornire risposta ad una domanda decisiva, cioè se è più possibile raggiungere un punto di pareggio tra costi e ricavi per mantenere in vita l’aeroporto”.

“La risposta a questa domanda, al momento, parrebbe scontata – ha aggiunto Zaffiri – considerato il contesto negativo in cui ci si muove, quello di una partita in larga parte affidata alle decisioni della Magistratura, gli enormi costi di mantenimento in funzione dell’infrastruttura, le difficoltà a corrispondere gli stipendi ai dipendenti, l’incerto ruolo della Giunta regionale e del management, i dubbi su potenziali, nuovi, investitori privati”.

La severa valutazione del presidente Zaffiri va, per altro, di pari passo con le conclusioni illustrate dal consulente che ha riferito di una società in perdita strutturale, scelte gestionali non produttive, mancanza di controllo sui costi, eccessivo turn over degli amministratori, carenza di politiche di incoming, carenza di controlli sulle gestioni.

“A questo pesante giudizio – ha concluso Zaffiri – va aggiunta la valutazione su un piano industriale lacunoso, che non spiega come dovrebbe avvenire il rientro del finanziamento pubblico e da dove vengono attinte le risorse per nuovi e indispensabili investimenti”.

 

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